La finalità della manifestazione è di favorire l'incontro e il dibattito scientifico tra giovani ricercatori
Nei giorni 6, 7, 8 luglio 2011, i locali della Facoltà di Lettere di Messina ospiteranno le Prime Giornate Messinesi dei Dottorandi e dei Giovani Ricercatori in Scienze dell’Antichità. Si tratta di un evento interamente organizzato dagli allievi della Scuola di Dottorato in Scienze Archeologiche e Storiche dell’Università di Messina – coordinata dalla Professoressa Maria Caltabiano, in seno al Dipartimento di Scienze dell’Antichità – che rappresenta una novità assoluta nel panorama nazionale. La finalità della manifestazione è di favorire l’incontro e il dibattito scientifico tra giovani ricercatori attraverso la comunicazione di esperienze di ricerca, in prospettiva interdisciplinare, gettando così le basi di future collaborazioni interateneo, e di riflettere sull’importanza della comunicazione dei BB. CC. e sulla ricaduta degli studi di antichistica nella società moderna in termini culturali, sociali, economici e di spendibilità della professione.
I protagonisti dell’evento saranno dottorandi, postdoc, ricercatori e giovani studiosi di Scienze dell’Antichità provenienti da atenei italiani e stranieri, più di ottanta relatori, che dibatteranno sui temi scelti per le quattro Tavole Rotonde, dedicate a 1. Storia Greca: Forme di potere monocratico; 2. Archeologia Greca: Archeologia della guerra; 3. Archeologia e Storia Romana: Roma e le questioni umanitarie; 4. Dalla terra allo schermo: quale ruolo per gli antichisti nell’era digitale?. I giovani relatori esporranno anche le linee delle loro ricerche in sessioni libere destinate alla presentazione di progetti dottorali e post-dottorali, e rifletteranno con esponenti del mondo accademico, della tutela e divulgazione dei beni culturali, e della politica sul ruolo della ricerca e della comunicazione dell’antico nella realtà contemporanea.
Il logo dell’evento – delfino su vortice – ha duplice lettura, letterale ad indicare l’appartenenza della manifestazione al territorio messinese con la presenza del delfino della monetazione di Zancle e il vortice di Cariddi; metaforico, per simboleggiare la volontà delle nuove forze della ricerca italiana di vincere contro la crisi del settore e la precarietà in cui si dibatte la generazione che si sta formando in questi anni. La manifestazione va dunque letta a più livelli, come momento di incontro, di confronto, di crescita ma anche come occasione di protesta attiva, maturata all’interno del mondo accademico e condotta con i suoi usuali strumenti, cioè la cultura, la dedizione e, soprattutto, una nuova consapevolezza: è necessario comunicare i propri progetti e gli esiti delle proprie ricerche al grande pubblico, eleggendolo a primo destinatario.