Secondo Santi Formica, le recenti dichiarazioni di Crocetta dimostrano la volontà di costruire inceneritori solo nei pressi delle discariche. Intanto, però, le istituzioni locali della valle del Mela attendono inerti
“Possiamo ancora sperare che l’ecomostro di A2A non venga mai realizzato sul nostro territorio”. Così Santi Formica, presidente della Commissione ambientale d’inchiesta sulla valle del Mela, ha commentato le parole di Rosario Crocetta, secondo cui gli inceneritori previsti dal governo Renzi andranno realizzati in prossimità delle discariche. Dichiarazioni che suonano quasi come una bocciatura del progetto di riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela.
“Le dichiarazioni del governatore vanno nella direzione imposta dalle leggi, dal buon senso, dall’efficienza e dal rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini” – spiega il deputato forzista – “da sempre sostengo che il progetto del termovalorizzatore violerebbe una serie di leggi europee nazionali e regionali, comporterebbe un irragionevole trasporto dei rifiuti in giro per la Sicilia e costituirebbe un attentato alla salute dei cittadini del comprensorio”.
Delle parole del presidente Crocetta, tuttavia, c’è poco da fidarsi. “Speriamo di non assistere al solito annuncio, a cui poi non seguono i fatti; speriamo che il potere delle lobby finanziarie e il ricatto di Renzi non prendano il sopravvento sul debole governo regionale e sulla legge, calpestando i diritti e la salute dei cittadini. Noi saremo vigili e continueremo la nostra battaglia affinché tutto ciò non avvenga”.
E, mentre a breve la Commissione presieduta da Formica riprenderà i lavori con l’audizione delle associazioni ambientaliste, sul termovalorizzatore è calato un surreale silenzio istituzionale. Dopo un periodo di grande eco mediatica, in cui si è arrivati a indire tre referendum e una grande manifestazione, la spinta sembra essersi affievolita.
È proprio l’inerzia il nemico principale degli abitanti della valle, che non possono fare affidamento su istituzioni che lavorano a intermittenza. Negli ultimi giorni, nonostante l’accelerazione imposta dal governo, le uniche voci contrarie si sono alzate dalla stessa Commissione d’inchiesta e dal M5s. Nulla resta del patto dei sindaci, durato giusto qualche giorno; e nessuno si preoccupa più del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, unico strumento concreto in grado di difendere il territorio dall’inceneritore, ma ancora in attesa dell’approvazione definitiva dell’Assessorato regionale ai beni culturali, attualmente retto da Carlo Vermiglio. Nessun sindaco della valle ha sollecitato quest’approvazione; nessuno ha alzato la voce dopo le recenti dichiarazioni di Renzi e Crocetta. Basta così poco per distogliere l’attenzione pubblica e le istituzioni locali da una questione fondamentale per l’ambiente, la salute e la stessa economia del territorio?
Giovanni Passalacqua