Ecco le ragioni di un'unica Autorità portuale dello Stretto in chiave Europea

Ecco le ragioni di un’unica Autorità portuale dello Stretto in chiave Europea

Ecco le ragioni di un’unica Autorità portuale dello Stretto in chiave Europea

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domenica 04 Maggio 2014 - 09:45

Un gruppo di studiosi e di esperti ha firmato un interessante documento in merito alle ragioni per le quali l'Autorità portuale di Messina rappresenta l'unica soluzione fattibile per la creazione di un solo Ente gestore per l'intera Area dello Stretto in un'ottica Europea e moderna. Di seguito pubblichiamo integralmente la nota.

La scelta della sede dell’Autorità portuale nella Sicilia Orientale deve essere fatta alla luce di fattori di natura tecnica, geografica, sociale e politica. Ognuna delle città che aspirano a tale riconoscimento vanta un primato nel suo specifico settore: se Augusta può essere preferita in quanto unica a fare parte della rete core europea, Catania come più popolosa e meglio rappresentata sul piano politico, Messina detiene il reale primato per traffico passeggeri e automezzi.

Qualsiasi sia la decisione, sarà certamente oggetto di dure critiche anche perché apparirà inserita nell’ormai ultradecennale tradizione di scarsa attenzione dei Governi italiani, di destra come di sinistra, nei confronti dell’estremo Sud.

L’unica soluzione in grado di ridurre al minimo le inevitabili polemiche deve basarsi su considerazioni che tengono conto delle peculiarità che rendono lo Stretto un’area geografica unica nel panorama mediterraneo, se non addirittura mondiale: deve, quindi, coinvolgere Messina e Reggio insieme.

I porti di Reggio Calabria, Messina, Villa San Giovanni e Milazzo, infatti, rappresentano un sistema portuale inscindibile e gestiscono traffici e problematiche assolutamente diverse da quelle di ogni altro porto italiano, in quanto:

a. Rappresentano gli estremi del principale collegamento tra la più grande isola del Mediterraneo (con popolazione maggiore della Norvegia e delle Repubbliche baltiche, di poco inferiore a quella della Danimarca) e il continente europeo. Un bottleneck più volte posto dall’Ue all’attenzione dei Governi italiani.

b. Il traffico di attraversamento dello Stretto è il più intenso dell’intero Mediterraneo, inferiore solo a quello della Manica, che però gode dello straordinario e prezioso strumento rappresentato dall’Eurotunnel.

c. Nello Stretto si intersecano pericolosamente le rotte di migliaia di navi che collegano le due sponde con altre migliaia che percorrono la rotta Ionio-Tirreno.

d. Presiede alla sicurezza della navigazione un’unica Autorità marittima che deve, tra l’altro, garantire la sicurezza di centinaia di passeggeri intrappolati dentro vagoni ferroviari, a loro volta rinchiusi nelle stive di vecchie navi traghetto, in una situazione di potenziale pericolo unica al mondo.

e. I profondi disagi causati dal progressivo disimpegno delle FFSS – che hanno drasticamente ridotto i servizi relativi al trasporto su ferro e al transito delle migliaia di pendolari – hanno dato origine a provvedimenti improvvisati, costosi e inefficaci, con conseguente diffuso malcontento popolare.

f. Ogni intervento effettuato su una sponda interferisce pesantemente con quanto accade sull’altra e va, quindi, attentamente coordinato tra tutti gli enti che operano nell’intera Area. Città appartenenti a Nazioni diverse affacciate su stretti particolarmente trafficati, com’è il caso della svedese Malmö e della danese Copenhagen, affidano l’Øresund a un’unica Autorità con giurisdizione su entrambe le coste.

g. Il traffico merci è ridotto e senza concrete possibilità di incrementi significativi, a meno di auspicabili e decisivi interventi infrastrutturali mirati verso precisi obiettivi di crescita socioeconomica.

Da quanto precede, appare evidente che non è un caso che lo Stretto sia riconosciuto come una delle due Unità Tecnologiche del Mediterraneo (l’altra è Suez). Le vocazioni dei porti dell’Area dello Stretto e le attività che vi si svolgono – profondamente diverse da quelle di Gioia Tauro, Catania, Augusta e Palermo – rendono indispensabile affidare a un unico Ente la gestione di quegli scali. Una mancata decisione in tal senso apparirebbe punitiva all’opinione pubblica, tecnicamente sbagliata a chi ha competenza nel settore e illogica agli occhi di chi conosce la Geografia, con ripercussioni negative per tutta l’isola a causa di un’inevitabile inadeguata gestione del trasporto tra Sicilia e continente.

Senza nulla togliere alle prerogative di Catania e Augusta – città distanti l’una dall’altra meno di quanto distino Genova da Savona, Napoli da Salerno e Bari da Brindisi, addirittura meno di 1/3 della distanza tra Trieste e Venezia (dove tutte le seconde si appartengono all’AP delle prime) -, l’unica soluzione tecnicamente e politicamente accettabile rimane la creazione di un’unica Autorità portuale speciale per l’intera Area dello Stretto (porti di Messina, Reggio Calabria, Milazzo, Villa S. Giovanni e Tremestieri), alla quale affidare la ricerca e l’attuazione di soluzioni idonee e durature di problematiche uniche in tutto il Mediterraneo.

Non si tratta solo di “usufruire di servizi secondo il principio di prossimità” ma di allinearsi con quanto afferma la lr 8/2014 che invita a promuovere accordi con lo Stato, la Regione Calabria e la Città metropolitana di Reggio Calabria allo scopo di garantire ai cittadini delle due sponde dello Stretto i maggiori benefici.

Su un altro fronte, proprio in vista del nuovo assetto territoriale prodotto dalla riforma, la caratterizzazione funzionale di un’unica entità Metropolitana avvalora un nuovo sistema di governance nello Stretto, tale da ricomporre la dimensione strategica locale e nazionale, ricollegandosi al sistema dei trasporti europei che prevede 31,7 mld euro per ammodernare le infrastrutture esistenti, costruire i collegamenti mancanti ed eliminare le strozzature (ESI- European Strait Iniziative).

Un unico ente garantirebbe una maggiore facilità di partneriato in termini di strumenti finanziari e di nuova programmazione, consentendo di puntare con maggiore rapidità ed efficacia alla finanza innovativa pubblica e dando risposta alle istanze del territorio con la costruzione del prototipo progettuale omogeneo per le città metropolitane dello stretto e l’area integrata.

F.to

Francesca Moraci

Giovanni Mollica

Associazione Innovatori Europei

Rete civica per le Infrastrutture del Mezzogiorno

8 commenti

  1. fosse stato per voi il tunnel sotto la manica non lo avrebbero fatto. Siete fermi all’800, egregi messinesi doc

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  2. fosse stato per voi il tunnel sotto la manica non lo avrebbero fatto. Siete fermi all’800, egregi messinesi doc

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  3. comu si vidi chi non aviti autri pinseri

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  4. comu si vidi chi non aviti autri pinseri

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  5. Cosa c’entra il tunnel sotto la Manica con l’AP non lo capisco. Malmoe e Copenhagen appartengono a Nazioni diverse, hanno fatto uno splendido ponte e la Port Authority è unica. Non comprendere che l’AP di Messina è l’unico ente dotato di risorse e gestito in maniera privatistica è una manifestazione di totale assenza di conoscenza dei problemi della città. Senza l’AP l’appalto della sistemazione della via Don Blasco non sarebbe mai partito, vi sono oltre 80 milioni pronti per essere spesi a patto che il Comune e gli altri enti locali si mettano d’accordo su come usarli (l’AP non può decidere autonomamente su cosa serve alla città), un’Autorità unica potrebbe dare una svolta ai trasporti sullo Stretto e tante altre cose. Se passa a Catania o Augusta – come è probabile -, sarà l’ennesima sconfitta, ma molto più grave delle altre. E’ triste che osservatori attenti non comprendano che il Ponte (perché di questo, credo, si tratta) non c’entra nulla.

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  6. Cosa c’entra il tunnel sotto la Manica con l’AP non lo capisco. Malmoe e Copenhagen appartengono a Nazioni diverse, hanno fatto uno splendido ponte e la Port Authority è unica. Non comprendere che l’AP di Messina è l’unico ente dotato di risorse e gestito in maniera privatistica è una manifestazione di totale assenza di conoscenza dei problemi della città. Senza l’AP l’appalto della sistemazione della via Don Blasco non sarebbe mai partito, vi sono oltre 80 milioni pronti per essere spesi a patto che il Comune e gli altri enti locali si mettano d’accordo su come usarli (l’AP non può decidere autonomamente su cosa serve alla città), un’Autorità unica potrebbe dare una svolta ai trasporti sullo Stretto e tante altre cose. Se passa a Catania o Augusta – come è probabile -, sarà l’ennesima sconfitta, ma molto più grave delle altre. E’ triste che osservatori attenti non comprendano che il Ponte (perché di questo, credo, si tratta) non c’entra nulla.

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  7. FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE.. CARO SINDACO ORGANIZZI UNA MANIFESTAZIONE ..PORCA PUPAZZA… SE PERDIAMO ANCHE QUESTO TRENO.. DIVENTIAMO COME IL TIBET!

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  8. FACCIAMO SENTIRE LA NOSTRA VOCE.. CARO SINDACO ORGANIZZI UNA MANIFESTAZIONE ..PORCA PUPAZZA… SE PERDIAMO ANCHE QUESTO TRENO.. DIVENTIAMO COME IL TIBET!

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