"E' come una soluzione fisiologica, pura e sterile, invece è sotto attacchi continui". Il dirigente del dipartimento in questa riflessione inviata a Tempostretto spiega perchè è un errore affondarla.
Di seguito la riflessione del dirigente del Dipartimento Politiche del territorio Vincenzo Schiera in merito alla salvacolline.
La Variante al Prg, molto diverso dal PIAU, per certi versi in antitesi ma pericolosamente parallelo, sta attraversando varie peripezie e sta subendo svariate critiche molte delle quali, immeritate mentre alcune pilotate.
Credo che una Variante che finisce con l'annullare ulteriori speculazioni edilizie è per una città sotto controllo politico/massonico un inconveniente inatteso e quindi un problema che , in un modo o nell'altro "il sistema " dovrà risolvere .
Quello che mi preme è far capire che questa Variante, che avrebbe dovuto essere accolta come l'entrata dei CASCHI BLU AD ALEPPO , ha invece subito ,da più di due anni, il fuoco incrociato dei cecchini .
Dirigo il Dipartimento Politiche del Territorio dal 2013, non per decisione politica ma per incarico del commissario straordinario Luigi Croce e da allora ho cercato di mantenere gli impegni presi sia per la Variante e il PRG ,come per il
trasferimento dell'Urbanistica all'ex Real Convitto, un'operazione,anche quest'ultima , contrastata fino all'ultimo giorno che molti ritenevano impossibile ,dati gli interessi in ballo ( fitti passivi elargiti a iosa con i soldi dei cittadini ai soliti noti ).
Dopo questa Variante occorrerà fare un PRG nuovo evitando di ripetere quanto di mistificante e' stato fatto col vecchio PRG .
La variante e' come la " soluzione fisiologica", pura e sterile, bisogna vigilare che non si iniettino all'interno fattori contaminanti o "agenti patogeni" .
La Variante di Tutela , sorprendendo un po' tutti coloro che vi hanno lavorato o che vi stanno lavorando, non ha avuto in Consiglio Comunale o meglio in Commissione Consiliare l'accoglienza che si pensava dovesse trovare dato che, nei mesi passati , insistentemente ne era pervenuta la richiesta da tutte le forze politiche presenti in consiglio – in occasione della presentazione di Piani di lottizzazione o altra pianificazione o tutte le volte che si e' affrontato l'argomento dissesto del territorio. Uno strumento urbanistico che adesso pare risultare indigesto a molti al punto che molti consiglieri non hanno voluto neppure trattarlo o aprirne la discussione adducendo motivi riguardanti la segretezza o meglio la riservatezza ,che la legge attribuisce in genere alle Varianti ai PRG da osservarsi nei lavori d'aula, tutte regole o prescrizioni che , però, prescindono dai contenuti della nostra Variante che costituiscono gli unici elementi posti sul tappeto.
Eppure, come tutti dovrebbero ammettere, la stessa affronta – cercando anche di risolverli – almeno quattro nodi fondamentali per la sicurezza urbanistica della città :
1- coniuga lo Strumento Urbanistico Generale col Piano di Protezione Civile ,assimilando le vie ,le aree di fuga ,di sfollamento , raduno ecc… in esso contenuto.
2- adegua il Regolamento Edilizio alla legge Regionale 16/2016 che dava obbligo ai Comuni di normarlo entro 6 mesi dalla pubblicazione della stessa legge. Pertanto il comune rischia , già da adesso, per questo ritardo il Commissariamento Regionale.
3- ottempera alle deliberazioni di Consiglio Comunale 15/2012 e 74/2012 suggellate dal Decreto Regionale del 2013 che approva la delibera Salvacolline .Atti che dispongono la cancellazione degli indici di edificabilità dalle colline e dalle aree a rischio idrogeologico .
Le suddette deliberazioni sono anche quelle che prevedono tramite il registro dei volumi l'atterraggio di questi indici ( ridotti del 50%) nelle aree ZIR ZIS.
4- mette al riparo Messina, adottando misure di mitigazione e prevenzione, da sanzioni dell'ordine di 100 mila € giornaliere e peggio ancora da accuse di alterazione ambientali irreversibili. Procedura d'infrazione EU-Pilot attivata dalla C.E. comunicata dal Ministero dell'Ambiente , che non risulta per nulla chiusa, nonostante i buoni segnali giunti all'Ente dalla Comunità Europea tramite la Regione Siciliana . E ciò grazie al buon lavoro svolto dagli uffici e dal freno applicato al consumo di nuovo suolo nell'area nord .
Andando sulle tematiche indicate ai punti 3 e 4 che risultano quelle che più di altre hanno registrato polemiche e diversità di vedute, occorre precisare che :
– la stragrande maggioranza delle cubature cassate per problematiche idrogeologiche ( 70/80% ) non andrà ad atterrare da nessuna parte per tacita rinuncia da parte dei proprietari stessi che non hanno trovato utile e producente affannarsi ad iscrivere, tramite atto notarile, le cubature nell'apposito registro.
– riguardo poi al sito "Q" bisogna rassicurare, i piccoli proprietari , dicendo loro che le ristrutturazioni nonché i modesti ampliamenti anche con soprelevazioni sono sempre possibili, purché vengano osservate tre condizioni necessarie : 1- nessun consumo di nuovo suolo
2- nulla-osta della Città Metropolitana e della Soprintendenza ai BB.CC.ed AA.
3 – Valutazione d' Incidenza ambientale.
Ciò smentisce un superficiale allarmismo mediatico che scientemente viene diffuso da chi , probabilmente, "gioca ben altre partite.
Occorre ricordare infine che rimandare tutto al prossimo PRG equivarrebbe a dire di allargare l'edificazione a macchia d'olio .
E' per tutto questo che ,senza mistificazioni o tecnicismi di sola facciata , occorre azzerare gli indici nelle aree dove non è per nulla consigliabile edificare a meno che , non si voglia deliberatamente ,come fatto e voluto in passato , che si costruisca di tutto e di più , in forza dei generosi indici edilizi che il nostro glorioso PRG mette ancora oggi a disposizione di quanti ne vogliano fare uso , salvo poi lasciare agli sprovveduti compratori o soci di fantomatiche cooperative (spesso indecifrabili come scatole cinesi) , guai e disavventure che possono vanificare risparmi di tutta una vita lasciando – come difatti sovente e' accaduto – intere palazzine : con pianterreni e scantinati perennemente allagati , muri e fondazioni con lesioni come fossero gigantesche ragnatele , complessi edilizi con accesso diretto dal greto di un torrente ed opere di urbanizzazioni in collaudato dissesto .
Per il resto concordiamo con i colleghi architetti o ingegneri sul fatto che e' tecnicamente sempre possibile costruire anche nelle condizioni più estreme come a Dubai nel deserto o ad Osaka sul mare ,ma per queste sfide tecniche occorre disporre di grandi progettisti e soprattutto di montagne di petrodollari o Yen giapponesi .
arch. Enzo Schiera
povero fuco !