Ruota intorno la figura del legale d'affari messinese la clamorosa indagine della Procura di Messina, condotta insieme alla Dda, e sfociata nelle perquisizioni in diversi studi di professionisti da parte della Guardia di Finanza.
Il calderone di inchiesta è ampio, gli sviluppi delle indagini sono tutte da verificare. Di certo, al momento, ci sono soltanto i nomi di quattro degli indagati, che compaiono in un decreto di sequestro. E sono nomi eccellenti: si tratta infatti dell'avvocato d'affari Andrea Lo Castro, maxi creditore di una lunga serie di enti locali, il commercialista Francesco Panarello, l'immobiliarista Francesco Bagnato e Orazio Oteri.
Dopo aver raccolto le prime ipotesi di indagine, venute fuori dalla trasmissione di atti alla magistratura di Messina da parte di altre due procure, la Guardia di Finanza ha messo in moto la macchina dei controlli e avviato le prime perquisizioni. Riciclaggio, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta ed evasione fiscale i reati ipotizzati.
L'indagine è, giova ripeterlo, soltanto ai primi passi. Ad occuparsene è il sostituto procuratore Francesco Massara.
Agli atti ci sono le risultanze di precedenti accertamenti investigativi, che hanno indicato il ruolo chiave dell'avvocato Lo Castro nella gestione di alcuni affari immobiliari, e una delega proveniente da altre procure all'opera su precise vicende. Da una parte c'è l'operato del commercialista Panarello, già sotto la lente per il suo ruolo nella vicenda del fallimento del colosso delle costruzioni Borella. Proprio intercettandolo in quel caso, gli investigatori sono risaliti ai suoi collegamenti con Lo Castro.
Dall'altro ci sono gli acquisti, alcuni effettuati, altri soltanto tentati, alle aste giudiziarie. Complessi affari che hanno riguardato importanti acquisizioni, letteralmente passati di mano grazie anche a prestanomi.
Alessandra Serio