L'Ordine chiede una convocazione di ordini e collegi professionali per raggiungere, in uno spirito di collaborazione, un’utile condivisione delle scelte di riorganizzazione dell’ufficio condono e del dipartimento dell’edilizia privata
L'amministrazione comunale vorrebbe eliminare il servizio destinato alle istanze di condono edilizio. Un servizio che, secondo l'Ordine degli architetti, è efficace e garantisce introiti al Comune. Per questo, con una nota inviata all'amministrazione comunale, ai dirigenti e al Consiglio comunale, gli architetti chiedono di desistere dalla decisione di sopprimere l’Ufficio Condono.
“La scelta di porre fine a questa esperienza – scrive l'Ordine nella nota – impone di procedere ad una formale contestazione anche in merito alle motivazioni addotte dall’Assessore al ramo, ancorché espresse in forma ufficiosa su un social network, perché se è vero che il Dipartimento continuerà ad esaminare le pratiche di condono, ci mancherebbe, è altresì vero che non lo farebbero quei tecnici interni al Dipartimento stesso, che hanno acquisito nel tempo notevoli competenze in materie, al punto da garantire agli utenti risposte adeguate in tempi compatibili. L’idea di ‘diluire su tutte le unità operative’ i procedimenti in corso è un ritorno al passato, che non lascia sperare in nulla di buono: il personale del dipartimento infatti, già oberato di lavoro, non si è quasi mai occupato di condono edilizio, per cui si rischia un dannoso rallentamento delle procedure“.
In conclusione l’Ordine degli Architetti chiede di bloccare l’iniziativa intrapresa e di procedere ad una convocazione di ordini e collegi professionali per raggiungere, in uno spirito di collaborazione, un’utile condivisione delle scelte di riorganizzazione dell’ufficio condono e del dipartimento dell’edilizia privata.
Questa nota segue a ruota un’altra di alcuni giorni fa con cui l’Ordine, in un processo di facilitazione dei rapporti avviato da tempo insieme agli iscritti, aveva segnalato ancora una volta all’Amministrazione Comunale tematiche spesso inascoltate che vanno: dal banale orario di ricevimento inadeguato o assenza per motivi di servizio dei funzionari durante tali orari; alle determinazioni assunte dal Dirigente del Dipartimento Politiche del Territorio, nel merito, in particolare, delle Valutazioni di Incidenza di cui all’art. 5 del D.P.R. 357/97.
“In difformità e in violazione del superiore Decreto Presidenziale e della conseguente specifica normativa regionale – recita la nota – il Dirigente ha adottato una Determina con la quale stabilisce che le Valutazioni di Incidenza hanno validità limitata nel tempo (cinque anni) con ciò violando anche un principio costituzionale“.