L'attuale sistema ha aumentato la burocrazia e bloccato la spesa pubblica
“Il Codice degli Appalti va abrogato”. Il Presidente di Ance Messina Giuseppe Ricciardello ribadisce quanto più volte dichiarato sin da quando, dal 2014, è entrato a far parte della Commissione Referente Opere Pubbliche di Ance Nazionale.
“L’attuale Codice ha aumentato la burocrazia, bloccato la spesa pubblica, portato i ribassi d’asta a percentuali vicine, in media, al 40%, costringendo al fallimento tantissimi nostri colleghi in tutta Italia. Per non parlare dell’incremento esponenziale dei contenziosi, a partire dalla fase di emanazione dei bandi, fino alla fase di aggiudicazione delle opere”.
L’Ance sta facendo una campagna di comunicazione per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la problematica delle opere bloccate. In Sicilia ci sono lavori da sbloccare per un importo complessivo di 10 miliardi di euro, come ha ribadito il dottore Bellomo, dirigente generale del dipartimento regionale infrastrutture, in un convegno tenutosi nei giorni scorsi a Palermo. Sono, in gran parte, interventi di Anas e Rfi indispensabili per lo sviluppo dei territori dell’isola e che sarebbero una boccata di ossigeno per tutta l’economia siciliana.
“Eppure rimangono impastoiati in una serie interminabile di procedure, pareri, aggiornamenti normativi a volte contraddittori tra di loro, imposti da un Codice che non deve essere emendato, ma, bensì, interamente abolito.”
A proposito delle lungaggini burocratiche Ricciardello ha riportato l’esempio del caso dell’Ufficio del Commissario Regionale per il Dissesto Idrogeologico, con una ventina di gare in corso da mesi senza individuare l’aggiudicatario definitivo.
“Nei giorni scorsi il Commissario dall’Autorità Portuale dello Stretto De Simone, che, durante il suo mandato, è stato tra i pochissimi ad impiegare realmente le risorse disponibili ha presentato al ministro un documento. Si tratta di un elenco di opere che l’Autorità Portuale potrà avviare nel prossimo triennio, per investimenti complessivi pari a oltre 320 milioni di euro da spendere nella nostra provincia. Ma siamo sicuri che l’Autorità Portuale avrà la possibilità di aprire tutti questi cantieri da qui al 2022? Oppure le leggi sugli appalti impediranno ai responsabili amministrativi e ai vertici dell’Autorità di portare a termine le procedure necessarie in tempi normali? La schizofrenia del sistema del lavori pubblici – conclude il Presidente di Ance Messina – è definitivamente affermata dal dato emerso in una recente rilevazione effettuata in ambito regionale dalla nostra associazione.In Sicilia, dal 2016 al 2018, si sono raggiunti ribassi d’asta tra il 35 e il 40% sia con l’OEPV che con il criterio del prezzo più basso, a testimonianza della inutilità della legge vigente, un esempio banale della assoluta necessità di abrogarla subito”