Il giornalista messinese è stato tra i protagonisti dell’incontro a Santa Maria Alemanna. Vi proponiamo il suo intervento, tratto del blog sonofabiomazzeo.blogspot.it
Intervengo per provare a coniugare un verbo che non avete previsto nel tema: partire. Sono partito da Messina nel dicembre del 2008 perché non era più possibile fare informazione seriamente nella televisione che avevo costruito e condotto per 11 anni e non ho avuto possibilità di proseguire a Messina il mio impegno giornalistico. Torno a Messina quasi ogni fine settimana e quando non ci sono non la nostalgia a fottermi, è la memoria. E’ tutto il già detto e ripetuto a chi ha detenuto il potere in questa, è quello che è stato fatto e che in gran parte è andato perduto, anche se forse non per sempre. Ogni siciliano di scoglio sente forte il richiamo della terra. E più avverti le difficoltà che la tua città vive e più vorresti renderti utile, tornare per cercare di dare una mano e provare ad alleviare la sofferenza causata da un disastro amministrativo e organizzativo prodotto dalla peggiore classe politica immaginabile venuta fuori dai partiti. Un mix esplosivo d’incompetenza e cialtronaggine che ha ridotto Messina a quello che è. Siamo sull’orlo del precipizio, il baratro della contabilità pubblica. In questi giorni ho letto che alcuni consiglieri comunali e il movimento di Grillo invocano il dissesto. Io credo che questi signori non conoscano bene la legge che regolamenta il dissesto finanziario. Il dissesto non è una pratica amichevole dello Stato, come vogliono fare credere. Una cosa della serie abbiamo una montagna di debiti, chiediamo il dissesto così il Comune non paga i creditori, cala il pacco a una dozzina di aziende e chi si è visto si è visto. Il dissesto è un’altra cosa, non è l’invocazione di un aiuto da parte dello Stato, è un tribunale dello Stato che appone sul Comune una bolla d’ignominia e lo scarta per dieci anni da ogni processo evolutivo.
ll dissesto è come prendere un corpo che presenta ferite profonde negli organi vitali e metterlo per dieci anni in coma farmacologico sperando che esso trovi dentro di sé le risorse per un’impossibile autoguarigione. I primi oggi che dovremmo guardare con gradissimo sospetto per il futuro sono quelli che parlano di dissesto come anno zero per il rilancio perché è evidente che non sappiano di cosa parlano. Per la verità, il dissesto, una soddisfazione ce la consegnerebbe, e cioè che questa classe politica, salvo rare eccezioni mediamente incapace, che ha amministrato la città negli ultimi due mandati verrebbe spedita a casa per decreto, non ci sarebbe bisogno di elezioni. Ma è la soddisfazione del marito cornuto, considerato che non sarebbe facile dimostrare le negligenze dei colpevoli mentre, mentre le conseguenze devastanti sui cittadini comuni e soprattutto per quelli che lavorano per o con il Comune sarebbero immediate. Credo sia invece molto più conveniente che il commissario Luigi Croce cominci, come sta facendo, l’opera di risanamento, che amministri bene il poco che ancora c’è nei serbatoi, con scelte anche dolorose perché non è acqua che basterà per tutti.
A proposito d’identità, il poeta Ignazio Buttitta scrisse che “Un popolo diventa povero e servo quando perde la lingua dei padri”. Io non credo si tratti solo della lingua nel senso dei dialetti. Di una cosa sono però certo, della lingua dei nostri padri, per colpa di questi politici, abbiamo perso la parola d’onore. Per recuperarla bisogna cominciare a parlare con verità, di verità, tirando fuori le colpe gravi, le responsabilità, le omissioni. Non è pensabile recuperare la credibilità della politica senza consegnare alla cronaca i fatti e i responsabili per poi cancellarli per sempre dalla scena pubblica. Non è una vendetta, non è un grillismo appena più borghese, è l’unica operazione politico-culturale che può riportare la credibilità in quella sfera pubblica che l’ha perduta. E’ fare capire che gli Antonio Ruggeri, uno che è stato nel centro della macchina amministrativa arricchendosi e mentendo, è una parentesi che non vogliamo si ripeta. E’ dire che i Melino Capone non potranno più rappresentare la parte di spesa pubblica dopo quanto abbiamo letto sulle cronache per i corsi di formazione professionale, e questo indipendentemente dall’attività giudiziaria che scaturirà perché non è una questione di reato; la politica deve sviluppare nuovamente gli anticorpi che espellano dai suoi organismi anche i peccatori, coloro che non hanno i fondamentali dell’etica e della morale che in politica rimane ancora la precondizione per potere partecipare.
Attenzione: questo non è un problema che riguarda solo la politica, ma riguarda anche il mondo del sindacato, degli ordini professionali, l’università, la magistratura, le tante, troppe caste che popolano il nostro Paese e la nostra città. Luigi Croce questo lo sa bene. E spero riesca in questa opera di avvio di un processo di risanamento. Lo faccia con la parte buona delle politica, che c’è perché non è vero che tutti i consiglieri comunali sono corrotti o di caratura modesta. Lo faccia con un dialogo nuovo con i sindacati, che faranno bene a non guardare alla loro fetta di gestione del potere perché anche loro in questa città sono stati protagonisti negativi dello scempio perché è anche con il loro silenzio che gli enti sono stati gonfiati di personale inutile, con duplicazioni che determinano l’impossibilità di garantire i soldi per tutti. Non sono esenti da responsabilità nelle scelte nefaste per i servizi sociali, per le vertenze delle ferrovie dello Stato e mi astengo dalla vertenza della Triscele, per esempio, o dei marittimi di Caronte e Tourist per non vomitare in pubblico.I consiglieri comunali e i sindacalisti, in questa fase, non solo possono dare un forte contributo ma possono restituire dignità all’azione politica ma per farlo, e su questo dissento da Croce, devono tirare fuori i nomi e le delibere che hanno causato i disastri economici del Comune di Messina. Devono mostrarsi onesti, non conniventi.
A Messina ci sono state delibere fondamentali approvate con l’aula semideserta. Il dire io non c’ero non credo possa bastare .Rivendicare i nomi dei colpevoli non è una vendetta, ma l’inizio di un percorso nuovo, di verità. Io credo che Viva Messina se vuole essere parte attiva di un processo di vero rinnovamento deve instancabilmente perseguire l’obiettivo di avere le carte con i nomi dei colpevoli. Come precondizione della fase nuova. E poi il progetto nuovo per la città. Io credo che un’associazione, un movimento, un partito, oggi debba utilizzare la verità per includere e programmare. Includere vuol dire coinvolgere tutti, imbarcare dentro questa nave che non affonda ma che vuole ripartire tutti coloro che hanno a cuore le sorti di Messina. Non è pensabile che il livello del dibattito politico cittadino si attivi solo in prossimità delle tornate elettorali e che la borghesia discuta della politica lasciando il dibattito in superficie, a livello di Buzzanca è simpatico, D’Alia è intelligente e Genovese ha i soldi. A Messina, quando parli di politica, si risolve tutto a questo, perché sono amici, perché sono stati compagni di scuola, amici di partito, persone che ci hanno dato una mano o che ce l’hanno sempre promessa.
E’ dal 1998, da quando sono tornato da una prima esperienza professionale fuori Messina e ho aperto Televip che il dibattito sulla politica a Messina parte con Buzzanca è simpatico, D’Alia è intelligente e Genovese è ricco e finisce dopo un dibattito più o meno animato con Buzzanca è simpatico, D’Alia è intelligente e Genovese è ricco. Se Buzzanca sia simpatico a tutti, a cosa è servita l’intelligenza di D’Alia, come ha fatto i soldi e come li spende per la politica Genovese sono tutti trascurabili dettagli che si perdono nel fatto che comunque uno è simpatico, l’altro intelligente e quello miliardario. Questo anche quando perdevamo 3000 posti di lavoro tra Arsenale, marinarsen con tutte le attivita' ad essa collegate e ospedale militare. In quella circostanza noi non abbiamo pero sono 3000 posti di lavoro, quando perdevamo un pezzo al giorno di produttività. A me Buzzanca è stato pure simpatico, in Tv l’ho riempito d’insulti e non mi ha mai querelato. Riconosco anche io a Gianpiero D’Alia una intelligenza politica fuori dal comune. E per Genovese parla la sua dichiarazione dei redditi. Ma non è di questo che possiamo continuare a parlare. Né di questo, e per quanto mi riguarda, non del Ponte. Siamo morti di dibattito sul Ponte. Dobbiamo avere il coraggio di strappare i nostri pregiudizi, sui politici e sul Ponte, e immaginare intanto una città più vivibile. Messina, adesso che è povera, è diventata anche rancorosa.
Di certo ha bisogno urgente di essere una città appena normale. Questa, oggi, è una città che odia anziani, disabili, bambini, donne, e più andiamo sulle categorie deboli e più scopriamo che questa città nega spazi, non concede nulla in termini di servizi e nega ai suoi cittadini una qualità della vita decente. Io ho parlato con numerosi sindaci, lì dove le amministrazioni funzionano. Se ogni comune capoluogo oggi in Italia ha almeno il centro pedonalizzato e noi no, su oltre 100 comuni capoluogo, siamo sicuri che abbiamo ragione noi a non averlo. Io penso di no, perché che una città civile si attrezza per avere una grande isola pedona 365 giorni l’anno che consente ai commercianti di avere vetrine meglio esposte e ai cittadini di respirare un’aria migliore di questa, che lo ricordo, è la peggiore, dico la peggiore, d’Italia. Tutto questo va inserito in un quadro di trasporto pubblico che è il caso di ridiscutere tutto, dal marittimo all’Atm, perché questa è una città anche delle grande diseguaglianze sociali. Non è accettabile che un certo tipo di trasporto porti ricchezza a due famiglie e che l’anziana di Villaggio Aldisio non abbia il vecchio numero 2 o il 12 che la porti vicino casa perché l’Atm è fallita.
Non è pensabile che Messina sia l’unico comune capoluogo d’Italia che nel suo piano non abbia i centri commerciali nelle periferie. Ho il sospetto che i progetti non siano stati approvati o negati guardando le carte ma la firma di chi lo proponeva. Ecco, direi che basta così. Nella nuova fase si fanno le cose che servono a tutti, non quelle che portano benefici a pochi. Perché non ho mai capito perché il centro commerciale della zona nord non poteva essere realizzato mentre la collina veniva sventrata per insediamenti abitativi di imprese oggi tutte fallite o sull’orlo del fallimento per l’alto costo delle realizzazioni e con le case oggi in grandissima parte invendute. A Messina è capitato che un magistrato mi chiedesse perché sostenevo in Tv la creazione di un grande centro commerciale nella zona sud, ora non ricordo neppure se fosse Auchan o Ipercoop. Io gli ho risposto perché avevo visto il progetto, e mi sembrava conveniente per la città averlo, perché avrebbero provveduto a creare opere di urbanizzazione in una zona ridotta uno schifo dalle precedenti speculazioni, avrebbero provveduto alla bretella autostradale, ai parcheggi e a dare 300 posti di lavoro. E a quel magistrato ho detto di chiedere non solo a me ma anche a quelli del Comune perché invece loro non concedevano le autorizzazioni a chi voleva investire. Non so se lo abbia mai fatto, ma so che fine ha fatto quell’ormai ex magistrato e so che quell’ipermercato è stato realizzato in provincia di Catania dove 300 persone hanno trovato lavoro. Il nostro futuro dobbiamo realizzarlo, non parlarne.
Genovese ci ha detto che avrebbe liberato lui la Rada S.Francesco, Buzzanca ci ha detto che avrebbe realizzato i porticcioli turistici, D’Alia che avrebbe realizzato con il piano Tognoli i parcheggi. Se dipendesse tutto dalle parole voterei per loro, per tutti e tre. Io credo sia arrivato il tempo di realizzarle queste cose. Negli ultimi 16 anni siamo rimasti incredibilmente fermi. Il primo atto di Genovese sindaco fu strappare l'accordo con le ferrovie dello Stato, 700 milioni di euro di finanziamento per risanare la strada ferrata dalla zona sud alla stazione centrale. Fino ad arrivare si giorni nostri,con due emblemi sotto gli occhi incuranti di tutti: la Servirail ,poveri lavoratori che facevano bene quello che erano chiamati a fare e licenziati per mancanza di un contrapposizione forte della città o giusto per arrivare a oggi dopo due anni di indecenti bancarelle la regione ha chiuso definitivamente l'ente Fiera . Col tempo ci siamo solo incattiviti e abbiamo accettato tutto come fosse l’unica realtà possibile. Ci sono passate le opportunità per mettere i pannelli solari su Palazzo Zanca e non pagare energia, anzi produrla. C’è passata l’opportunità di avere un’azienda che avrebbe provveduto all’inizio della raccolta differenziata: ci offriva la possibilità di pulire la nostra città dandoci dei soldi per i nostri rifiuti. Noi adesso abbiamo la tassa per lo smaltimento al massimo. C’è passata la possibilità di recuperare coi finanziamenti i nostri villaggi, le nostre tradizioni, la nostra cultura, valorizzare il territorio, i nostri prodotti, i nostri forti, i sentieri, il nostro cibo. Abbiamo consentito venissero abbandonati i nostri terreni e in cambio abbiamo avuto Giampilieri.
Abbiamo consentito che i nostri pescatori ritirassero le loro reti e oggi in mare ci vanno solo in pochi, ingaggiati dai giapponesi che vogliono il tonno dei nostri mari. Siamo la città di parole non rispettate, di occasioni perdute. Possiamo recuperare? Io credo di si. Un anno e mezzo fa, in interventi in Radio ero in diretta con Marcello Scurria, Buzzanca, Franco Rinaldi e Giovanni Ardizzone. Intuendo come stavano andando le cose proposi loro un patto civico, l’azzeramento della giunta da parte di Buzzanca e un’assunzione di responsabilità diffusa da parte di tutte le forze politiche. Ovviamente in diretta tutti disponibili, tutti concordi. Ma poi i giorni passarono, e poi i mesi. Ed eccoci qua, con i conti pubblici a intimorirci e a minacciare il nostro futuro. Dobbiamo costruircelo. A mio avviso separando l'attivita' amministrativa da quella politica, chiamando nei posti di responsabilità le energie migliori, un'operazione conveniente per tutti, soprattutto per la città ma anche per i partiti che potrebbero finalmente rigenerarsi chiamando all’appello tutti quelli che pensano sia ancora possibile realizzare un futuro diverso e cambiare la storia. Io ci credo, spero anche voi. Viva Messina. (Fabio Mazzeo)
Complimenti vivissimi.
Avrei aggiunto qualche riferimento ai precari che rappresentano una moderna forma di schiavitù con le catene legate ai moderni mezzi di trasporto dei loro ricchissimi padrini.
I sussidi(sotto forma di inutili stipendi) hanno rovinato la nostra città.
Dipendenti che passano il loro tempo d’impiego facendo uncinetto e cruciverba riempiono gli uffici pubblici di questa città.
Qualcuno mi sa dire cosa facevano i dipendenti della Fiera tutto l’anno oltre che consentire l’allocamento delle bancarelle negli stand quasi sempre a titolo gratuito?
Avete mai sentito chicchessia che reclamasse il lavoro?
Non sono bravo in aritmetica ma per fare camminare 18 mezzi su strada o rotaia senza rispetto di orario siamo sicuri che occorrono oltre 700 persone?
Qualcuno ha idea quanto si spende inutilmente per il trasporto privato perchè quello pubblico non funziona? E quanto incide sullo stipendio o sul salario?
MA SCUSATE NON E QUEL GIORNALISTA CHE UN ONOR, DEL PDL.HA DATO UN INCARICO A ROMA E QUANTO PERCEPIVA DAI DITELO QUANTO PRENDEVA DI STIPENDIO O NO MI CE NE PER TUTTI ALTRO CHE CANDIDATO A SINDACO CI VUOLE GENTE NUOVA NON RICICLATA E BASTA VIA VIA VIA VIA VIA MESSINA NON A BISOGNO DI VOI VIA VIA VIA VIA
Egr. Dott. Mazzeo,
se c’è una cosa che mi fa incazzare (il termine “pesantuccio” lo ha usato Lei, chiedo venia se anch’io mi adeguo) sono i xxxxxxxxxxxxxxxx come Lei.
Per 11 anni, da Direttore di TELEVIP, Lei, da posizioni di centro-sinistra-sinistra, ha attaccato e spernacchiato la classe politica locale, con particolare predilezione per Forza Italia prima e PDL dopo.
Dal 2008, dopo avere falcidiato la redazione di TELEVIP, cacciando i giornalisti professionisti, sostituendoli con stagisti e pubblicisti, Lei è traghettato, armi e bagagli, in quel PDL, in qualità di Addetto Stampa del Gruppo alla Camera dei Deputati.
Non ci venga a prendere per i fondelli, per favore. giusto adesso che la barca in cui si è imbarcato affonda per le falle causate dalle faide intestine.
Abbia la coerenza di proseguire nel suo nuovo percorso politico e smetta i panni del salvatore della Patria.
Lei è alto quasi 2 metri e non sempre si trova un sarto idoneo.
Mi auguro possa leggere il mio post, per commentarlo, con la solerzia e la maestria che tutti le riconoscono.
Distinti saluti.
Giuseppe Vallèra.
Non capisco perchè ospitiate il signor Mazzeo su queste pagine. Il signor Mazzeo se n’è andato da Messina perchè, parafrasandolo, ha ….una televisione. Sembra di risentirlo mentre sentenzia uno dei suoi editoriali. Chi se lo ricorda a TeleVip col quadro con la colomba della pace di Picasso alle spalle? Il paladino della giustizia. Roba da allocchi. Ma, poi, non capisco… lui che, a suo dire, era più a sinistra di Che Guevara, che ci fa come capo ufficio stampa del PDL? E come ci è arrivato? Forse vuole tornare per diradare le nubi del mix esplosivo d’……. e ………, del quale è esperto, che ha ridotto Messina a quello che è?
Dal momento che lui è bravo a fare citazioni, ne faccio una pure io: “Ogni ingiustizia ci offende, quando non ci procura alcun profitto.”
Luc de Clapiers de Vauvenargues
Caro Fabio
Ci conosciamo da quando eravamo piccoli e ti stimo come stimo tutta la tua famiglia
Ma vedi, la nostra generazione ha fallito, e pure tu ne fai parte
Il tuo esilio, forzato, e’ stato una macchia per Messina, ci ha lasciato licordari e la solerte nebbia della ……………..d, ma la casa dove sei approdato a Roma non ti ha fatto onore e adesso è una nota stonata con tutto quello che dici.
Noi generazione di borghesi , fighetti figli di papa’ che giocavamo a tennis, alle soglie dei 50, abbiamo molte responsabilità , ed adesso possiamo solamente fare da fratelli maggiori a una ventata di nuovo , senza personalismi e senza discese in campo come se atterrassimo dalla luna .
Largo a giovani non ancora corrotti o segnati dall’infamia di questi ultimi decenni
Però , scrivi ancora , rammenta ai neo laureati cosa e’ successo a messina, perché l’onesta’ intellettuale non te la nega nessuno
Sono “quasi” d’accordo su tutto caro Fabio(ti do’ del tu perchè ci conosciamo…), ma non mi è piaciuto l’esordio del tuo “pezzo”:…non era più possibile fare informazione seriamente nella televisione che avevo costruito e condotto per 11 anni e non ho avuto possibilità di proseguire a Messina il mio impegno giornalistico…”
Diciamo piuttosto che hai preferito un bel e danaroso incarico a Roma, niente di male per carità (anzi!) ma quando si raccontano le cose bisogna raccontarle per come sono: Messina è piccola le voci “girano”, la gente “mormora”…
Certo adesso sembra facile cavalcare l’onda del dissenso.. ma quando la città aveva bisogno di una voce fuori dal coro, che io seguivo molto e mi piaceva tanto il Suo modo di fare notizia, dove era? Posso anche pensare che quando dava le notizie creava fastidio. Lo hanno “zittito”, adesso che la città è terra di nessuno e il pdl ha fatto la fine della nave di schettino si ripresenta…. Ci possiamo fidare? Voi vi fidate?
Fabio abbi almeno la compiavenza di stare zitto. Non credo tu abbia brillato in coerenza.
Per la categoria dei giornalisti ( ma non tutti ) sono pronti a leccare il nuovo c__o disponibile.
MONTANELLI…
quando era direttore del Giornale non mancava mai di scrivere editoriali di fuoco contro Berlusconi ( che ne era proprietario) e Craxi. Egli sosteneva che non si considerava un giornalista alle dipendenze da Berlusconi ma un direttore che aveva scelto costui come editore. La libertà di pensiero come dimostra Montanelli non si compra. Lo stesso discorso ovviamente non vale per chi lo ha indegnamente sostituito ed è cosa nota che i successivi direttori del Giornale sono sempre stati accomodanti ed accondiscendenti con il Cavaliere in maniera scandalosa. Ora fare l’addetto stampa del PDL alla Camera non significa essere giudicati a tutti i costi di parte.Raccogliere dati e notizie non significa fare politica. Lavorare per un partito non significa per chi è onesto intellettualmente essere organico di un partito.E’ assurdo pensare ad esempio che tutti i dipendenti Mediaset votino centro destra. Anche Santoro ha lavorato in Mediaset e sfido qualcuno dei lettori di Tempo Stretto a considerarlo uno schierato. Mazzeo parla con i suoi articoli ed il suo pensiero. Questo conta. Ora o qualcuno mi cita articoli dove costui si dimostra accomodante e servile con gli uomini di Berlusconi in Messina oppure, per favore, taccia. Non occorre fare facili discorsi che toccano la pancia della città criticando un giornalista solo per il suo ultimo incarico. Facciamo leva sulle intelligenze di chi ci legge dando a Mazzeo il valore e la libertà che gli tocca per il suo percorso. Per le malalingue non sono un suo parente, non lo frequento ( leggo il suo blog confesso ) e non sono nel PDL. Montanelli mi piaceva perchè lottava per la difesa dei suoi principi anche con chi gli dava da mangiare. Chi tra voi censori di Mazzeo ha un simile coraggio ?
Ho il forte sospetto che dietro alcuni nomi inventati ci siano vecchi topi di segreteria politica infastiditi che nel dibattito sia tornata la mia presenza ( e questo fastidio che la mia voce causa loro mi fa un piacere che non ha eguali) e qualche grillino che non manca mai dove c’e’ uno spazio web da controllare. In effetti il silenzio e’ quello che meriterebbe uno che si firma “il picchio”. Ma non vorrei che il silenzio venisse interpretato come atto di subalternità che non sento proprio dal momento che non ho ma leccato alcuna parte intima di nessuno e ho 45 anni di dimostrazioni. A uno che si firma “puzza di bruciato” dico che la puzza si sente fin dal nome anche qui e quindi solo l’ovvietà di dire che non mi sento proprio Schettino, perchè il mio intervento l’ho fatto in senso diamentralmente opposto a quello del comandante perchè qui la nave affonda e io, che sono in salvo per la mia professionalità e il mio sudore, ho fatto un intervento solo perchè mi e’ stato chiesto e non mi sono tirato indietro. Io non ho nessuna fiducia da chiedere. A chi mi chiama per nome ma non si presenta dico che a Roma guadagno, al netto delle spese, esattamente quanto guadagnavo a Messina. Lo dico perchè non ho niente da nascondere, soprattutto perche il mio percorso e’ tutto pubblico, anche i giornalisti di questa testata lo conoscono, sanno tutti anche come sono arrivato al posto di capo ufficio stampa del gruppo pdl camera, e non ho proprio niente di cui vergognarmi dal momento che il mio compenso e’ guadagnato in virtù di un contratto che prevede di fatto oltre 40 ore di lavoro e la reperibilità costante. Mi rendo conto che a una parte minoritaria dei messinesi, dediti piu che altro a non lavorare, non comprendano come io disoccupato abbia scelto la pratica di farlo ma purtroppo per antica tradizione familiare non so rubare, i miei antenati hanno tramandato solo la cultura del lavoro e non essendo ricco di famiglia non ho potuto che proseguire nella tradizione del lavoro e del rispetto di esso. Al signore che si firma Silipigni devo dire che ha bisogno di qualcuno molto bravo con cui confrontarsi perchè parla come uno che vive una città piena di benessere e prima della caduta del Muro di Berlino. Comunque non sono mai stato comunista, ho militato nel giovanile della Dc e ne vado fiero, non sono mai stato di alcun partito, e ad ogni elezione ho votato per convizione e non perché ideologicamente schierato o peggio perche qualcuno ha comprato il mio voto. Credo che invece del richiamo alle ideologie di cui evidentemente e’ schiavo, dovrebbe pensare come provo io, probabilmente sbagliando, a proporre soluzioni per la città. E non basta una citazione per riempire di contenuti un post che e’ solo provocatorio senza riuscire, per mancanza di contenuti e verità, a essere offensivo. Uno che si firma Peppe Vallera devo ammettere che ha almeno il senso dell’ironia. Ma anche le sue inesattezze sono sospette se nascoste dietro un nome di fantasia. Egregi signori, una buona parte della rovina di Messina siete voi, che vi nascondete dietro l’animato per provare a offendere e mescolare le carte. Quando ero direttore di Vip, Rosaria Brancato ne e’ testimone, io cestinavo le decine di lettere anonime che arrivavano perchè gli anonimi non esistono, sono niente. Io quando accuso metto il mio nome, il mio cognome e la mia faccia. Alle uniche due persone serie che hanno commentato nel merito il testo voglio dire che rilevano due cose entrambe corrette. Ho omesso la questione dei precari ma solo perchè a mio avviso meritano un capitolo a parte, so cosa vivono perchè lo vivo nella mia famiglia con mia moglie insegnante e quindi mi compenetro perfettamente nello stato d’animo ma ha ragione soprattutto chi dice che anche io appartengo a una generazione che finora ha fallito e che e’ il momento di fare spazio e per questo mi somo avvicinato ai giovani professionisti di Viva Messina che mi hanno chiesto consigli e un intervento, sperando che loro siano piu bravi e fortunati di noi, che una parte di responsabilità l’abbiamo, ma non certo quella di avere gestito la cosa pubblica in modo cosi maldestro come a Messina negli ultimi 10 anni. Voglio infine ringraziare i colleghi di tempostretto per avere pubblicato il mio intervento dimostrando indipendenza e voglia di costruire perchè anche loro, ne parlavo con Danila La Torre che ringrazio, devono ogni volta subire accuse di parzialità solo perchè con imparzialità danno spazio a tutti. Ovviamente per chi nell’anonimato ha strumentalmente inventato tutto sulla mia persona definendo un pregiudizio e’ invitato a venire allo scoperto con nomi veri e facce e confrontarsi pubblicamente nei prossimi dibattiti o meglio ancora a candidarsi alle prossime elezioni nella speranza vengano eletti e contribuiscano cosi alla rinascita di Messina. Il resto e’ cuttigghio, tipico di quell’unica parte che odio di una città che amo al punto di averci investito tempo e risorse economiche e firmandomi sempre e orgogliosamente Fabio Mazzeo
La ringrazio molto
E’ vero Fabio, non abbiamo amministrato, ma ci siamo fatti la nostra carriera, chi più, chi meno, e tanti di noi, molto meno tu, hanno peccato di omissione civile.
Il resto che hai letto è “messinesità”, il pensiero che ci hanno formattato i politici dagli anni settanta in poi. Perchè , a mio semplice avviso, bisogna andare indietro alla metà degli anni sessanta , da li in poi ( fuori Martino e qualche altro illuminato ) sono arrivati a comandare i corleonesi , i viddani,
( il lungo elenco lo conosci bene ) e con il loro senso della roba e del comando hanno modificato il nostro dna , già per dolce natura sciroccato, e falciato il libero arbitrio di una e più generazioni .
Racconta anche questo ai giovani, e buona fortuna.
ART.21 COSTITUZIONE. Un MANIFESTO interminabile e criptato, si intravede una LISTA CIVICA, una delle tante dell’area del centrodestra, che affollerà la carcassa elettorale del POPOLO DELLA LIBERTA’, oramai morto nel cuore di quella gente, sinceramente liberale e moderata, tradita da Silvio Berlusconi, prova ne è la candidatura in solitudine del simpatico Pippo Isgrò, nessun uomo potente del PDL si candiderà ad una sicura sconfitta elettorale. Sono deluso dai contenuti di questo MANIFESTO, impossibile da commentare, non c’è passione politica e nemmeno il coraggio di fare i nomi dei BUROCRATI potenti, Antonio Ruggeri non conta niente nelle scelte di natura economica finanziaria di Palazzo Zanca, e Fabio MAZZEO non sa nemmeno, che oggi il dirigente non ha nessun incarico, mentre nell’era BUZZANCA, al massimo nominava esperti non retribuiti o organizzava la Notte della Cultura. Quanta differenza con RESET e il MOVIMENTO 5 STELLE, il primo si è mosso da tempo, quando la forza del PDL e PD era notevole, elaborando un programma insieme ai messinesi, rifiutando di allearsi con chi ha governato Messina anche dall’opposizione; il secondo è la CLAVA VOTO che gli italiani stanno usando per fare piazza pulita, senza violenza, di una classe politica screditata e senza cuore. Questo manifesto ha il sapore del difetto, che rende mediocri molti messinesi, sa di CUTTIGGHIU.
Non firmarsi non significa necessariamente non avere coraggio, non significa avere paura. In una citta’ in cui il potere si tramanda come un gioiello di famiglia, in cui tutti i potenti si conoscono e fraternamente si spartiscono la citta’ e’ un modo per poter dire la propria senza dover temere meschine rappresaglie. Ricordo il periodo durante il quale seguivo assiduamente il telegiornale di Fabio Mazzeo, lo ricordo come un periodo in cui le notizie avevano un’odore di “fresco”, non sapevano di stantio. Ricordo anche un primo tentativo di entrare nell’agone politico tramontato in coincidenza con la chiamata “azzurra”…….Ora lei si presenta nuovamente alla citta’, dalle sue risposte sembra che si stia presentando con l’elmetto……..accetti le giuste rimostranze di un popolo che ha sopportato, sopporta e sopportera’ dolorose “dominazioni” di baronie che non vedono mai il tramonto. Non si senta sin da subito un perseguitato ed un martire, accetti le critiche che le piovono addosso,le faccia sue, annusi l’aria per comprendere che sotto sotto qualcosa e’ cambiato. C’e’ tanta gente che nell’anonimato lavora, educa i propri figli per renderli dei buoni cittadini rispetosi delle regole, che li porta con se nella cabina elettorale per impartire le prime lezioni di democrazia, che orgogliosamente sorride quando un figlio chiede perche’ la citta’ e sporca e non si spiega perche’ nessuno pulisce….i problemi della citta’ li conosciamo tutti e molto bene, lei ultimamente li ha conosciuti solo nel fine settimana…..se ha delle soluzioni le proponga, si faccia giudicare dai cittadini, non tema vecchi topi di segreteria o grillini, abbia timore solo dei tanti che, anonimamente, sopravvivono e portano la croce in una citta’ che da tanto, troppo tempo attende un messia che compia il miracolo di Lazzaro, che faccia alzare la citta’ e la faccia camminare verso il futuro.
Sono anonimo…..e me ne vanto…….
chi è stato organico o beneficiato dal potere politico locale sarà giudicato dagli elettori. Messina è piccola, la campagna elettorale è partita, chi è stato chiaro ha già candidati e programmi, questi si stanno organizzando ma prenderanno solo i voti di parenti ed amici, non avranno più rappresentanti. Paradossalmente il partito più sicuro per loro (intendo l’ex destra, pdl) è il pd di genovese o l’udc, vedrete che si accalcheranno lì. A meno che non cambieranno veramente, facendo piazza pulita di tutto ciò che di inutile hanno prodotto, ed aderiranno a qualcosa di più fresco, forte, competente, perderanno. Scommettiamo?
Ma dove eravate dal 2004 ad oggi quando genovese e buzzanca, sotto la regia dei dirigenti comunali hanno deciso di affossare l’atm evitando così di affrontare a tutto tondo il problema del debito del comune per tempo? Ora che il re è nudo bisognerebbe tornare indietro e rileggere le posizioni di tutti riguardo al tema. Solamente tempostretto scrisse che il comune si comportava come un padre snaturato che faceva figli (dipendenti comunali) e figliastri (dipendenti di atm non pagati.
Tranquilli chi contesta la passione di Fabio Mazzeo per Messina non lo conosce per nulla.
Trattasi di bamboccioni di Padoa Schioppana memoria che figli di papà passeggiano in attesa del proprio turno per “truvari u postu” all’Università oppure in qualche carrozzone politico come hanno trovato il massimo dei voti o quasi sia alle scuole superiori che all’Università, certamente non appartengono a quella categoria di persone che cercano un lavoro tramite concorsi pubblici, oppure si allontanano purtroppo dalla nostra città per mettere a profitto il titolo di studio conseguito con fatica.
Ai raccomandati da quando sono nati tutto è dovuto, anche quando l’Ente che eroga il sussidio entra in crisi economico-finanziaria.
Si trova sempre un sindacato pronto a schierarsi in difesa del loro lavoro, fatto in gran parte da uncinetti e cruciverba.
Quando prestavo la mia modesta opera di lavoratore subordinato ad ogni sciopero mi veniva sottratta la quota parte dello stipendio, con questi che scioperano ad ogni piè sospinto come si comportano le ragionerie dei varie Enti?
I cuttighiari si dessero un poco da fare e pretendano investimenti seri e produttivi con creazione di nuovi posti di lavoro e non sussidi per rimanere schiavi a vita dei vari Buzzanca , Capone, Amata, D’Amore e via dicendo.
ART.21 COSTITUZIONE. Su un punto Fabio MAZZEO ha ragione, molti commenti hanno il timbro di quella messinesità negativa, il CUTTIGGHIO, che ci fa precipitare nella mediocrità di cui siamo vittime e carnefici, TUTTI muratori,progettisti,costruttori,gestori di case di cura e di riposo,giornalisti. Leggerò senza pregidizi le proposte di Fabio MAZZEO, ci dovrà dire se correrà in solitudine o con chi vorrà allearsi, RESET e MOVIMENTO 5 STELLE lo hanno fatto da tempo; ci dovrà dire se manterrà la stessa organizzazione del lavoro e dirigenti nelle tre Aree vitali per le sorti di Messina, cioè l’Area ECONOMICA FINANZIARIA, TRIBUTI e URBANISTICA, RESET e 5 STELLE lo hanno fatto da tempo; lui uomo che fa dell’INFORMAZIONE, il suo mestiere, ci dovrà dire se metterà in rete le sedute del Consiglio e delle Commissioni, modificando in tal senso il Regolamento Comunale, RESET e 5 STELLE lo hanno fatto da tempo; ci dovrà dire se la LIBERA SCELTA dei cittadini, in quel poco che resterà dei SERVIZI SOCIALI, sarà il faro che guiderà le sue scelte, oppure se condivide il sistema bando di gara, che porta diritto alle cooperative sociali. L’elenco è lungo, caro FABIO MAZZEO, ci eviti nelle risposte che ci darà, spero presto, la frase IO NON FARO’ MACELLERIA SOCIALE, quella c’è già. Lei sa, almeno quanto me, che la RETE WEB non è MAI anonima, anche Nino Principato ci parla della discussa identità di William Shakespeare, ma non si sogna neppure, di mettere in discussione la bellezza delle parole del drammaturigo e poeta,inglese,messinese,per me conta ” più dolce sarebbe la morte se il mio ultimo sguardo avesse come orizzonte il tuo volto. E se così fosse, mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire…”, come sarebbe bello se ognuno di noi le dedicasse al proprio amore.
“Uno che si firma Peppe Vallera devo ammettere che ha almeno il senso dell’ironia. Ma anche le sue inesattezze sono sospette se nascoste dietro un nome di fantasia.”
La permanenza romana, forse per le compagnie non proprio adeguate, lohanno fatto diventare rancoroso ed acido, come lo yogurth della Marcuzzi.
Io Le ho posto questioni reali, non frutto della mia fantasia.
Le vorrei ricordare le cause intentate dai giornalisti cacciati sotto la Sua direzione, ma evito di tediare i lettori.
Nell’invitarLa a riportare il mio cognome correttamente (occhio alla e accentata), Le chiedo di rispondere a chi le contesta un presente troppo difforme dal recente passato.
Ella afferma di non sapere rubare.
Questo La onora, al pari delle centinaia di messinesi disoccupati, angariati e sfruttati da chi è stato bersaglio dei suoi strali di un tempo, MA, mi consenta (tanto per usare un termine che Le dovrebbe rùessere familiare) io non lo sbandiererei come fosse un trofeo, visto che rientra nella normalità della gente onesta, di cui Lei, spero se ne sarà accorto, il partito di cui è Addetto stampa alla Camera dei deputati, di certo non abbonda.
E’ tra le Sue nuove fila che si annidano i responsabili dello sfascio di Messina, non ultimo il “simpatico” Buzzanca, che si è dimesso affermando di avere lasciato un bilancio in regola, salvo, a distanza di un paio di settimane, scoprire che il buco, per adesso, è di € 240.000.000.
Converrà con me che in un Paese serio, da subito il portone di Gazzi si sarebbe già dovuto aprire molte volte in questi giorni, per simaptici ed antipatici.
Con il suo salto della quaglia, Ella ha dimostrato che i suoi principi non sono nient’affatto saldi.
Che credibilità può avere un candidato che, dall’oggi al domani, cambia le sue idee politiche, in funzione della pagnotta, per quanto dorata e tempestata di siamanti?
Più leggo il suo livoroso commento, più mi convinco di avere a che fare con un signore e con la puzza sotto il naso.
Si crede il salvatore della Patria e, invece, è soltanto alla ricerca di un remunerato nuovo sbocco professionale.
In virtù della stima di un tempo, La prego vivamente di fare le valigie, tornare a Roma e cercarsi una nuova sedia su cui potersi sedere.
Lo ha fatto una volta, lo può fare di nuovo.
Per dirla con Clint Eastwood “Fabio, il gioco tu lo conosci”.
Sperando che non vorrà nè lo stato di nascita nè le impronte digitali.
Giuseppe Vallèra.
questi ci prendono per fessi. Nel frattempo mi domando: chi ha pagato l’affitto della sala di SM Alemanna, a gestine comunale??
LE FACCE IMPRESENTABILI CHE MANDANO AVANTI E SI NASCONDONO DIETRO FACCE GIA’ BRUCIATE DA SCELTE IMPROVVIDE DEL PASSATO CHE LA GENTE ATTENTA COMUNQUE NON HA MAI DIMENTICATO.
…I PENDOLARI DEL GATTOPARDISMO MESSINESE, SERVI DEI SOLITI POTERI, VECCHI DI CENT’ANNI.
caro Mazzeo, non metto in dubbio quello che dice sul suo conto, ma le assicuro che molti di noi sono semplici cittadini liberi e onesti che incontra normalmente per strada, e che hanno las pelotas un po gonfie di tutto, visti i fatti che danno loro non ragione ma straragione. Quindi queste neoassociazioni vengono prese per quello che sono, ovvero realtà preelettorali. La gente non è più così stupida come credono i politicanti da strapazzo che ci hanno portati a questo punto, per fare i loro comodi.Credo che ormai i servi siano una minoranza, e la politica becera che ci ha governato sin’ora e che utilizza sempre gli stessi stupidi metodi, nel 2013 prenderà una bella e meritata mazzata.
Chi è anonimo ha forti interessi o troppa paura per tempi come questi. Con chi dice dove ero io dal 2004 al 2009 rispondo che sono disponibile carte alla mano perché ho il maledetto vizio di conservare tutto dove ero io è lui mi dirà invece cosa faceva e dov’era. Per non approfittare della cortesia di Tempostretto vi saluto dedicandovi @Caro il mio francesco di Ligabue. Voi rimanete anonimi, per quando metterete su un po di coraggio sapete dove rintracciarmi perché io non sono mai stato anonimo e sono riconoscibile dall’altezza, dalla fierezza e dall’educazione che mi hanno insegnato. Buona Messina a tutti, anzi Viva Messina
indignato speciale, concordo pienamente
MAZZEO TACI, TORNATENE A ROMA DA QUALCUNO CHE PUO’ ANCORA UTILIZZARTI, QUA TI SEI GIA’ BRUCIATO!
Egregio Sig. Mazzeo, di tanto in tano seguivo le Tue trasmissioni quando trasmettevi su Televip e le trovavo interessanti perchè gli argomenti venivano affrontati con il giusto distacco che deve avere il giornalista. Sulla questione dissesto però non posso concordare con Te, perchè grazie ai tanti “pecoroni” e “ruffiani” che popolano la nostra città, pronti a vendersi per un “buono benzina o per un pacco di pasta”, il dissesto è l’unico modo per dire BASTA a questa classe politica e dirigente che ha distrutto una città. Con il ricorso al fondo antidissesto le imposte ed i tributi aumenterebbero a dismisura, come per il dissesto, ma ci troveremmo sempre tra i piedi i vari @@@, @@@, @@@, ecc. In più questo consiglio comunale che adesso corre ai ripari e si appella all’unità, è proprio quel consiglio che con la sua totale inerzia ed indifferenza, mascherato da una falsa “verginità” ha contribuito al determinarsi di questa profonda crisi. Quindi bisogna necessariamente azzerare tutto e cominciare daccapo. Del resto se un pc s’impalla, cosa fai? Stai là a cercare di riprenderlo? Ctrl+alt+canc e si resetta. La stessa cosa dobbiamo fare con il comune. Amministrare in queste condizioni non porta da nessuna parte, perchè in consiglio ci sono sempre quei soggetti che hanno fatto danno e che continueranno a fare danno, se non saranno sputtanati e condannati. La corte dei conti è qualcosa da non augurare al peggior nemico perchè è spietata ed implacabile: esattamente il binomio per questa gente. Quando ci sono in discussione dei bilanci e non vengono approvati, si deve cercare di abbattere quegli ostacoli che possono comprometterne la definizione. Se questi ostacoli sussistono sempre, ci si rivolge alla magistratura contabile, cosa che sembra non abbiano fatto nè il ragioniere generale, nè i revisori dei conti, nè il consiglio, buono soltanto a chiedere e barattare favori. In una società normale il Tuo ragionamento sarebbe corretto, ma in questa città, in questa regione, dove il malaffare regna sovrano, dove l’inciviltà e l’ineducazione sono la norma, dove le persone oneste e corrette vengono identificate come un ostacolo……..hai fatto bene ad andare a Roma ed abbandonare questa città che ormai non ha più niente da offrire.