Crocetta abolisce le Province. Ecco cosa ne pensano i diretti interessati

Crocetta abolisce le Province. Ecco cosa ne pensano i diretti interessati

Eleonora Corace

Crocetta abolisce le Province. Ecco cosa ne pensano i diretti interessati

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giovedì 07 Marzo 2013 - 11:45

Abbiamo raccolto l e reazioni dei consiglieri provinciali di PD, PDL, Sicilia Vera e UDC alla riforma con cui il Presidente della Regione ha abolito gli Enti Provinciali

La proposta di legge votata dalla giunta Crocetta per tagliare gli Enti Provinciali dando spazio ai liberi Consorzi di Comuni continua a tenere banco. Soprattutto lì dove la riforma avrà i suoi effetti. Questa mattina siamo stati a Palazzo del Leoni ed abbiamo ascoltato i Consiglieri Provinciali, che non ci stanno a diventare gli unici responsabili dei costi della politica. Ma soprattutto non accettano che con questo pretesto vengano soppressi degli enti intermedi di rappresentanza elettiva come le Province, con la conseguenza di accentrare il potere a Palermo. Certo, i risultati degli Enti che rischiano la soppressione non sono certo lodevoli. Da destra a sinistra, si dicono tutti d’accordo sul fatto che queste istituzioni andrebbero riformate, non però abolite.
“Considerando lo stato attuale delle Province, è meglio così” -ha commentato questa mattina il consigliere provinciale del Partito Democratico, Pippo Rao – “Il rammarico comunque sta nel fatto che un presidio di democrazia elettiva viene cancellato. Quando questo succede non si può essere contenti. Sarebbe stato meglio evitare il centralismo regionale”. Rao fa notare, inoltre la tendenza opposta alle analisi politiche che poco tempo fa hanno portato ad ipotizzare una riscrittura del primo punto della Costituzione in favore di una sorta di federalismo che avrebbe garantito maggiori autonomie locali. Se una manovra del genere avrebbe portato ad un maggiore decentramento del potere, ora, soprattutto con simili proposte di legge, assistiamo ad una preoccupante inversione di rotta. Una manovra che si potrebbe definire alla Federico II, dunque, che non convince i diretti interessati anche da un punto di vista prettamente organizzativo. “Vorrei capire come si fa a recuperare 700 milioni di euro– tanto, secondo i calcoli dell’Ars, costano annualmente le nove province siciliane – se per la politica se ne spendono solo dodici, mentre il resto di questa cifra è impiegato soprattutto per garantire e gestire diversi servizi. Come la viabilità, l’edilizia scolastica e l’assistenza, il trasporto degli studenti disabili, solo per fare un esempio”. E’ questo il commento del consigliere Giuseppe Lombardo di Sicilia Vera, che non risparmia una stoccata ai 5 Stelle: “Come si fa dalla sera alla mattina a chiudere un ente solo per inseguire i grillini? Comunque ancora sono solo proclami, Crocetta deve spiegare qual è, effettivamente, la sua idea per risparmiare”.
Se i costi della politica pesano tanto, commentano a Palazzo dei Leoni, si taglino le indennità, ma le funzioni dell’Ente Provincia continuano a ricoprire un’importanza fondamentale. Soprattutto se si considera queste istituzioni nella loro forma originaria, sancita dalla Legge 9 del 1986 – che definisce le funzioni e i compiti degli Enti Provinciali – giudicata da tutti i consiglieri una buona legge. Disattesa, però, negli anni, da tutti quei provvedimenti che hanno svuotato le Province dei loro poteri per trasferire funzioni e risorse ad altri organismi.
Proprio contro simili “carrozzoni”, come gli Ato, punta il dito il consigliere provinciale PDLSalvatore Coppolino: “Carrozoni come gli Ato o la gestione dei parchi, perché non dovrebbero rientrare nelle mansioni della provincia? Basta carrozzoni inutili!Le Province, invece, esistono da cinquant’anni e vanno mantenute, anche se riformate”.
Dello stesso avviso Antonino Muscarello, consigliere provinciale UDC: “A Palermo hanno triplicato i conti di spesa con gli Ato, gli Iacp, ecc. Bisogna riformare le province e ridurre gli sprechi. Anche le indennità, se necessario. I quarantacinque consiglieri della nostra Provincia vanno ridotti a trenta, ad esempio. Ed anche gli assessori devono essere diminuiti. L’importanza amministrativa dell’Ente, però, non può essere sostituita dai consorzi dei Comuni. Le esperienze già fatte in passato ci insegnano, infatti, che sono modelli fallimentari, soprattutto a causa dell’incapacità dei vari sindaci di mettersi d’accordo. È necessario un ente super partes”. Insomma, se qualcosa di utile difetta, si aggiusta. Non si butta via. (Eleonora Corace)

2 commenti

  1. Ma dai veramente 7 Marzo 2013 19:13

    Concordo con Crocetta le province regionali vanno abolite.

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  2. Quella di Messina, la prima, visto che è solo uno stipendificio ed un prebendificio politico del pdl.

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