Piano di riequilibrio “rimodulato”: sulla sua sostenibilità si gioca il futuro della città

Piano di riequilibrio “rimodulato”: sulla sua sostenibilità si gioca il futuro della città

Danila La Torre

Piano di riequilibrio “rimodulato”: sulla sua sostenibilità si gioca il futuro della città

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lunedì 02 Marzo 2015 - 23:04

Il documento approvato sabato dai consiglieri farà adesso nuovamente tappa al Ministero e poi finirà all’attenzione della Corte dei conti, che conosce molto bene le “disgrazie” contabili di Palazzo Zanca, sui cui negli ultimi anni ha puntato spesso i riflettori

Per la città di Messina ricomincia l’attesa. Trascorreranno ancora mesi prima di sapere quale sarà il destino del Comune dopo il via libera al Piano decennale di riequilibrio “rimodulato”, che è stato prima “auto-emendato” dalla giunta Accorinti, costretta a recepire gli indirizzi del Collegio dei revisori dei conti, e poi approvato dal Consiglio comunale, grazie ad una maggioranza multicolore.

Il passaggio che si è consumato sabato in Aula è infatti solo propedeutico ad ottenere il giudizio decisivo, anche se non definitivo, sulla manovra finanziaria decennale, con cui il Comune spera di accedere al Fondo di Rotazione nazionale e portare in riva allo Stretto circa 70 milioni di euro. La cifra finale dovrebbe aggirarsi tra i 68 e 69 milioni di euro e non arrivare ai 72 milioni di euro inizialmente preventivati.

Giudice “supremo” del Piano di riequilibrio sarà la Corte dei conti, che conosce molto bene le “disgrazie” contabili di Palazzo Zanca, sui cui negli ultimi anni ha puntato spesso i riflettori.

Il documento approvato sabato dai consiglieri farà adesso nuovamente tappa al Ministero e poi finirà sulla scrivania dei magistrati contabili. La Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti sarà chiamata a valutare la congruenza del piano ai fini del riequilibrio e dovrà deliberare sulla sua approvazione o sul suo diniego.

In altre parole dovrà dire se il piano di riequilibrio 2.0 è sostenibile e se le misure di risanamento proposte dalla giunta Accorinti ed avallate dal Consiglio comunale possano realmente portare a compimento il percorso di risanamento dei conti dell’ente o siano semplicemente un «dannoso escamotage» per dilatare nel tempo la dichiarazione di dissesto.

Anche nel caso in cui il piano di riequilibrio ottenga il via libera da Palermo, il Comune di Messina resterà sotto costante osservazione. In virtù del decreto 174/2012 convertito nella Legge 213/2012, l’Organo di revisione economico-finanziaria dell’ente deve infatti trasmettere al Ministero dell’Interno, al Ministero dell’Economia e delle Finanze e alla competente Sezione regionale della Corte dei Conti, entro quindici giorni successivi alla scadenza di ciascun semestre, una relazione sullo stato di attuazione del piano e sul raggiungimento degli obiettivi intermedi fissati dal piano stesso. Entro il 31 gennaio dell’anno successivo all’ultimo di durata del piano, il Collegio dei revisori dovrà anche redigere una relazione finale sulla completa attuazione dello stesso e sugli obiettivi di riequilibrio raggiunti.

In attesa di conoscere come si esprimerà la Corte dei conti, andiamo a vedere quali restano i punti deboli del piano di riequilibrio bis targato Accorinti o meglio Signorino-Le Donne, alla luce delle 23 osservazioni del Ministero e delle linee guida emanate dalla Corte dei Conti per garantire una interpretazione tendenzialmente uniforme delle norme che disciplinano la procedura di riequilibrio.

Il nodo principale resta il consuntivo 2013, con annessa tabella sui parametri di deficitarietà, da cui dovrebbe evincersi che il Comune non è un ente strutturalmente deficitario, condizione questa che impedirebbe l’accesso al Fondo di rotazione. In ballo c’è sempre quel famigerato parametro 6 sulle spese del personale, in merito al quale si è consumato lo scontro interpretativo tra Signorino e Le Donne da un parte ed i revisori dei Conti dall’altra. Secondo questi ultimi sarebbe stato necessario calcolare nelle spese del personale anche quelle relative ai dipendenti delle società partecipate ma il vice-sindaco ed il segretario/direttore generale si sono sempre opposti a tale testi. Sarà, dunque, il Ministero prima e la Corte dei Conti poi a dover dirimere la questione, che è di vitale importanza. Qualora infatti avessero ragione Zaccone, Zingales e Basile, il Comune assumerebbe lo status di ente strutturalmente deficitario, per aver sforato il limite del 38% nel rapporto tra spesa del personale/entrate correnti e verrebbe a cadere l’intero piano di riequilibrio. A quel punto Palazzo sarebbe condannata inesorabilmente al dissesto.

Al consuntivo 2013 è legata anche un’altra insidia, vale a dire quel disavanzo da oltre 2 milioni di euro, già registrato nel rendiconto 2012 e che – secondo quanto sottolineato dal Ministero – non era stato computato nella massa passiva complessiva del piano di riequilibrio.

Restando in tema di debiti e passività, con la nota firmata dal dirigente ministeriale Verde venivano chiesti lumi e dettagli sulla situazione debitoria di Palazzo Zanca e l’ente veniva espressamente invitato a «dimostrare attraverso la produzione di accordi transattivi sottoscritti tra le parti, l’adesione dei creditori alla proposta di rateizzazione del debito». Ai fini di cristallizzare la massa debitoria, la giunta Accorinti ha seguito le indicazioni che il Collegio dei revisori dei conti ha messo nero su bianco nella relazione consegnata il 7 febbraio. Quanto agli accordi transattivi, Palazzo Zanca ha fissato le regole e predisposto gli schemi di transazione da sottoporre agli 80 creditori che vantano somme superiori a 50mila euro. Il vice-sindaco ha comunicato che ad oggi sono stati firmati 15 accordi transattivi. Sulla rateizzazione del debito non ci sono quindi ancora quei dati certi che chiedeva il Ministero, ma l’amministrazione conta di poter traferire le transazioni e le relative informazioni nelle prossime settimane.

Sempre il Ministero chiedeva – ormai due mesi fa ed in teoria entro il 28 gennaio, termine poi non considerato perentorio – di poter visionare anche il preconsuntivo 2014 ed il pluriennale 2014/2016 per «comprovare l’operatività delle misure di risanamento nel triennio di attuale programmazione finanziaria». Durante i lavori del Consiglio Comunale in cui è stato approvato il piano, l’assessore Signorino ha spiegato ai consiglieri comunali che le tutte le misure previste per il 2014 sono state rispettate, ma nessuno dei presenti ha chiesto quando il consuntivo 2014 arriverà alla loro attenzione, visto anche l’impegno del sindaco Accorinti di portare in Aula entro il 31 marzo il bilancio di previsione 2015, la cui approvazione è ovviamente successiva al rendiconto dell’anno precedente …

Tra i punti deboli del piano di riequilibrio restano i rapporti con le società partecipate. Le linee guida delle Corte dei Conti inseriscono tra i criteri di valutazione del Piano l`allineamento dei dati contabili degli organismi partecipati e la presenza dei contratti di servizio. Il Comune di Messina non solo non ha allineato i suoi conti con quelli delle partecipate ma è ancora fermo agli schemi di contratto di servizio con Atm e Amam, che devono peraltro essere approvati dal Consiglio comunale e sui quali non mancano dubbi e perplessità. Così come non mancano dubbi e perplessità sui piani industriali dell’azienda trasporti e della società che gestisce il servizio idrico, che disegnano due aziende virtuose in grado di produrre utili con i quali rimpinguare le casse di Palazzo Zanca, con previsioni sin troppo ottimistiche e lontane dalla realtà, almeno per il momento.

Con la nota del 29 dicembre, il Ministero sollecitava, inoltre, una operazione di riconciliazione debiti/crediti con riferimento ai rendiconti 2012 e 2013. Se i bilanci Amam e Messinambiente sono stati votati in fretta e furia nelle rispettive Assemblee dei soci, alle quali partecipano per legge i vertici delle società ed il Comune in qualità di socio unico, i bilanci dell’Atm approvati dall’Azienda devono passare dal Consiglio comunale, ma in Aula ad oggi non è arrivato niente.

Il Ministero e soprattutto la Corte dei Conti sviscereranno tutti i dati ed entreranno del merito delle singole questioni per dire se il piano di riequilibrio contiene misure concretamente attuabili o è solo un bel libro dei sogni che non scongiura il default ma lo ritarda soltanto, creando più danno ai conti dell’ente e alla città.

Danila La Torre

8 commenti

  1. DANILA è sempre più brava sulla finanza locale,scrive di un aspetto rilevante:le responsabilità dei REVISORI.Era una pacchia farlo quando la nomina era prettamente politica e,controllato e controllore un tutt’uno,con le nuove norme ZACCONE e i suoi rischiano grosso a chiudere un occhio,non sarà facile sviare dalle MISURE previste dal PIANO.DANILA riprende una mia FISSA,all’apparenza il Comune non appare strutturalmente deficitario,RENDICONTI APPROVATI,PATTO DI STABILITA RISPETTATO,STIPENDI PAGATI con puntualità svizzera,BILANCI PLURIENNALI VOTATI,addirittura anche quello del 2014-2016,il 2015-2017 è stato votato in due o tre Comuni,c’è tempo fino al 31 marzo.DOVE STA IL MISTERO? Finalmente conosciamo i nostri DEBITI e RESIDUI,sono troppi.

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  2. DANILA è sempre più brava sulla finanza locale,scrive di un aspetto rilevante:le responsabilità dei REVISORI.Era una pacchia farlo quando la nomina era prettamente politica e,controllato e controllore un tutt’uno,con le nuove norme ZACCONE e i suoi rischiano grosso a chiudere un occhio,non sarà facile sviare dalle MISURE previste dal PIANO.DANILA riprende una mia FISSA,all’apparenza il Comune non appare strutturalmente deficitario,RENDICONTI APPROVATI,PATTO DI STABILITA RISPETTATO,STIPENDI PAGATI con puntualità svizzera,BILANCI PLURIENNALI VOTATI,addirittura anche quello del 2014-2016,il 2015-2017 è stato votato in due o tre Comuni,c’è tempo fino al 31 marzo.DOVE STA IL MISTERO? Finalmente conosciamo i nostri DEBITI e RESIDUI,sono troppi.

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  3. ora basta!.mi fa schifo vedere gente con il gelato, barchette e cavolate. possiamo essere finalmente dei veri messinesi con l’orgoglio di poter dire che siamo veramente bravi come gli altri perchè lo siamo? questa gente non ce lo consente,ma forse la colpa non è loro ma di noi cittadini che li abbiamo votati.

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  4. ora basta!.mi fa schifo vedere gente con il gelato, barchette e cavolate. possiamo essere finalmente dei veri messinesi con l’orgoglio di poter dire che siamo veramente bravi come gli altri perchè lo siamo? questa gente non ce lo consente,ma forse la colpa non è loro ma di noi cittadini che li abbiamo votati.

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  5. Cara Danila LA TORRE mi aspetto una tua analisi approfondita su alcune AZIONI previste dal PIANO, magari con le interviste agli assessori e dirigenti artefici di quelle MISURE. Sarebbe interessante sapere da DE COLA e dirigente come fanno a quantificare con tanta precisione, dal 2016, introiti annuali pari a 2.900.000 euro per la revisione delle rendite catastali più 3.770.000 per la riforma del catasto di RENZI, 6.670.000 annui, in totale 53.360.000, un’impresa titanica. SIGNORINO dovrebbe spiegarci meglio di come fa nella relazione al PIANO dei 67.870.000, annui 6.787.000, introiti garantiti dall’ufficio TRIBUTI, bravo solo ad assicurare RESIDUI di competenza e a cancellare quelli pregressi. Mi fermo per carità di patria URBS MESSANA.

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  6. Cara Danila LA TORRE mi aspetto una tua analisi approfondita su alcune AZIONI previste dal PIANO, magari con le interviste agli assessori e dirigenti artefici di quelle MISURE. Sarebbe interessante sapere da DE COLA e dirigente come fanno a quantificare con tanta precisione, dal 2016, introiti annuali pari a 2.900.000 euro per la revisione delle rendite catastali più 3.770.000 per la riforma del catasto di RENZI, 6.670.000 annui, in totale 53.360.000, un’impresa titanica. SIGNORINO dovrebbe spiegarci meglio di come fa nella relazione al PIANO dei 67.870.000, annui 6.787.000, introiti garantiti dall’ufficio TRIBUTI, bravo solo ad assicurare RESIDUI di competenza e a cancellare quelli pregressi. Mi fermo per carità di patria URBS MESSANA.

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  7. Fa bene DANILA a rilevare il disallineamento delle scritture contabili tra Palazzo Zanca e Partecipate, ma credetemi è questione comune a quasi tutti i Municipi, compresi quelli virtuosi, lo sa bene anche la Corte dei Conti, chiuderà un occhio, anche due. Promuovo a pieni voti l’AZIONE 5 della MISURA 10, quella relativa ad entrate particolari, hanno a che fare con l’aldilà, all’incremento delle LUCI VOTIVE CIMITERIALI. Il dirigente è ottimista, facemu i corna, prevede un incremento delle dipartite dei messinesi, li quantifica in 140.000 euro l’anno, in totale 1.120.000 euro. MALANOVA MI AVI

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  8. Fa bene DANILA a rilevare il disallineamento delle scritture contabili tra Palazzo Zanca e Partecipate, ma credetemi è questione comune a quasi tutti i Municipi, compresi quelli virtuosi, lo sa bene anche la Corte dei Conti, chiuderà un occhio, anche due. Promuovo a pieni voti l’AZIONE 5 della MISURA 10, quella relativa ad entrate particolari, hanno a che fare con l’aldilà, all’incremento delle LUCI VOTIVE CIMITERIALI. Il dirigente è ottimista, facemu i corna, prevede un incremento delle dipartite dei messinesi, li quantifica in 140.000 euro l’anno, in totale 1.120.000 euro. MALANOVA MI AVI

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