Due i pilastri per il sindacato di base: dotarsi di un impianto di nuova generazione massimizzando la termovalorizzazione e salvaguardare i posti di lavoro
REGGIO CALABRIA – Ancora una volta meri calcoli di costi mettono in discussione la parte essenziale del ciclo produttivo, ovvero la forza lavoro che appare non come protagonista ma come elemento poco rilevante nel ciclo produttivo stesso. «Se i costi lievitano, se i bilanci non corrispondono, allora poco importa, salta il piano industriale mettendo cinicamente a rischio i posti di lavoro. Ci riferiamo – così il sindacato di base Sul – all’impianto di lavorazione dei rifiuti che si trova a Sambatello di Reggio Calabria in cui opera la società consortile RecoSamb in virtù di un appalto vinto nel 2016 e con la produzione avviata nel 2020.
I prezzi lievitano, i lavoratori rischiano
«Questi ritardi, purtroppo assai frequenti per molte opere pubbliche di primaria necessità, hanno determinato – evidenzia il segretario regionale Igiene e ambiente del Sul, Francesco Cutrì – una lievitazione dei prezzi che non è imputabile ai dipendenti che pure rischiano di pagarne il prezzo con la perdita del lavoro e che hanno prestato servizio con serietà ed impegno e, a dire il vero, neanche dell’Azienda che non ha manifestato né inadeguatezza né incuria, dimostrandosi, in genere, rispettosa della forza lavoro e cosciente del ruolo tutt’altro che secondario che sta svolgendo sul territorio. Infatti chiunque sa che l’impianto di Sambatello è fondamentale per gestire i rifiuti della città e della provincia di Reggio Calabria, i cui cittadini a scadenza quasi fissa subiscono le note difficoltà nello smaltimento dei rifiuti a fronte di esose cartelle comunali che esigono di essere pagate».
Urge un cambio di strategia
Per Cutri & C., «è indispensabile ed impellente un cambio di strategia sul progetto complessivo di gestione dei rifiuti. Urge una scelta obbligata per il futuro dell’impianto e che sia dentro una scelta di politica industriale atta a sopperire a gravi carenze economiche ed amministrative.
È fondamentale che la Città metropolitana attui soluzioni ben individuate e che corrispondano a due parametri principali: quello di rispondere a un programma organico che si doti di un impianto di nuova generazione in grado di soddisfare tutte le esigenze del territorio e, all’interno di questo piano, del ripristino della funzione del termovalorizzatore al massimo delle sue potenzialità, purché utilizzi le più moderne ed efficaci tecnologie; ed inoltre, quello di salvaguardare i posti di lavoro in essere e, auspicabilmente, d’implementare la forza lavoro addetta ad un servizio così essenziale e delicato».
Chiesto un tavolo d’emergenza alla MetroCity
Di qui la richiesta alla MetroCity, da parte del Sul, affinché «convochi un tavolo d’emergenza con le rappresentanze di tutti i protagonisti della vicenda, a cominciare dalle rappresentanze sindacali, perché si giunga ad una visione concordata su un piano da presentare alla Regione Calabria e, se dovesse servire, anche al Ministero dell’Ambiente nell’ambito dell’utilizzo dei fondi del Pnrr».