A comporre le assemblee rappresentative – dal Consiglio comunale al Parlamento nazionale - devono essere chiamati i migliori cittadini. Non “gli amici”. Quando si sbaglia le conseguenze sono devastanti e incidono pesantemente sul futuro della collettività. La nostra è una città alla deriva e i Messinesi si lamentano dell’inettitudine dei loro rappresentanti, a tutti i livelli, ma piangersi addosso non serve a nulla se non si cambia la cultura del voto
Ad Atene, culla della democrazia, la gente si riuniva nella piazza principale (l’agorà) per discutere sui temi più importanti della vita pubblica. E decidere.
Quando le piazze si rivelarono troppo piccole (si fa per dire), a quella forma di democrazia più o meno diretta subentrò la democrazia rappresentativa. I cittadini eleggono i loro rappresentanti, che esercitano il potere su mandato popolare.
Nasce una domanda: con quale criterio i cittadini dovrebbero eleggere chi li rappresenterà?
Non è un quesito banale: se le assemblee rappresentative – dal Consiglio comunale al Senato della Repubblica – sono formate da persone che vogliono perseguire solo vantaggi personali e quelli corporativi (di categoria, di clan, di gruppo), le decisioni adottate non andranno a vantaggio dell’interesse generale, ma solo delle parti della società più rappresentate e più forti. Numericamente e/o economicamente.
Ne abbiamo avuto un esempio chiarissimo quando Monti ha preso atto delle fortissime resistenze del Parlamento – dove i professionisti, avvocati in testa, abbondano – ad approvare un ridimensionamento degli Ordini professionali o la stessa abolizione delle tariffe professionali minime. E ha dovuto fare un passo indietro.
La difficoltà di portare avanti un programma che gode del favore della maggioranza dei cittadini/elettori a causa dell’opposizione di piccoli ma agguerriti gruppi di interesse non si manifesta solo in Parlamento, ma anche nelle assemblee “minori”, quelle con funzioni prevalentemente amministrative, come i Consigli comunali.
Buzzanca e la sua Giunta avranno pure i loro limiti, ma certo i Consiglieri comunali non sono di grande aiuto. Anzi.
I Messinesi ne hanno avuto una triste dimostrazione constatando per l’ennesima volta l’incapacità decisionale della Commissione urbanistica. E’ evidente il legame tra l’attività di questo importantissimo organismo e i pericoli causati dallo sviluppo incontrollato e selvaggio degli insediamenti edilizi sul territorio comunale.
Fino a pochi giorni fa la città ha pianto i suoi morti; fino a pochi giorni fa la stampa ha segnalato i rischi derivanti dalla devastazione del territorio, fino a pochi giorni fa i nostri amministratori hanno tuonato contro i Governi nazionali che non si sono occupati a sufficienza delle nostre sciagure. Ciononostante, per l’ennesima volta, la Commissione urbanistica non si è potuta riunire per mancanza del numero legale.
All’ordine del giorno era la “Variante parziale alle Norme di Attuazione e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza del territorio comunale”. Scusate se è poco!
E’ chiaro che le assenze non sono dovute al caso – e sarebbe gravissimo lo stesso -, ma che misteriosi interessi personali rendono inopportuno dibattere e deliberare su un tema così importante. Alla faccia dell’interesse generale.
A questo punto, pure i cittadini più stupidi dovrebbero capire che i componenti della Commissione stanno venendo meno ad un preciso dovere. E, quindi, che abbiamo sbagliato ad eleggerli.
SE LA REDAZIONE LO PERMETTE COMPLETO L’ARTICOLO CON INFORMAZIONI DAL SITO DEL COMUNE.
La Commissione interessata è la II che si occupa di politiche del territorio,in particolare:a)Piano Regolatore Generale e Varianti Urbanistiche b)Piani di lottizzazioni e Piani particolareggiati c) Strumenti attuativi del P.R.G. d) S.I.C. e Z.P.S. e)Piani di zona e Programmi costruttivi f)Edilizia convenzionata,sovvenzionata ed agevolata g)Piani di recupero h)Edilizia privata i)Concessioni Edilizie,Autorizzazioni Edilizie e Recupero oneri di urbanizzazione l)Condono Edilizio m)Vigilanza Polizia Edilizia n)Provvedimenti sanzionatori per abusi edilizi e repressione abusivismo edilizio(demolizione ed acquisizione al patrimonio comunale delle opere abusive).
Presidente:Domenico Guerrera (Il Centro con D’Alia)
Vicepresidente vicario:Nicola Barbalace (Popolari Riformisti)
Vicepresidente:Ivano Cantello (Autonomisti Mpa)
Giuseppe Antonio Ansaldo,Antonio Barone,Emilia Barrile, Angelo Burrascano,Gaetano Caliò,Marcello Capillo,Pietro Iannello,Giuseppe Melazzo,Antonio Restuccia,Antonino Spicuzza,Paolo Saglimbeni.
La II Commissione è una articolazione del Consiglio Comunale ed esercita le sue funzioni concorrendo ai compiti d’indirizzo e di controllo politico.Ma soprattutto la II Commissione ha potere dovere d’iniziativa per la presentazione di proposte di deliberazioni e mozioni,nell’ambito delle materie di sua competenza e provvede all’esame preliminare degli atti di competenza del
Consiglio.E’ un fatto che la Commissione si è sottratta ai propri compiti,quindi invito il procuratore Guido Lo Forte ad indagare se ci sono i presupposti di interruzione di servizio pubblico da parte dei Consiglieri,nella loro veste di funzionari pubblici anche se eletti.Ricordo ai messinesi,che le adunanze del Consiglio e dele sue Commissioni sono disciplinate dalle leggi nazionali,regionali,dallo
Statuto del Comune di Messina e da un Regolamento.
Cari messinesi nelle materie di competenza della II Commissione c’è il futuro e lo scellerato passato della nostra convivenza civile in relazione alla qualità della vita urbana,al disegno della nostra mobilità pubblica e privata attraverso le opere di urbanizzazione,alla sicurezza rispetto ai fattori idrogeologici e costruttivi,alle scelte di destinazioni d’uso che si riflettono sull’economia cittadina e sull’occupazione,insomma il GOVERNO DEL TERRITORIO.
Cari Consiglieri della II Commissione quando vi deciderete di fare gli interessi della comunità messinese e non delle lobby della speculazione edilizia?