Nella sua lettera aperta al presidente della Regione, Crocetta, l'assessore Bisignano ha espresso la necessità di non dimenticare il ruolo propulsore di sviluppo dell'"ente intermedio", auspicando una riforma delle funzioni a livello locale che ne tenga conto
Eliminare le Province non è sufficiente. Lo ha affermato l’Assessore provinciale, Michele Bisignano, in una lettera aperta al presidente della Regione, Rosario Crocetta. In vista dell’ambizioso processo di svecchiamento di quell’obsoleta ipertrofia burocratico-amministrativa che Crocetta ha annunziato di voler mettere in campo, Bisignano ha ritenuto importante associare alla ventata rinnovatrice più caute riflessioni sul ruolo di quell'”ente intermedio” che esiste in realtà in tutta Europa e che seppur sulla via di scomparire all’interno della Regione Siciliana, reca in sé un utilità comunque da preservare.
Leggere tra le righe dei buoni propositi elencati dall’assessore nella sua comunicazione non è semplice. Da un lato infatti vengono, almeno a suo dire, banditi dalle sue considerazioni, particolarismi e dinamiche di fazione, dall’altro si perora una causa che parla di rimodulazione ma sembra voler difendere un antico vessillo, le funzioni provinciali appunto, ormai svuotate – nell’ottica di Crocetta – di gran parte dei loro significati.
In parole povere, Bisignano esalta il ruolo che l’ente intermedio possiede in veste di coordinatore delle esigenze locali, in specie riguardo le cosiddette “politiche di rete” che attengono al ciclo integrato dei rifiuti, al sistema idrico integrato, alla pianificazione strategica territoriale, al sistema dei trasporti e alla sicurezza del territorio.
Si pone poi, sull’altro piatto della bilancia, l’attenzione alle politiche di “area vasta”, per il sostegno delle quali si richiamano le teorizzazioni dell’eccellente figura del professor Robert Leonardi. Un’impostazione fondata sull’interrelazione locale al fine di consentire un’opinata gestione conciliatrice degli interessi palesati dagli Ambiti di coesione territoriale provinciali.
Una visione che rimane legata alle contingenze economiche venutesi ad approntare a livello comunitario ovverossia all’esigenza di sfruttare l’ultima occasione che la Sicilia avrà, nel prossimo sessennio 2014 – 2020, di reperire i fondi erogati dall’UE alle regioni svantaggiate inserite nell'”Obiettivo 1″. Occasione che, a dire di Bisignano, potrebbe meglio essere colta con un’impostazione che tenga conto proprio di questi accorgimenti organizzativi.
Non mancano poi i riferimenti alla nuova realtà consortile che sembra essere divenuta utile cartina tornasole del desiderio dei cittadini di partecipare concretamente alla gestione dei loro territori. A preoccupare Bisignano, stavolta, l’eventualità che gli organi amministrativi di tali soggetti possano essere nominati da sindaci e consiglieri comunali, svilendo il senso profondo della sovranità popolare e contribuendo anche alla perdita di terreno del controllo democratico sulla gestione di settori e servizi che presuppongono forti assunzioni di responsabilità. (Sara Faraci)