Gli indagati sono esponenti dell'amministrazione comunale Accorinti e dirigenti amministrativi comunali oltre al titolare di una ditta di smaltimento rifiuti
MESSINA – L’ex sindaco Renato Accorinti, gli ex assessori Daniele Ialacqua, Sergio De Cola e Sebastiano Pino, i dirigenti comunali Salvatore Cardia, Romolo Dell’Acqua e Domenico Signorelli, i dirigenti regionali Aldo Guadagnino, Marco Messina e Giampaolo Nicocia, e il titolare di una ditta di smaltimento dei rifiuti, Salvatore Croce. Undici indagati a cui sono contestati, a vario titolo, i reati di rifiuto ed omissione di atti d’ufficio, l’attività di gestione di rifiuti non autorizzata, l’abusiva occupazione di spazio demaniale, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Le indagini preliminari sono iniziate nel novembre 2017, coordinate da alcuni magistrati della Procura di Messina che si occupano di reati in materia ambientale, e si sono concluse con il sequestro preventivo di un’area demaniale marittima a Maregrosso, di circa 1400 metri quadri, e di alcuni manufatti abusivi.
Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina ed eseguito dai carabinieri di Messina Centro e dalla Capitaneria di Porto di Messina.
Agli indagati vengono contestate diverse condotte che hanno contribuito al progressivo degrado dell’area. Nello specifico viene contestato il reato di rifiuto di atti d’ufficio, per aver omesso di utilizzare integralmente i fondi relativi a due finanziamenti, ammontanti ad un totale di 400mila euro, concessi dalla Regione, ed ottenuti al fine di effettuare lavori di demolizione a seguito di violazioni edilizie comprese su demanio pubblico a Maregrosso.
In entrambi i casi l’amministrazione Accorinti procedeva sistematicamente ad attivare presso la Regione la procedura di riaccredito delle somme non utilizzate, “omettendo – secondo le indagini – di verificare la tempestiva e corretta trattazione del procedimento da parte del competente ufficio regionale, e rifiutava indebitamente di procedere all’utilizzo immediato del finanziamento concesso, necessario per ragioni di igiene e sanità, causando alla fine la perdita delle somme residue non utilizzate, 233mila euro: 115mila 248 euro per il primo finanziamento e 117mila 831 euro per il secondo”.
Insieme ad alcuni pubblici amministratori e funzionari, è stato coinvolto nell’indagine il titolare di una ditta operante nel settore dello smaltimento di rifiuti sita all’interno dell’area di Maregrosso. A quest’ultimo viene contestato di aver occupato abusivamente parte del demanio marittimo, per un totale di 1400 metri quadri, in quanto privo, dal 2011, del titolo autorizzativo, scaduto ormai da molti anni, e di avere continuato ad esercitare l’attività di scarico di rifiuti.
Una condotta che, secondo gli inquirenti, “era notoria ma, ciononostante, si è tollerato che la ditta continuasse a scaricare materiale di risulta occupando un’area sempre maggiore. Né, d’altra parte, i soggetti pubblici hanno impedito il deposito incontrollato e sistematico di rifiuti da parte di soggetti ignoti che approfittavano dello stato di abbandono dell’area, omettendo, ancora una volta, di rimuovere il materiale di risulta proveniente dalla demolizione di immobili abusivi e contribuendo con tale condotta a mantenere una discarica abusiva all’interno dell’area”.
Per questi aspetti, all’Amministrazione Accorinti viene anche contestato di avere omesso indebitamente di attivare la procedura prevista dall’articolo 192 del Testo Unico Ambientale (decreto legislativo 152/2006), al fine di effettuare la necessaria bonifica dell’area in danno dell’ente proprietario, ovvero la Regione Sicilia – Assessorato Regionale Territorio e Ambiente.
Dove sono i commenti con scritto “ci cuppa accorinti”???
I nodi vengono sempre al pettine e accorinti e soci sono stati smascherati come incapaci e xxxxxx.
A Corinto ha dimostrato la sua incapacità amministrativa, bravo a fare proclami sulla pace mentre la città attendeva di essere amministrata seriamente e con competenza..