Pubblichiamo il pensiero del dott. Giovanni Quartarone, della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Messina
Incalza Lucifero, il più conosciuto dei sette demoni e anche il più bello e si invoca, tempestivamente, l’avanzata di Giove con qualche saetta per porre una tregua in attesa del giorno di mezza estate che sta per arrivare, un giorno che richiama noi messinesi, prima a tavola nel segno della tradizione: “pasta ncaciata e jadduzzu” e nel tardo pomeriggio tutti a fare corona attorno al carro trionfale dell’Assunta. Al grido di Evviva Maria, due colonne di uomini e donne, a piedi scalzi, calpestano l’asfalto infuocato e con devozione e grande pietà, mettono in moto la “machina votiva”.
Nonostante faccia parte di uno dei tanti casali che circondano la città sento che questa manifestazione mi appartiene! Leggevo con un pizzico di sorpresa e anche incomprensione la questione nata intorno ai fuochi d’artificio e la “nuova” posizione assunta dall’amministrazione comunale circa la raccolta fondi per sostenere il Ferragosto Messinese. Sconoscevo che per gli anni passati la prassi fosse che la “Casa Comunale” attingesse da fondi destinati alla Cultura e altro per organizzare l’evento.
Sono castanoto e ricordo che sin da giovane la festa del Santo Patrono, Giovanni Battista, senza escludere altri eventi durante l’anno, incluso il presepe vivente, è garantita e sostenuta dalle cinquecento famiglie del villaggio, stessa procedura è adottata nei villaggi vicini di Salice e delle Masse. Ogni anno il comitato pro festeggiamenti passa di casa in casa e le famiglie, nella misura in cui possono, partecipano da un target che va dalle cinque euro alle cinquanta e più. Dieci giorni prima la festa fidando sulle offerte ricevute si distribuiscono per “le cose” che necessita la festa, fuochi inclusi.
Sconosco il numero delle famiglie della nostra bella Messina ma, cinque euro a nucleo familiare, sarebbero sufficienti non solo per i fuochi e poi partecipare direttamente, con una raccolta pubblica, renderebbe “la festa” più sentita, ognuno proverebbe in cuor suo la gioia di aver dato una parte di sé all’evento che, più di tutti, ci unisce e ci rappresenta. Il 15 di agosto, come ogni anno, renderò anch’io omaggio alla Vergine Assunta e unito ai miei concittadini porterò a casa un filo di cotone delle possenti corde che in piazza Duomo, mentre viene traslata la “dormitio Virginis”, vengono distribuite ai devoti, che gelosamente conserviamo, per avere tutto l’anno a seguire la benedizione materna di Maria.
Caro Professore, sono un laico MESSINESE devoto di Maria Santissima, Madre di Nostro Signore Gesù Cristo, per Grazia di devozione ricevuta sin da bambino. Ogni volta che vedo tirare e sfilare la Vara, senza comando o riflessione, dai miei occhi sgorgano lacrime ed a quel punto guardo quel popolo messinese ai piedi di Maria che invoca la Sua protezione. Ma di seguito, la mia compassione diventa rabbia pensando che quel popolo ha affidato la propria storia ad una massa di banditi che l’hanno prostrata socialmente ed economicamente al punto in cui i Loro figli hanno dovuto lasciare la propria terra per trovare il pane. Quella Vara nella mia fantasia si trasforma in un vitello d’oro sormontato da un simulacro di Maria. Messina, Messina…
Potremmo inventare un dolce tipico e venderlo durante la festa ….vendere gadget ec
No al Minniti si al MELA
MECT CI SPIEGHI IL SENSO