Caso Genovese, la Giunta per le autorizzazioni voterà il 7 maggio

Caso Genovese, la Giunta per le autorizzazioni voterà il 7 maggio

Rosaria Brancato- Alessandra Serio

Caso Genovese, la Giunta per le autorizzazioni voterà il 7 maggio

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mercoledì 30 Aprile 2014 - 20:30

La Giunta per le autorizzazioni a procedere voterà sulla richiesta d'arresto di Francantonio Genovese il 7 maggio. Il voto definitivo sarà comunque quello della Camera nelle settimane successive. E' quanto deciso nell'ultima. Intanto a Messina continua il processo Corsi d'oro. Bagarre in Tribunale in merito alla perizia del consulente della Procura Barreca.

Gli atti e i documenti richiesti ad integrazione del caso ci sono tutti, pertanto la Giunta per le autorizzazioni a procedere potrà esprimersi in merito alla richiesta d’arresto avanzata dalla Procura di Messina nei confronti di Francantonio Genovese nella seduta del 7 maggio. E’ quanto emerso oggi nel corso della prosecuzione dei lavori di ieri. Sia il Tribunale di Messina infatti che la Procura hanno trasmesso nei giorni scorsi tutti gli atti e i provvedimenti che erano stati richiesti dalla Giunta, compresi quelli relativi alla Training service, l’ultimo Ente di formazione che secondo il deputato Pd fa ancora a lui riferimento, sia pure indirettamente. L’esame delle integrazioni quindi, secondo quanto deciso oggi dall’Ufficio di presidenza, è fissato per martedì 6 maggio e prevede anche la formulazione della proposta di deliberazione da parte del relatore, Antonio Leone, e quindi gli eventuali interventi di dichiarazioni di voto. Non ci saranno ulteriori slittamenti e mercoledì 7 maggio la Giunta voterà sulla richiesta d’arresto.

La parola passerà poi alla Camera, per il voto definitivo.

Nel corso della seduta dell'ulima Vincenzo Caso, M5S ha ribadito la posizione del gruppo a proposito dei diversi rinvii “La risposta della Procura della Repubblica – ha detto- che ha trasmesso celermente tutti gli atti, testimonia con chiarezza l'intento dilatorio che aveva motivato la richiesta della Giunta e che il M5S ha stigmatizzato”.

Nel replicare il presidente della Giunta, Ignazio La Russa, ha ricordato che l’esigenza di ulteriore tempo era stata avanzata dal relatore per poter formulare una proposta articolata e che comunque lo stesso La Russa aveva sempre dichiarato di voler limitare i tempi.

Intanto a Messina, altra giornata accesa, intanto, all'ultima udienza del processo in corso. In aula il confronto tra accusa e difesa si fa sempre più aspro, enfatizzando dinamiche comuni a molti processi, ma che in questo caso, visto il rilievo dei personaggi coinvolti, alimentano toni accesi. Cosi, il controesame del commercialista Giuseppe Barreca, consulente della Procura, é terminato con una richiesta al Tribunale di interrompere la sua deposizione. Gli avvocati hanno sostanzialmente chiesto ai giudici di valutare la possibilita' di ascoltare il perito Barreca con le garanzie previste dagli indagati di procedimento connesso. Una richiesta che ha fatto "scattare" la reazione del pubblico ministero, che ha parlato di "intimidazioni" degli avvocati al perito, quasi volessero far capire al consulente, cioè, che ha operato illegittimamente. Una bagarre scatenata dall'affermazione del commercialista Barreca, incalzato dagli avvocati, di essersi avvalso del supporto di un ingegnere, nel lavoro di consulenza. Una sorta di ulteriore "consulente occulto", secondo i difensori, che pero' non era stato espressamente autorizzato dalla Procura. L'aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Fabrizio Monaco si sono invece riservati di produrre l'autorizzazione all'ingegnere. Ben più rilevante l'attacco mosso al consulente sui criteri utilizzati per la stima degli immobili utilizzati dagli enti di formazione Aram, Ancol e Lumen per le attività formative e sul noleggio delle attrezzature. Nel mirino dei difensori, anche, le conclusioni di Barreca sul residuo di gestione degli enti, la rendicontazione dei fondi. Qui lo scontro è forte perché la Procura basa parte delle accuse sull'assenza di rendicontazione da parte degli enti, pezze d'appoggio che invece ci sarebbero, tra le carte acquisite dalla Polizia, ma che Barreca non avrebbe valutato. Dopo essere passato al filo di fuoco degli avvocati Nino Favazzo, Sandro Billè, Bonni Candido, Francesca Mesiti, Giuseppe Tortora e Giovanni Da Campo, alle 17 il commercialista Barreca ha lasciato la scomoda sedia del testimone occupata alle 11 del mattino. Alla prossima udienza, il 30 maggio, toccherà all'ingegnere Dario Megna.

Rosaria Brancato-Alessandra Serio

2 commenti

  1. Lasciatelo in pace il grande Francantonio, ve lo chiedo per favore, anche a nome dei tanti xxxxxxxxxx.

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  2. Lasciatelo in pace il grande Francantonio, ve lo chiedo per favore, anche a nome dei tanti xxxxxxxxxx.

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