"Si avverte l'esigenza di una rinnovata classe dirigente, una leadership responsabile, capace di ascoltare, eticamente solida, radicata nelle competenze"
L’anno che sta arrivando si trascina gli effetti di una prolungata crisi che ha interessato gli aspetti istituzionali, economici e culturali della vita sociale nel paese. Una crisi istituzionale, innanzitutto, ossia una manifesta incapacità delle istituzioni europee e nazionali di dare risposte ai bisogni dei cittadini. Le gravi condizioni sociali ed economiche che oggi vive il popolo greco sono anche il risultato di una dichiarata difficoltà dell’Unione Monetaria Europea di prevedere in tempo utile nuovi strumenti per la gestione della congiuntura economica negativa che può subire un paese membro. Fermo restando l‘esito del recente referendum costituzionale, poi, la quasi totalità dei costituzionalisti ritiene che sia necessario introdurre modifiche alla seconda parte della Costituzione per rendere più efficace l’azione del Parlamento e del Governo. L’istituzione della città metropolitana, ancora, è una prima risposta alle esigenze di una governance più efficiente della conurbazione delle grandi città europee. Sui temi delle riforme istituzionali molto lavoro rimane ancora da fare.
Una crisi, si diceva, che mette in discussione il pensiero economico prevalente nei paesi occidentali. Le teorie e i modelli economici che hanno ispirato l’azione dei governi europeo e nazionale hanno generato forti disuguaglianze sociali, un aumento della povertà, una subalternità dell’economia reale alla finanza, una deregolamentazione del mercato del lavoro senza generare alcun impatto significativo, come i recenti studi dimostrano, sui livelli occupazionali. Una crisi, infine, che ha interessato gli stessi principi etici alla base della coesione sociale; il prevalere, cioè, di una cultura individualistica, relativistica, egoistica rispetto a quella del reciproco riconoscimento, della solidarietà e della cura del bene comune.
Rispetto a tutto ciò, cosa augurare per il nuovo anno? Le cosiddette politiche dal basso, l’evidenza ormai non lascia più dubbi, si sono rilevate insufficienti. La rabbia e la demagogia di una politica antisistema che pretende, tout court, l’abolizione di quanto i nostri padri ci hanno lasciato in eredità inizialmente lusinga ma poi lascia un senso di vuoto e di smarrimento. C’è bisogno di un profondo cambiamento che, come appare evidente, deve interessare più dimensioni della vita sociale. Ma soprattutto si avverte l’esigenza di una rinnovata classe dirigente; una leadership responsabile, capace di ascolto, più umile, eticamente solida, radicata nelle competenze e in grado di proporre una chiara direzione di marcia, un progetto per il futuro che consenta a tutti noi di riprendere con fiducia il faticoso cammino.
Auguro ai lettori di Tempostretto un felice e prospero 2017
Tanti auguri a Lei Prof, per un proficuo lavoro rivolto anche al beneficio del bene comune di Messina. L’ Università deve rappresentare il fulcro propulsore per la rinascita della Città
Tanti auguri a Lei Prof, per un proficuo lavoro rivolto anche al beneficio del bene comune di Messina. L’ Università deve rappresentare il fulcro propulsore per la rinascita della Città