Il giornalista e critico teatrale si sofferma con un post su facebook sulle mancate nomine nel Cda dell'Ente da parte del sindaco, nonchè sulla decisione di uscire dalla Fondazione di Tao Arte sia come Comune di Messina che come Città Metropolitana.
Ma questo, ovviamente, non risolve d'un colpo i problemi sui quali la latitanza del Comune di Messina è – dal mio punto di vista – clamorosamente sbagliata. E' vero, come ha detto il sindaco, che l'Ente e la sua intera struttura devono essere rifondati, è vero che lo stesso sindaco ha sospeso ogni nomina di sua competenza perché pretende giustamente dalla Regione un chiaro programma. Ma il fatto conseguenziale è che ha lasciato tutto nelle mani della Regione. Se avesse proceduto alle nomine e costretto quindi Palermo a fare le altre, oggi funzionerebbe un CdA, in ogni caso soluzione migliore di un commissario ad acta con funzioni limitate. Fare le nomine, tra l'altro, non impedirebbe di imporre un termine alla Regione, visto che i componenti del CdA possono dimettersi in qualsiasi momento e con effetto immediato. Al momento quella del Comune è solo una diserzione. Oltretutto avere consiglieri che possono conoscere dall'interno il funzionamento dell'Ente consentirebbe una trattativa-dialogo più fondata sulle effettive necessità del Teatro.
Non è condivisibile neppure la decisione di lasciare il Comitato Taormina Arte, sia come Comune sia come città metropolitana. Mi fa impressione che tutto ciò stia avvenendo nel silenzio più totale. Una cosa del genere può essere decisa solo dal sindaco? E a che cosa serve? A lasciare spazio ad altre realtà territoriali che da decenni puntano a "conquistare" Taormina Arte? Qual è la necessità di questo arretramento? Non sarebbe meglio discutere sull'effettivo ruolo riservato a Messina e alla città metropolitana? Altri organismi siciliani, non messinesi, hanno potuto e potranno esibirsi nel Teatro Antico di Taormina. Rinunciare alle volte equivale a fuggire. Perché?"