Dai Nebrodi alla Romania per comprare un figlio: 8 fermi per riduzione in schiavitù

Dai Nebrodi alla Romania per comprare un figlio: 8 fermi per riduzione in schiavitù

Veronica Crocitti

Dai Nebrodi alla Romania per comprare un figlio: 8 fermi per riduzione in schiavitù

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giovedì 26 Febbraio 2015 - 11:26

I militari del Nucleo Investigativo sono riusciti a sventare la compravendita di un bambino rumeno di 8 anni, "acquistato" per 30mila euro. Tutti gli 8 fermati dovranno rispondere di riduzione in schiavitù.

Per riuscire ad avere un altro figlio erano disposti a tutto, a lasciare la Svizzera, terra in cui vivevano, a tornare a Castell’Umberto, zona d’origine delle loro famiglie, a rivolgersi a diversi pregiudicati tortoriciani insistendo affinché qualcuno trovasse loro un bambino. Poteva andar bene “reperirlo” anche in qualche zona degradata della Sicilia, oppure più in là, in Toscana o Romania. Questo non sarebbe stato il loro compito, poiché avevano già ingaggiato qualcuno per svolgere il “lavoro sporco” e comprare il figlio. Il prezzo della commissione? 30mila euro.

E’ una storia amara che parla di schiavitù, adozione e infanzia, quella che vien fuori dall’inchiesta dei militari del Nucleo Investigativo che ieri hanno fermato 8 persone, tra cui anche 2 cittadini rumeni, con l’accusa di riduzione in schiavitù. A finire nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia sono stati due coniugi della provincia messinese, da anni residenti in Svizzera dove sono imprenditori. Insieme a loro, rispondono di riduzione in schiavitù anche Vincenzo Nibali, 47 anni di Castell’Umberto, Aldo Rando Galati, pregiudicato tortoriciano di 54 anni, Franco Galati Rando, pregiudicato tortoriciano di 46 anni, Vito Calianno, pregiudicato di Brindisi ma residente in Romania di 43 anni. Sono stati fermati anche la madre del bambino “comprato”, una rumena di 36 anni, ed il fratello di 19 anni.

I militari dell’Arma sono riusciti a seguire direttamente il filo e l’iter messo in atto dalla coppia, dagli intermediari e dai vari soggetti per arrivare a ultimare il loro progetto: comprare un bambino. Il primissimo contatto è stato quello tra la coppia e Vincenzo Nibali. E’ stato a lui, difatti, che i due si sono rivolti in prima battuta per cercare aiuto. Nibali, a sua volta, ha fatto leva su Aldo Galati Rando mettendosi d’accordo affinché, dietro un pagamento di 30mila euro, questi gli trovasse il bambino. La notte dello scorso 17 febbraio, in una zona buia e fuori da occhi indiscreti, madre e padre hanno consegnato i contanti al pregiudicato.

Da qui parte la ricerca. In questo, Aldo si fa aiutare da Franco. In effetti è lui che si rivolge agli ambienti degradati della Sicilia Orientale per cercare di farsi vendere qualche piccolo. Non riuscendosi, però, si trova allora costretto ad andare oltre i confini isolani. Nell’arco di un mese, Franco Galati Rando va prima in Toscana e poi in Romania, a Timisoara, dove riesce infine ad entrare in contatto con Vito Calianno, pregiudicato brindisino che da tempo vive lì e conosce bene l'ambiente il suo ambiente.

Grazie al suo aiuto, in poco tempo, i due intercettano una famiglia rumena disposta a vendere uno dei numerosi figli. "Firmata" la compravendita, Franco Galati Rando, Vito Calianno, il piccolo acquistato (l'unico con regolare passaporto), la mamma ed fratello più grande si mettono in macchina alla volta della Sicilia, dove la coppia già li attende. Nei loro piani, però, non hanno messo in conto che gli inquirenti li osservano da tempo, pronti ad attenderli al varco. E così, ieri, appena sbarcati alla rada San Francesco di Messina, i quattro sono stati fermati.

“E’ un’indagine destinata a proseguire – ha commentato il colonnello Stefano Spagnol – ci sono ancora tante altre cose da verificare e chiarire”. Tra queste, anche un certificato di nascita che attesterebbe che la coppia ha avuto un altro figlio, oltre ad una che già effettivamente hanno. Un secondo figlio di cui, però, non vi è alcuna traccia. Non si esclude, dunque, che anche questo rientrasse nel loro piano e che non foss'altro che un'escamotage per regolarizzare il presunto bambino da comprare. Tutti i fermati sono stati portati nel carcere di Gazzi, mentre le due donne nella Casa Circondariale di Catania, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il bambino, invece, adesso si trova in una struttura assistenziale di Messina. (Veronica Crocitti)

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