Limosani: "L'Autorità portuale dello Stretto e la mission impossible"

Limosani: “L’Autorità portuale dello Stretto e la mission impossible”

Pippo Trimarchi

Limosani: “L’Autorità portuale dello Stretto e la mission impossible”

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sabato 15 Dicembre 2018 - 08:26
La riflessione

E' ufficialmente nata la sedicesima autorità portuale ma il professore di economia rileva una serie di criticità che potrebbero avere conseguenze.

L’Autorità Portuale dello Stretto con i porti di Messina, Milazzo, Reggio Calabria e Villa S. Giovanni compresi all’interno di un unico sistema è divenuta realtà con l’approvazione del decreto fiscale da parte della Camera dei Deputati. E’ una soluzione che scontenta tanti; a cominciare da alcuni rappresentanti delle istituzioni e della politica calabrese che hanno tentato, fino all’ultimo momento, di opporsi alla creazione dell’Authority, per finire a coloro che, nella sponda messinese, hanno sempre difeso l’Autorità dello “Strettino”, ossia un’Autorità che limitasse il proprio ambito di azione ai porti di Milazzo, Messina e Tremestieri.

Al di là delle legittime posizioni politiche, tuttavia, non può esistere alcuna ombra di dubbio sul fatto che la creazione dell’Authority unica di sistema rimane la risposta più efficiente al problema della mobilità nell’Area dello Stretto. Lo Stretto di Messina, infatti, costituisce un sistema strategico per la mobilità a breve e medio raggio, traffico pendolare, merci e passeggeri per l’aeroporto; un sistema, tuttavia, che in mancanza di una governance ha ampliato le sue criticità e la sua incapacità di rispondere alle esigenze complesse della mobilità. Come non osservare, per esempio, che la capacità insufficiente dei servizi ferroviari unita all’assenza di interporti nell’area considerata hanno condotto alla assoluta prevalenza del trasporto su gomma, anche per classi di distanza congeniali al trasporto combinato ed intermodale? O come, ancora, ignorare che l’uso eccessivo dei mezzi individuali, una diffusa carenza di azioni efficaci di controllo per il rispetto delle regole, le carenze del trasporto collettivo e la presenza di elevati volumi di traffico merci, hanno determinato nelle aree urbane terminali dei servizi di traghettamento estesi fenomeni di congestione, inquinamento e incidentalità, mentre dalle aree limitrofe si riscontrano carenze di accessibilità?

Appare di tutta evidenza quindi la necessità di dover prendere in considerazione un’azione di sistema complessa ed integrata, un coordinamento delle operazioni e delle altre attività esercitate nei porti, una strategia di sviluppo delle attività portuali che tenga conto delle esigenze della domanda e dell’offerta di mobilità nello Stretto. Tutti compiti che adesso la nuova Autorità di Sistema potrà soddisfare attraverso gli strumenti ordinari della programmazione. Onore al merito dunque al movimento dei Cinque Stelle e alle forze di maggioranza che hanno condotto a termine una “mission impossible”; una proposta che assegna un ruolo strategico all’Area dello Stretto e pone le premesse per uno sviluppo economico compiuto del nostro territorio.

Michele Limosani

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