E’ quanto deciso in conferenza capigruppo. I consiglieri sono, comunque, disposti ad incontrare ed ascoltare in sede diversa i rappresentanti sindacali. Filt Cgil e Uil Trasporti invocano «un grande piano di salvataggio»
I sindacati chiamano, i consiglieri comunali rispondono picche. La seduta aperta del Consiglio comunale sulla vertenza Atm, invocata dalle organizzazioni sindacali OrSa, Ugl, e Cub, non si farà. E’ quanto deciso questa mattina nel corso della conferenza dei capigruppo, che si è tenuta a Palazzo Zanca nella stanza del presidente Pippo Previti, Cade, quindi, nel vuoto la richiesta formalmente inoltrata pochi giorni fa all’ufficio presidenza dai rappresentanti delle tre sigle sindacali , che avrebbero voluto affrontare il nodo del trasporto pubblico locale in aula consiliare di fronte ad una platea composta da cittadini e lavoratori. Tuttavia, i consiglieri fanno sapere che non si sottrarranno al confronto e sono disposti ad incontrare, in qualsiasi momento, i sindacati ed ascoltare le loro rimostranze purché non in Consiglio comunale, nel cui ordine del giorno sono già incardinate varie delibere sull’Atm, cioè quelle relative ai bilanci degli anni precedenti e quella sulla messa in liquidazione. La linea concordata dai consiglieri, durante la riunione di stamattina, è infatti quella di procedere regolarmente con i lavori dell’aula , magari anticipando la trattazione degli atti deliberativi sull’azienda trasporti. Un’accelerazione in realtà già sollecitata nell’ultima seduta del Civico Consesso dal consigliere comunale dell’Udc Pippo Ansaldo che, prendendo tutti alla sprovvista, aveva proposto un’inversione dell’ordine del giorno ed il prelievo immediato della delibera n.503 presentata dall’amministrazione comunale e riguardante la riorganizzazione dei servizi di mobilità urbana (alias la messa in liquidazione Atm). Proposta respinta dall’aula con l’astensione in massa del partito del rappresentante centrista ma soprattutto con i voti contrari non solo del Pd ma anche del Pdl, con sgambetto “a sorpresa” a Buzzanca e Miloro.
Ma torniamo al fronte sindacale perché anche Fit Cgil e Uil trasporti dicono la loro sulla drammatica situazione dell’azienda di via La Farina, sottolineando in un documento congiunto che «quanto avviene in questi giorni era perfettamente prevedibile da anni, ma chi doveva ha preferito non curarsene e tirare a campare, come se il disagio di lavoratori e cittadini non fosse importante e non diventasse invece quotidianamente sempre più evidente. Adesso – dicono – il gioco è finito ed una soluzione va trovata». Soluzione che ,secondo Pino Foti della Fit Cgil e Silvio Lasagnoi della Uil trasporti, può consistere solo in «un grande piano di salvataggio che punti, da subito, all’aumento dei mezzi in circolazione e che consenta di attendere la legge di riforma della gestione sui servizi pubblici, che il legislatore dovrà disporre dopo l’esito del recente referendum».
Incontri da concordare, soluzioni possibili, ma intanto c’è chi vive sulla propria pelle il dramma di un’azienda piena crisi. Stamattina, un lavoratore è salito sul cornicione della sede Atm, minacciando di gettarsi di sotto se non gli avessero pagato gli stipendi arretrati. Fortunatamente, la tragedia è stata solo sfiorata perché alla fine l’uomo si è fatto convincere a non compiere il gesto estremo, ma l’episodio di stamattina la dice lunga sulla tensione che si respira in queste settimane all’ Atm, il cui destino sembra davvero essere appeso ad un filo pronto a spezzarsi. (Danila La Torre)