Dalla "vertenza industria" alla crisi regionale dell'edilizia, è emergenza lavoro

Dalla “vertenza industria” alla crisi regionale dell’edilizia, è emergenza lavoro

Dalla “vertenza industria” alla crisi regionale dell’edilizia, è emergenza lavoro

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lunedì 02 Giugno 2014 - 10:18

Dopo la fortissima protesta degli edili messinesi a Palazzo Zanca arriva la dura presa di posizione del segretario regionale Filca Cisl che si appella al presidente Crocetta. Intanto la Fiom Cgil si è riunita per discutere di industria, tra le troppe vertenze e le continue chiusure di aziende.

Il settore dell’industria è tra i più colpiti dalla crisi economica: tante le aziende che chiudono, tantissime le vertenze lavorative. A mettere in evidenza i numeri dell’emergenza occupazionale e sociale è l’ultimo report della Cgil di Messina sullo stato dell’occupazione nel territorio. La questione è stata al centro del Direttivo provinciale della Fiom-Cgil, il primo dopo l’ultima fase congressuale, che ha rilanciato i temi dell’occupazione e dello sviluppo del territorio mettendo al centro dei lavori lo stato e le prospettive del comparto, le vertenze che riguardano le realtà della cantieristica e del polo industriale tirrenico, piccole e medie aziende del settore in grave difficoltà.

Nella riunione del direttivo aperta dalla relazione del neo segretario della Fiom di Messina Salvatore Chiofalo si è parlato di una nuova mobilitazione per il lavoro, per le opportunità di sviluppo, contro la precarizzazione e il lavoro irregolare.

“La vertenza industria ci vedrà mobilitati e impegnati nella tutela dei lavoratori in un momento in cui le aziende affrontano la crisi comprimendo i salari e i diritti con la precarizzazione del lavoro, in azioni di inclusione contrattuale contro la frammentazione del lavoro, sia perché non venga compromesso quel tessuto produttivo presente nel territorio, sia in un nuovo modello di sviluppo industriale“, ha detto il neo segretario generale della Fiom di Messina, Salvatore Chiofalo. “Pensiamo che un nuovo modello di sviluppo possa essere ispirato all’ammodernamento e all’innovazione e che troverebbe copertura finanziaria con le risorse comunitarie di Agenda 2014-2020”.

Un piano per l’industria, una politica di sviluppo condivisa da tutto il sindacato, dalle organizzazioni datoriali che consenta di rilanciare le attività produttive e di creare nuova occupazione e che passi anche dalle infrastrutture per incidere sulla competitività e la produttività delle aziende, la Fiom di Messina rilancia questa rivendicazione ai Governi locali, regionale e nazionale.

La Fiom anche a Messina accentuerà la mobilitazione sindacale per la eliminazione della Legge “Fornero” per restituire il diritto di andare in pensione dopo tanti anni di duro lavoro e per la riduzione dell’orario di lavoro con la tutela dei salari attraverso la riduzione del carico fiscale: solo così sarà possibile dare risposte per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

Il Direttivo Fiom, a cui ha preso parte il neo segretario regionale Roberto Mastrosimone, ha registrato gli interventi dei lavoratori delle realtà messinesi (Raffineria, Duferdofin e dell’indotto). Il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, intervenendo ai lavori del direttivo e soffermandosi sull’analisi che ha messo in evidenza il crollo dell’occupazione nel territorio di Messina, temuto e denunciato dal sindacato che aveva chiesto interventi correttivi, ha ripreso i temi nodali di nuove politiche economiche e di sviluppo.

Eletto alla presidenza del Comitato Direttivo Fiom di Messina Maurizio Giannetto, vice presidente Tindaro Giardina e componenti della segreteria Giovanni Costantino (Duferdofin), Enzo La Rosa (Polo di Milazzo). L’organismo dirigente sarà presto convocato per eleggere l’esecutivo provinciale.

Se si parla di crisi, dall’industria all’edilizia il passo è brevissimo. La forte protesta degli edili messinesi a Palazzo Zanca ha avuto eco in tutta la Sicilia e una dura presa di posizione è arrivata dal segretario regionale della Filca Cisl. "Quello che è accaduto a Messina, durante la manifestazione di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, è la dimostrazione di quanto noi andiamo dicendo da tempo, ovvero che la disperazione degli operai edili ha raggiunto livelli di guardia, a causa dell'incapacità e dell'irresponsabilità della classe politica e istituzionale siciliana. Cosa aspettano ad affrontare l'emergenza sociale di oltre 75mila disoccupati nel settore delle costruzioni? Sono troppo comode le poltrone su cui sono seduti per accorgersi di questo dramma occupazionale? Da molti mesi ormai gli edili siciliani manifestano il loro disagio in diverse piazze, a Catania, a Messina, a Palermo, a Gela, a Siracusa e a Marsala e la classe politica regionale continua a voltarsi dall'altra parte. Se questo disagio si trasformerà in forte protesta la responsabilità sarà tutta del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta e dei deputati regionali, che fino ad oggi hanno scelto di destinare a tutto risorse economiche, tranne che alle infrastrutture, strumento importante per lo sviluppo dell'isola e per il lavoro produttivo". A dirlo è Santino Barbera, segretario generale della Filca Cisl Sicilia, che aggiunge: "Negli ultimi giorni ci sono state due manifestazioni dei sindacati dell'edilizia, una a Trapani ed una a Messina. La prima è stata contenuta nei toni, l'altra no, come raccontano le cronache di ieri. E' il sintomo che, come noi avevamo detto un anno fa, la crisi profonda che attraversa il comparto delle costruzioni rischia di trasformarsi in una bomba sociale". Secondo Barbera, 'basterebbe poco per ridare ossigeno all'edilizia, sbloccando, ad esempio, il 50% degli appalti per opere pubbliche, fermi a causa della lentezza burocratica o di ricorsi al Tar".

"Serve un tavolo politico – conclude Barbera- per sbloccare urgentemente tutte le opere pubbliche ancora impantanate nei meandri della burocrazia. Noi lo chiediamo da tempo e continueremo a manifestare ogni giorno, se necessario, affinché all'edilizia siciliana venga restituito il ruolo che le spetta nell'economia regionale".

2 commenti

  1. La CGIL di oggi, ben altro fu il sindacato di DI VITTORIO, si è specializzata nella difesa ad oltranza dei lavoratori garantiti da un incarico a tempo indeterminato, per intenderci i dipendenti, gran lavoratori, della Regione Siciliana, se ne infischia delle migliaia di giovani subordinati costretti a munirsi di PARTITA IVA per lavorare o dei tanti costretti a firmare contratti burla mascherati da acronimi dalla pronuncia beffarda, CO.CO.CO. La Commissione Europea chiede al nuovo anfitrione italiano, Matteo RENZI, certezze sulla copertura per il 2015 degli OTTANTA EURO, picciuli protagonisti della vittoria elettorale, dati appunto a chi è garantito dalla CGIL. Dove ha preso una parte di questi soldi il macchiavellico fiorentino? Andando a tassare per esempio gli immobili, anche delle PARTITE IVA o CO.CO.CO, diminuendo la deduzione del canone di locazione dal 15% a 5%. Facciamo un esempio. Una PARTITA IVA con un reddito inferiore a €15.000 ha un piccolo locale affittato, canone €350 mensili,€4.200 anno. Quest’anno a causa del provvedimento di LETTA, confermato da Matteo RENZI, ambedue del PARTITO DEMOCRATICO, il suo reddito imponibile viene aumentato di €420 (€3.990-€3.570), e poichè la sua aliquota è del 23%, la sua IRPEF aumenta di €96,60, utili a pagare a un garantito dalla CGIL gli €80, con il resto di €16,60 disponibili per un’altro garantito. MA FATEMI IL PIACERE DI ANDARE AL DIAVOLO.

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  2. La CGIL di oggi, ben altro fu il sindacato di DI VITTORIO, si è specializzata nella difesa ad oltranza dei lavoratori garantiti da un incarico a tempo indeterminato, per intenderci i dipendenti, gran lavoratori, della Regione Siciliana, se ne infischia delle migliaia di giovani subordinati costretti a munirsi di PARTITA IVA per lavorare o dei tanti costretti a firmare contratti burla mascherati da acronimi dalla pronuncia beffarda, CO.CO.CO. La Commissione Europea chiede al nuovo anfitrione italiano, Matteo RENZI, certezze sulla copertura per il 2015 degli OTTANTA EURO, picciuli protagonisti della vittoria elettorale, dati appunto a chi è garantito dalla CGIL. Dove ha preso una parte di questi soldi il macchiavellico fiorentino? Andando a tassare per esempio gli immobili, anche delle PARTITE IVA o CO.CO.CO, diminuendo la deduzione del canone di locazione dal 15% a 5%. Facciamo un esempio. Una PARTITA IVA con un reddito inferiore a €15.000 ha un piccolo locale affittato, canone €350 mensili,€4.200 anno. Quest’anno a causa del provvedimento di LETTA, confermato da Matteo RENZI, ambedue del PARTITO DEMOCRATICO, il suo reddito imponibile viene aumentato di €420 (€3.990-€3.570), e poichè la sua aliquota è del 23%, la sua IRPEF aumenta di €96,60, utili a pagare a un garantito dalla CGIL gli €80, con il resto di €16,60 disponibili per un’altro garantito. MA FATEMI IL PIACERE DI ANDARE AL DIAVOLO.

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