Nonostante i fatti stiano dimostrando l'importanza della Città Metropolitana al momento si procede per singoli episodi, senza una trama ed una regia a causa di una debole leadership
Nelle prossime settimane verrà definito e siglato l’atto di delega tra il governo centrale e la città metropolitana di Messina relativo al PON Metro; quasi 100 milioni di euro impegnati per sostenere i processi di inclusione sociale, dell’agenda digitale e della mobilità. Si avvia, poi, verso la sottoscrizione finale il patto per il sud. Il documento finale, frutto di una travagliata fase di concertazione tra il governo nazionale e la città metropolitana di Messina, sarà a breve discusso a Roma in via definitiva. Si prevedono impegni per quasi 400 milioni, suddivisi per aree territoriali omogenee all’interno del nostro comprensorio. E’ in corso di svolgimento, infine, il bando per le periferie; 40 milioni di euro destinati alla città metropolitana di Messina, di cui 18 rivolte al comune capoluogo.
È vero, non è esattamente quello che il governo centrale con grande enfasi aveva annunciato nel suo Piano per il Sud, ma come si dice “poco è sempre meglio che niente”. Un primo dato però trova conferma: a dispetto di chi era ed è rimasto un po' scettico, la città metropolitana si candida ad essere il principale catalizzatore di risorse per lo sviluppo del nostro territorio; un’istituzione che associa alle risorse finanziarie le competenze necessarie per interventi di sistema. A fronte di tutto ciò, tuttavia, continua a permanere un senso di frammentarietà della programmazione. Si procede per singoli episodi; manca una regia, una trama, causa forse la debole leadership esercitata sul comprensorio da parte del comune capoluogo così come pure il ritardo nell’insediamento degli organi di indirizzo e programmazione della città metropolitana.
La stessa frammentarietà emerge, con responsabilità ancor più gravi, a livello regionale. Il governo regionale è impegnato da qualche tempo a definire il piano dei trasporti, il piano del ciclo dei rifiuti, il piano energetico, le politiche ambientali, il quadro delle infrastrutture primarie e secondarie, l’agenda digitale. A mia memoria, non ci sono stati, fino a questo momento, incontri o tavoli di concertazione specifici su questi temi tra la Regione e le tre città metropolitane. Tutto ciò, poi, in contrasto con quanto previsto dalla legge del Rio – quella a cui siamo ormai obbligati a fare riferimento – che attribuisce le competenze su molti di questi temi alla città metropolitana. Le tre città metropolitane, di fatto, sono i grandi assenti della programmazione regionale che continua a procedere sui propri binari.
La città metropolitana costituisce, insieme alla Regione, l'elemento cardine della futura programmazione e dello sviluppo del territorio. Quanto prima si supera questo clima di incertezza, di aleatorietà di riferimenti e di proiezioni, che rendono ancora eterea la città metropolitana e che facilitano il persistere di vecchie logiche politiche, tanto prima si potranno vedere gli effetti positivi per i cittadini e per la qualità della nostra vita che l’istituzione della città metropolitana è in grado di generare.
Michele Limosani