La cerimonia a Palermo, dopo un lungo percorso che ha visto protagonisti l'Ars, i sindaci e gli arcivescovi.
La Palermo Arabo-Normanna diventa patrimonio riconosciuto dall’ Unesco.
La cerimonia questa mattina nel piazzale antistante l’Ars, alla presenza del presidente della Repubblica Mattarella, del ministro Alfano, del presidente dell’Ars Ardizzone, del presidente della Regione Crocetta, del prefetto De Miro, del sindaco Orlando, dell’arcivescovo Lorefice e del presidente della Fondazione Unesco Sicilia Puglisi.
Nell’accogliere il presidente della Repubblica e gli ospiti il presidente dell’Ars Ardizzone ha ricordato come la Sala della cerimonia sia intitolata da alcuni mesi all’ex presidente della Regione Piersanti Mattarella “ Un esempio da seguire, in un momento storico particolarmente delicato, affinché i cittadini possano recuperare fiducia nelle Istituzioni e la Politica possa riappropriarsi delle vere ragioni della Sua missione”.
Il riconoscimento di Palazzo Reale e dell’itinerario arabo-normanno quale patrimonio mondiale dell’Umanità lo si deve all’impegno di tanti protagonisti, dal sindaco di Palermo Leoluca Orlando al presidente della Commissione nazionale italiana per l’Unesco Gianni Puglisi, ma anche agli arcivescovi di Palermo, Cefalù e Monreale (Lorefice, Pennisi e Manzella), all’eparca di Piana degli Albanesi, Mons. Giorgio Demetrio Gallaro, ai sindaci di Monreale e Cefalù, Piero Capizzi e Rosario Lapunzina e ad Aurelio Angelini, direttore della Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia. L’Ars ha fatto la sua parte, aderendo alla candidatura e impegnandosi per seguire il percorso che ha portato al riconoscimento definitivo.
“L’inserimento nel circuito arabo-normanno di questo Palazzo, la più antica residenza reale d'Europa, dimora dei sovrani del Regno di Sicilia e dal 1947 sede dell’Assemblea regionale siciliana è di per sè un fatto unico- ha detto nel suo intervento Giovanni Ardizzone- Ancora oggi, a distanza di tanti secoli dalla sua costruzione, esso continua a essere un contenitore di storia, cultura e arte di riconosciuta bellezza e valore, la cui importanza si proietta ben al di là della Sicilia.
Per secoli, questo Palazzo è stato sede di un potere colto, curioso delle differenze e delle diversità culturali dei popoli del Mediterraneo. Sede di uno dei più antichi e longevi parlamenti del mondo, ma non solo luogo di esercizio del potere; basti pensare alla Scuola poetica siciliana e all’attività degli artisti e scienziati, che in quegli anni operavano nell’isola. In questo Palazzo, con oltre 2.500 anni di storia alle spalle, già dal tempo dei Fenici, hanno convissuto mondi apparentemente inconciliabili, dal latino, al bizantino, all’arabo. Il Palazzo Reale è uno scrigno nel quale sono anche custodite importanti opere d'arte ubicate all'interno delle sale e fruibili ai visitatori provenienti da tutto il mondo”.
Da un paio di mesi l’Ars è riuscita a rendere fruibili, grazie al restauro, anche gli appartamenti e i giardini reali, contribuendo a migliorare l’offerta degli spazi visitabili. Adesso, attraverso le numerose sale i visitatori possono fare un viaggio nel tempo, attraverso le diverse epoche e dominazioni che si sono succedute: dagli arabi ai normanni, agli svevi, agli aragonesi, passando per i Savoia e fino ai Borbone.
“La rinascita della nostra Sicilia deve trovare, quindi, nella storia e nella bellezza la sua naturale affermazione- ha continuato Ardizzone- Gli ultimi dati del rapporto di Federculture, presentato qualche giorno fa, ci confortano in tal senso: le famiglie italiane sono tornate a spendere per la cultura, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. Anche questo Palazzo si pone al centro dell’offerta culturale. La conferma è il successo che quest’anno e l’anno scorso hanno avuto le due mostre su Botero e Ligabue, organizzate dalla Fondazione Federico II, con quasi 400mila visitatori. Il risultato premia la scelta di avere scommesso su un binomio vincente: eventi di altissimo livello internazionale, da un lato e un luogo unico, dall’altro. A riprova che la strada da seguire per i Beni Culturali è quella di gestioni manageriali in un quadro di valorizzazione dei beni pubblici”.
Il presidente Crocetta ha sottolineato come il riconoscimento da parte dell’Unesco dell’itinerario Arabo-Normanno sia non solo un attestato nei confronti del “valore artistico ma anche il riconoscimento di una grande storia e della civiltà siciliana.L’isola è stata per secoli il crocevia di incontri tra i popoli, tra culture e religioni differenti, portando ad un modello di convivenza solidale e pacifica tra i popoli, che ha abbattuto pregiudizi e intolleranze.Greci, arabi, normanni hanno vissuto da siciliani. La letteratura presente nei nostri archivi, è testimonianza viva e pungente di tale innamoramento.Arabi, musulmani, venivano da dominatori ma poi finivano con il considerarsi siciliani”. Il governatore ha ribadito la volontà di continuare sulla strada del dialogo.