Nonostante le rassicurazioni avute nell’incontro del 21 aprile ci si è trovati di fronte ad assoluta carenza di scelte che hanno determinato la rinuncia a commesse private e il bacino dell’Arsenale di Messina rimasto vuoto
Le funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e la Uil Pa hanno inviato una nota al sindaco del Comune di Messina e della Città Metropolitana, al direttore Arsenale Militare di Messina, al ministro della Difesa Roberta Pinotti e al sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi, per chiedere l’attivazione di un tavolo di confronto per discutere del futuro dell’Arsenale di Messina e del personale in servizio.
"Non possiamo fare a meno di manifestare tutta la nostra preoccupazione – dichiarano Clara Crocè e Francesco Fucile della Fp Cgil, Calogero Emanuele e Paola Zito della Fp Cisl, Andrea Mangraviti e Angelo Rodilosso della Uil Pa – per l’assoluta mancanza di risposte da parte dei vertici dell’Agenzia Industria e Difesa in seguito all’incontro del 21 Aprile 2016, tenutosi presso l’Arsenale Militare di Messina in occasione della visita del direttore generale Aid, Giancarlo Anselmino. Ribadiamo l'importanza strategica dell'area militare messinese e che la vertenza non può passare in secondo piano rispetto ad altre realtà nazionali come quelle di La Spezia e Taranto. Dopo il passaggio in Aid dell’Arsenale Militare di Messina abbiamo assistito ad una costante ed evidente riduzione degli interventi e al metodico contenimento delle risorse finanziarie e delle potenzialità di ogni singolo settore lavorativo, in simbiosi con una politica che, anziché valorizzare le capacità professionali dei tantissimi lavoratori civili, le hanno degradate e svuotate di dignità. Nonostante le rassicurazioni avute nell’incontro del 21 aprile ci si è trovati di fronte ad assoluta carenza di scelte che hanno determinato la rinuncia a commesse private e il bacino dell’Arsenale di Messina rimasto vuoto. La situazione venutasi a creare negli ultimi giorni aggrava ancor di più quanto registrato negli ultimi anni, convinti che si navighi a vista, senza una progettualità e comunque senza un minimo strumento che dia sicurezza, serenità e dignità ai lavoratori civili della difesa e che rilanci l’attività dello stabilimento. Sosteniamo con forza che bisogna aprire una nuova fase in cui saper ribaltare i termini: l’obiettivo dovrà essere non più esternalizzazioni ma internalizzazioni ed altrettanto chiaro dovrà essere il rilancio dello stabilimento di Messina con iniziative certe e definite che pongano al centro le potenzialità dei lavoratori civili evitando, come avviene oggi, di marginalizzarli in ruoli e funzioni privi di responsabilità. Purtroppo nutriamo forti preoccupazioni anche per l’intero indotto che, con il deponteziamento dell’Arsenale di Messina, conseguenza della politica industriale della AID, rischia di ricevere un ulteriore colpo mortale dovuto alle continue dismissioni in tutto il territorio provinciale. Chiediamo ai vertici delle Istituzioni – concludono i rappresentanti sindacali – l’immediata attivazione di un tavolo di confronto al fine di scongiurare la chiusura dell'Arsenale".