Referendum CSS, si moltiplicano gli appelli per votare No all'inceneritore

Referendum CSS, si moltiplicano gli appelli per votare No all’inceneritore

Giovanni Passalacqua

Referendum CSS, si moltiplicano gli appelli per votare No all’inceneritore

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giovedì 28 Gennaio 2016 - 16:03

A tre giorni dal voto, la campagna referendaria è più vivace che mai. Movimenti, associazioni, consiglieri e semplici cittadini ribadiscono le ragioni della loro contrarietà, e lanciano un appello per l'unità del fronte ambientalista: "Senza un coordinamento non otterremo risultati" - è l'opinione più ricorrente

A pochi giorni dal referendum consultivo a San Filippo del Mela e Gualtieri Sicaminò sulla riconversione Edipower a CSS, si moltiplicano gli appelli di associazioni e movimenti a votare contro il progetto di inceneritore nella valle del Mela, sotto lo slogan #fuoridaipolmoni.

Il M5S è stato particolarmente attivo nella lotta contro il termovalorizzatore; domani a San Filippo gli attivisti continueranno la loro campagna informativa, sostenuti dai deputati regionali Angela Foti e Valentina Zafarana; i parlamentari nazionali continuano invece la loro attività di sensibilizzazione sul web. Molti deputati e senatori hanno aderito alla campagna #fuoridaipolmoni, mettendoci la faccia. “Sono molto dispiaciuto, ma purtroppo non potrò essere presente fisicamente accanto ad attivisti, comitati ed associazioni” – scrive Alessio Villarosa – “ma continueremo la nostra campagna d’informazione, per far capire perchè bisogna votare per il NO”.

Un appello per il No arriva anche da Legambiente del Longano e del Tirreno, oltre che dalla Fapi – Federazione Autonoma delle Piccole Imprese. “Lo vogliamo fuori dai polmoni” – ribadisce Carmelo Ceraolo presidente della sezione barcellonese di Legambiente – “bruciare i rifiuti non li fa scomparire, ma semplicemente li trasforma in gas e polveri sottili pericolosi per la salute”. Non mancano certo le alternative, secondo la sezione di Milazzo: “È la concreta applicazione del concetto di economia circolare l’unica strada percorribile per coniugare sviluppo e sostenibilità, senza trascurare l’aspetto occupazionale che tanta apprensione oggi suscita nei lavoratori che temono per il mantenimento del proprio posto di lavoro.Tutti questi aspetti necessitano certamente della più ampia concertazione e partecipazione popolare”.

Per Legambiente Tirreno il referendum è un’occasione per sensibilizzare in maniera capillare i cittadini, e rappresenta anche terreno di confronto tra le amministrazioni locali che, anche se in disaccordo sui metodi, convergono sulla contrarietà al termovalorizzatore. “Abbiamo aderito al progetto di coordinamento di tantissime realtà associative locali, in quanto riteniamo indispensabile superare inutili incomprensioni, se si vuole essere protagonisti di una proposta concreta di sviluppo sostenibile”. Dello stesso avviso Gino Sciotto, presidente Fapi ed ex sindaco di Gualtieri, uno dei due Comuni al voto: ““L’importante è che, alla prossima conferenza Stato-Regione, arrivi un unico grido di dolore di un’area che ha già subìto decenni di inquinamento, e va sostenuta nelle politiche di bonifica del territorio”.

Infine, pubblichiamo le riflessioni di due consiglieri comunali autonomi di San Filippo del Mela, Azzurra Amico e Cinzia Capone, che difendono a spada tratta la scelta del referendum: “Ci meraviglia che a negare la valenza e la forza di un referendum popolare comprensoriale siano stati gli stessi amministratori che hanno preteso a lungo collegialità decisionale sulla questione ambientale, e che in queste ore dispensano suggerimenti ed incoraggiamenti ai nostri concittadini affinché vadano a votare. Riteniamo che la partecipazione popolare rappresenti la declinazione massima del principio di democrazia, e si aggiunge, senza eliderla, alla rappresentanza politica. Per questo motivo crediamo che si sia persa un’occasione storica per il comprensorio della Valle del Mela, in cui politica e cittadinanza insieme avrebbero potuto rendere cogente la loro volontà, affinchè venisse fissato un punto di non ritorno, dal quale ripartire per ridisegnare un nuovo modello di sviluppo economico”.

Durissime, ancora una volta, le critiche al progetto presentato da A2A: “Si tratta di un tentativo maldestro, da parte di una società municipalizzata, di inserirsi nel business siciliano dell’incenerimento dei rifiuti, considerata la riduzione della produzione di energia elettrica rispetto ai livelli attuali, evidenziata dallo stesso progetto, e a fronte di un inevitabile dimezzamento dei posti di lavoro che ne conseguirebbe. Inoltre, i processi chimici del nuovo impianto aggiungerebbero in atmosfera nuovi agenti inquinanti, in un’area ormai da anni considerata ad alto rischio di crisi ambientale”.

Non si può però escludere la condizione degli operai della centrale dalle riflessioni sulla riconversione; in questo senso, la svolta impressa da un referendum potrebbe “aprire una fase in cui la politica, per prima, adempia il suo compito di promuovere una proposta di sviluppo alternativa, difendendo tutti gli interessi coinvolti, che non possono e non devono essere sacrificati a beneficio di altri: nessuno dovrebbe mai essere costretto a scegliere di difendere la propria salute contro il suo stesso diritto di avere garantito un posto di lavoro”.

Nell’auspicio che la classe dirigente del territorio sappia farsi promotrice di una soluzione che, andando nella direzione delle bonifiche, garantisca anche un posto di lavoro agli operai della centrale, i consiglieri concludono con un appello: “Messi da parte gli orgogli politici e le inopportune faziosità, speriamo possa finalmente avviarsi una grande discussione comprensoriale sulla programmazione di un nuovo modello di sviluppo per la Valle del Mela, che sappia tenere insieme la tutela del lavoro, la salvaguardia del territorio e la cura della salute”.

Giovanni Passalacqua

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