Ricordando Gorbaciov, quando Raissa arrivò a Messina

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Redazione

Ricordando Gorbaciov, quando Raissa arrivò a Messina

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mercoledì 31 Agosto 2022 - 10:17

Era il fatidico 1989 e la moglie del presidente dell'Urss visitò il Duomo

MESSINA – Era il fatidico 1989. Il 30 novembre 1989. Quel giorno Raissa Maksimovna Gorbaciova, moglie di quel Gorbaciov morto ieri all’età di 91 anni, visitò il Duomo di Messina. Il sindaco era Mario Bonsignore, mentre l’arcivescovo Ignazio Cannavò. Un’altra Messina, mentre gli echi della perestrojka e della glanost, di un rinnovamento e di una trasparenza in antitesi all’ormai vetusto regime sovietico, arrivavano ovunque. Anche in una città dello Stretto che non sapeva quanto gli effetti della caduta del muro di Berlino avrebbero terremotato il panorama politico. La prima Repubblica e i vecchi assetti di potere.

La visita a Messina e il premio Colapesce

Di formazione filosofica, Raissa era la celebre consorte dell’ultimo segretario generale del Pcus e presidente dell’Unione sovietica, artefice del tentativo coraggioso di proporre un socialismo dal volto umano alla Dubček (leader cecoslovacco nel 1968).

Quel giorno, a Messina, lei rese omaggio ai marinai russi intervenuti durante il terremoto del 1908, inaugurando una mostra fotografica dedicata al tema, e ritirò il Premio Colapesce assegnato al marito. Premio assegnato dal Centro studi tradizioni popolari Canterini Peloritani.

“Gorbaciov ha tentato l’impossibile”

Scrive sul suo diario Facebook l’avvocato messinese Nicola Bozzo: “Gorbaciov è stato probabilmente uno degli ultimi personaggi tragici della storia contemporanea. La tragedia , come una tragedia classica, stava nel suo tentativo quasi impossibile di affermare una sua “verita” che oltraggiava e voleva superare l’Olimpo dei dogmi del terribile socialismo reale. Sfida tardiva e impossibile. Come Prometeo che ha dato il fuoco della conoscenza agli uomini, meritando la condanna a morte di Zeus, Gorbaciov ha tentato l’impossibile. E chiunque sia amico di questa aspirazione così umana, di trascendere gli dei, deve rendergli omaggio”.

Un uomo che ha cambiato la storia, l’annuncio della morte

MOSCA (RUSSIA) (ITALPRESS) – È morto, all’età di 91 anni, Mikhail Gorbaciov.
Nel 1970 ha inizio la sua carriera politica con l’elezione a Primo Segretario del Comitato del Partito nel territorio di Stavropol.
Nel 1979 si trasferisce a Mosca e fa squadra con l’altro membro supplente di tendenza riformista, Petr Mironovic Maserov, ma, dopo la morte di quest’ultimo in un incidente stradale, tocca a lui la promozione a membro titolare del Politburo del Comitato Centrale del PCUS. Alla morte di Konstantin Cernenko che Michail Gorbaciov (all’età di 54 anni) viene eletto Segretario Generale del PCUS, la carica più alta nella gerarchia di partito e del Paese: è l’11 marzo 1985.
Gorbaciov annuncia la necessità di una profonda riorganizzazione dell’economia sovietica, a causa della stagnazione in cui questa si trovava. Inizialmente, il suo programma di riforma si basò sulla coppia di concetti uskorenie (accelerazione) e gospriomka (controllo statale sulla produzione), ma ben presto sono i termini glasnost (liberalizzazione, apertura, trasparenza) e perestrojka (ricostruzione) a diventare più popolari.
Il nuovo sistema di pensiero che viene associato al nome di Mikhail Gorbaciov gioca un ruolo fondamentale nel porre fine alla Guerra Fredda, arrestando la corsa agli armamenti ed eliminando il rischio di un conflitto nucleare.
Il 15 marzo 1990 il Congresso dei rappresentanti del popolo dell’Urss – il primo parlamento costituito sulla base di libere, e contestate, elezioni nella storia dell’Unione Sovietica – elegge Gorbaciov presidente dell’Unione Sovietica.
Il 15 ottobre dello stesso anno gli viene assegnato il Premio Nobel per la Pace, a riconoscimento del suo fondamentale ruolo di riformatore e leader politico mondiale, e del fatto di avere contribuito a cambiare in meglio la natura stessa del processo mondiale di sviluppo.
(ITALPRESS).

Un commento

  1. l’ultimo gigante in un mondo di nani !

    a proposito della visita di Raissa mi ricordo che per coprire il portico rotondo da dove si accedeva all’anagrafe che all’epoca versava in pessime condizioni, qualcuno pensò di apporvi degli enormi pannelli fatti di fiori che riproducevano le bandiere italiana e sovietica. Purtroppo il fiorista fece confusione e nella bandiera russa invece della falce e martello stava disegnando una stella, come nella bandiera cinese, per fortuna qualcuno se ne accorse in tempo e si riuscì a sistemare le cose, evitando un incidente diplomatico.

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