Nei giorni scorsi l'Ars, dopo 3 anni di balletti, ha recepito integralmente la riforma Delrio anche per quel che riguarda il sindaco metropolitano. Adesso si passa alla fase della concretizzazione anche per Messina. L'analisi di Michele Limosani
La conferenza dei capigruppo, prima, e l’Assemblea Regionale Siciliana, poi, hanno votato, nell’emendamento stralcio alla legge finanziaria bis, per il recepimento della Legge del Rio sulle città metropolitane; il sindaco del comune capoluogo avrà anche la guida della città metropolitana. L’Assemblea Regionale, dunque, fa propria la ratio della legge nazionale che riconosce il comune capoluogo (non fosse altro per quota di popolazione residente nel comune, per la presenza della maggiori istituzioni nel campo della ricerca, della cultura, della finanza, della sicurezza, per la leadership nei processi d’innovazione e internazionalizzazione) nodo principale della fitta e complessa trama di relazioni sociali, economiche e demografiche che avvolge la città e il suo hinterland.
Una scelta, ancora, che elimina alla radice il rischio che l’elezione del Sindaco metropolitano potesse essere influenzata, come già i movimenti di questi ultimi mesi lasciavano presagire, da alleanze partitiche congiunturali e a volte innaturali, legate più alla difesa di interessi particolari, piuttosto che ad una condivisa e chiara strategia economica e sociale.
Ora, il futuro dello sviluppo dei nostri territori passa per la capacità delle città metropolitane di mettere in campo dei veri e propri strumenti di programmazione e di definire una visione strategica del territorio, una visione in cui il comune capoluogo sarà nodo centrale e baricentrico. Una progettazione comparabile con le migliori esperienze europee quali quelle di Barcellona, Lione, Stoccolma, Amsterdam, così come dovrà essere l’occasione per un ammodernamento della pubblica amministrazione, di una semplificazione delle procedure, in grado di raggiungere maggior efficienza tecnico amministrativa, una condizione essenziale per sviluppare tutti quelle azioni in un’ottica di smart city, smart community, strumenti oggi prevalenti e che qualificano l’intervento delle politiche di coesione dell’Unione monetarie.
Tutto questo nella certezza, così come annunciato dal Premier Renzi durante la firma del Patto per lo sviluppo con i Sindaci Bianco e Orlando, che le città metropolitane sono considerate dall’Unione Europea come l’organismo territoriale prioritario cui destinare rilevanti risorse finanziarie. Enti pertanto legittimati a dialogare con il governo nazionale per definire le linee strategiche e progettuali sulle quali impegnare le future risorse finanziarie europee dei PON destinate alle città metropolitane e del Patto per il Sud. Città, inoltre, in grado di condizionare la distribuzione delle risorse finanziarie previste dalla programmazione regionale sulla base del piano strategico regionale sull’innovazione e destinate anche alle smart-city a valere sui fondi PO-FERS 2014-2020.
Parafrasando una celebre frase di Massimo d’Azeglio potremmo dire che: abbiamo fatto (finalmente) le città metropolitane. Ora si tratta di dare contenuto al progetto strategico della città e a tutti quegli elementi comuni che ne caratterizzano la sua identità.
Michele Limosani
Caro LIMOSANI, chissà se le vicende giudiziarie di questi giorni cambieranno la struttura antropologica dei messinesi di cui parlavi in una precedente riflessione. Parli della PROVINCIA come se la Storia avesse un valore statistico, quello lasciamolo ai numeri, per essi abbiamo la stessa passione,per noi due parlano e non mentono mai, anche quando sono errati. Come sai quattro furono i distretti in cui fu diviso dai Borboni il territorio identificato con l’attuale Provincia. Castroreale,Patti,Mistretta e Messina, coincidenti, storicamente e geograficamente, con la STORIA e la VITA di quelle genti,il messinese era lontano in tutti i sensi dal montanaro dei Nebrodi. Far coincidere la città metropolitana con la provincia è un errore storico.
Caro LIMOSANI, chissà se le vicende giudiziarie di questi giorni cambieranno la struttura antropologica dei messinesi di cui parlavi in una precedente riflessione. Parli della PROVINCIA come se la Storia avesse un valore statistico, quello lasciamolo ai numeri, per essi abbiamo la stessa passione,per noi due parlano e non mentono mai, anche quando sono errati. Come sai quattro furono i distretti in cui fu diviso dai Borboni il territorio identificato con l’attuale Provincia. Castroreale,Patti,Mistretta e Messina, coincidenti, storicamente e geograficamente, con la STORIA e la VITA di quelle genti,il messinese era lontano in tutti i sensi dal montanaro dei Nebrodi. Far coincidere la città metropolitana con la provincia è un errore storico.
Caro LIMOSANI è ai Comuni e alla Unione spontanea dei Comuni che affiderei il governo delle scelte politiche e sociali delle loro genti, e naturalmente anche le risorse finanziarie, in una cornice di Stato forte inserito nel quadro degli Stati Uniti d’Europa. Abolirei le Regioni e affiderei allo Stato la Sanità, oramai il 90% dei pagamenti regionali riguarda la spesa sanitaria, anche per rimediare alle tante Sanità quanto sono le aziende sanitarie sparse per le Regioni. Come sai non si studia più seriamente la Storia nei Licei e nelle Università, la Storia come la Statistica, la vita degli uomini come un modello matematico. Ciao e a presto su TempoStretto.
Caro LIMOSANI è ai Comuni e alla Unione spontanea dei Comuni che affiderei il governo delle scelte politiche e sociali delle loro genti, e naturalmente anche le risorse finanziarie, in una cornice di Stato forte inserito nel quadro degli Stati Uniti d’Europa. Abolirei le Regioni e affiderei allo Stato la Sanità, oramai il 90% dei pagamenti regionali riguarda la spesa sanitaria, anche per rimediare alle tante Sanità quanto sono le aziende sanitarie sparse per le Regioni. Come sai non si studia più seriamente la Storia nei Licei e nelle Università, la Storia come la Statistica, la vita degli uomini come un modello matematico. Ciao e a presto su TempoStretto.
Sarà sempre un problema di capacità della classe dirigente… E qui mi sorge il dubbione
Sarà sempre un problema di capacità della classe dirigente… E qui mi sorge il dubbione