Oggi è il decimo anniversario della tragedia in cui persero la vita otto persone e oltre cinquanta rimasero ferite. L'Orsa rilancia l'allarme sicurezza sui nostri binari.
Era il 20 luglio del 2002, un normale pomeriggio di estate, mancavano pochi minuti alle 19 quando il treno Espresso “Freccia della laguna” in prossimità della stazione di Rometta fu catapultato fuori dalle rotaie. A causare il deragliamento un “giunto provvisorio” che univa due rotaie e che sarebbe stato fissato male dagli addetti. Il convoglio, proveniva da Palermo ed era diretto a Venezia, ma all’improvviso alcuni vagoni si schiantarono contro l’edificio che ospitava l’abitazione del custode del vicino passaggio a livello, altri si accartocciarono. Una tragedia. Un bilancio pesantissimo. Otto persone, un macchinista e sette passeggeri, persero la vita, decine furono i feriti. Oggi, da quel 20 luglio, sono trascorsi dieci anni. Il decimo anniversario di una sciagura che non si può e non si deve dimenticare. Una tragedia certamente evitabile dice oggi il sindacato Orsa che in questa triste ricorrenza non solo vuole mantenere vivo il ricordo di quel giorno chi ha pagato con la vita, ma vuole soprattutto rilanciare l’allarme sulla sicurezza e sul degrado delle strutture che Ferrovie dello Stato continuano ad trascurare. Negli ultimi anni le Ferrovie sembrano aver messo in atto quel lento e graduale abbandono del nostro territorio che ha portato ad un continuo peggioramento del sistema dei trasporti in Sicilia e a Messina. Basta ricordare quello che è stato l’ultimo atto in ordine di tempo: la cancellazione dei treni notte. I tagli alle risorse economiche imposti dai Governi di ogni estrazione che si sono succeduti sino all’ultimo governo Monti, i tagli alla manutenzione ed al personale che, in Sicilia e nella nostra provincia in particolare, hanno provocato la fuoriuscita di tantissimi operatori dell’esercizio ferroviario, impongono una profonda riflessione su quello che sarà lo scenario futuro per i ferrovieri e per i lavoratori dell’indotto, dice oggi il segretario Orsa “Macchinisti uniti”Domenico Maimone. La testimonianza, sempre viva e tutta messinese, dei lavoratori Servirail, della G.R., del Centro Formazione Professionale, risuona alle nostre coscienze cosi come risuona il grido di dolore delle famiglie che hanno perso i loro cari in nome e per conto di un progresso che dalle nostre parti si chiama “involuzione”. Quel 20 luglio anche i macchinisti messinesi hanno pagato il loro tributo di sangue con la perdita del collega e amico Saverio Nania, continua il segretario Maimone. Per questo la lotta dei ferrovieri non può fermarsi. Continueranno a battersi contro il Governo che con i suoi tagli abbatte i livelli di sicurezza e contro le strategie aziendali che mirano sempre di più alla destrutturazione del CCNL e delle tutele dei lavoratori. (Francesca Stornante)