“Lunga vita” ai commissari delle Province: Crocetta dispone una proroga di sei mesi

“Lunga vita” ai commissari delle Province: Crocetta dispone una proroga di sei mesi

Danila La Torre

“Lunga vita” ai commissari delle Province: Crocetta dispone una proroga di sei mesi

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mercoledì 18 Dicembre 2013 - 21:54

L’iniziativa governativa è già stata bloccata in commissione Affari istituzionali dell'Ars dai deputati Milazzo (Pdl) e Figuccia (Gruppo Misto), che hanno presentato un emendamento , firmato da tutti i colleghi, che riduce la proroga da sei a due mesi. Non mancano, però, le polemiche. Intanto, i professori Limosani e Gambino scrivono una lettera aperta ai deputati regionali. IN ALLEGATO IL DOCUMENTO INTEGRALE

Dal “cilindro” del presidente della Regione, Rosario Crocetta, esce la proroga di sei mesi per i commissari straordinari delle ormai “defunte” nove Province siciliane. Quando la riforma “rivoluzionaria” sulla definitiva scomparsa degli enti – per la cui attuazione non sono bastati 8 mesi (!) – avrebbe dovuto essere sul punto di tagliare il traguardo (il termine era fissato al 31 dicembre 2013), è arrivato dapprima il “congelamento” del disegno di legge sulle Città Metropolitane (vedi correlato) e adesso il ddl che prevede il prolungamento del mandato dei commissari – piazzati da Crocetta, in sostituzione di presidenti, giunte e consigli provinciali- sino al 31 giugno 2014.

A stoppare l’iniziativa governativa ci hanno però pensato, in commissione Affari istituzionali dell'Ars, i deputati Giuseppe Milazzo (Pdl) e Vincenzo Figuccia ( Gruppo Misto), i quali hanno presentato un emendamento , firmato da tutti i colleghi, che riduce la proroga da sei a due mesi.

La modifica apportata in Commissione non ha, tuttavia, frenato le critiche alla proposta avanzata dal Governo regionale, a cominciare da quella del competitor principale di Crocetta nella campagna elettorale di oltre un anno fa, Nello Musumeci. L’ex presidente della Provincia di Catania accusa l’ex rivale di «colpo di mano», aggiungendo : «Crocetta ha detto un anno fa di voler sopprimere le Province e di passare ai Liberi consorzi dei Comuni, ma non sa ancora come fare . Il solo risultato ottenuto è il caos e l'incertezza negli enti intermedi e la mortificazione del valore della democrazia e della partecipazione popolare al governo delle istituzioni». Il deputato regionale del movimento 5 stelle Francesco Cappello parla invece di "sindrome di Penelope di Palazzo dei Normanni, che mira a scucire quanto tessuto con enorme fatica a inizio anno".

Mentre dentro il palazzo, i politici si arrovellano su tempi e modalità che dovrebbe portare, ma il condizionale alla nascita delle Città Metropolitane di Catania Messina e Palermo e dei Liberi Consorzi, fuori c’è chi concentra l’attenzione sul merito della riforma e propone soluzioni diverse da quelle ad oggi prese in considerazione.

Dopo aver presentato alla stampa la loro idea/proposta di Area Metropolitana dello Stretto (vedi correlato) , i professori dell'Università di Messina Michele Limosani e Josè Gambino hanno deciso di scrivere una lettera aperta ai Sindaci dei Comuni dell’area metropolitana istituita con lex 9 del 1986 e ai Deputati Regionali.

«In una prospettiva di aperto confronto e col desiderio di contribuire al dibattito in corso – si legge testualmente nel documento- proponiamo alla vostra attenzione alcune delle ragioni che ci inducono a sostenere che la perimetrazione per il nostro Comprensorio, individuata dalla legge 9 del 1986, che aveva istituito l’ “Area metropolitana di Messina” rappresenta un sistema territoriale compiuto con una forte identità storico-culturale».

I due illustri docenti sono convinti che una Città metropolitana dalle grandi potenzialità non essere proiettata «verso la realtà dello Stretto e, quindi, strettamente collegata al sistema Reggio Calabria- Villa San Giovanni-Gioia Tauro sul fronte calabrese».

Limosani e Gambino non hanno dubbi: «L’area metropolitana a 51 comuni a noi sembra la dimensione ottimale come ente intermedio per un progetto di sviluppo compiuto. Una città che si costruisce attorno ad una comune identità ed una visone integrata dello sviluppo. Un sistema a rete, policentrico, composto da più parti complementari. Un sistema che unito all’area metropolitana di Reggio definisce la terza città metropolitana d’Italia che sarà, quindi, in grado di concorrere all’assegnazione delle ingenti risorse finanziarie che l’Unione Europea metterà a disposizione delle città metropolitane, risorse alle quali i liberi consorzi comunali non potranno accedere».

I due professori universitari ricordano , infatti, che «la partecipazione dei comuni ai liberi consorzi comunali non dà diritto a finanziamenti specifici europei per questo tipo di enti , anche perché tali organismi sono isolati nel contesto nazionale, dato che l’istituzione dei suddetti è prevista solo dalla Regione siciliana». Se da soli, dunque, i liberi consorzi rischiano di non aver alcun peso istituzionale, diversa sarebbe la situazione con l’inserimento dei Comuni all’interno della Città metropolitana di Messina, che li proietterebbe « in un contesto non solo nazionale ma europeo di grande rilievo, visto che le città metropolitane, come è noto, costituiscono nell’ Unione Europea la frontiera avanzata dello sviluppo e le zone in grado di fare competere, al più alto livello, il sistema Europa nel mondo».

Non a caso, il coordinamento delle Città metropolitane italiane ha chiesto ufficialmente di essere riconosciuto e accreditato come interlocutore diretto dell’Unione Europea per l’elaborazione della progettualità e l’assegnazione delle risorse finanziarie previste dai fondi 2014-2020.

La lettera che porta in calce la firma di Limosani e Gambino approfondisce vari ed interessanti aspetti , che potete integralmente leggere nel documento allegato all’articolo (vedi Download).

I due studiosi auspicano «che dal libero e aperto confronto delle idee emergeranno le ragioni che potranno orientare le scelte dell’Assemblea Regionale».

Intanto,di area dello Stretto (in senso lato) si parlerà lunedì mattina. In occasione delle festività natalizie, nella sede del Comune di Villa San Giovanni, il sindaco, Renato Accorinti, e la Giunta municipale, incontreranno i sindaci ed i rappresentanti istituzionali dell'Area dello Stretto per lo scambio di auguri . Per la prima volta l'amministrazione comunale di Messina incontra i sindaci dei comuni della costa calabrese e sarà l'occasione per dialogare e confrontarsi sui temi inerenti i trasporti e l'attraversamento dello Stretto; la continuità territoriale tra Messina e la Calabria per favorire l'integrazione delle aree metropolitane dello Stretto; e lo sviluppo delle politiche culturali ed economiche. (Danila La Torre)

Un commento

  1. Salvatore Vernaci 19 Dicembre 2013 14:07

    CITTADINANZATTIVA – Coordinamento Provinciale dei Procuratori dei Cittadini – in tempi non sospetti, aveva evidenziato le difficoltà palesi per le riforme istituzionali preannunciate, senza concreta chiarezza e programmazione. Troppo in fretta si sono commissariate le Province, con il risultato di avere creato e costituito oggi “scatole vuote”, stipendifici per i dipendenti, spesso inattivi e senza un minimo di programmazione per il futuro. Ma la Classe Politica non si rende conto del male che sta facendo alla Sicilia, non attuando quanto si era prefisso e prorogando i Commissariamenti?…CittadinanzAttiva, nel suo piccolo, ribadisce l’invito, da mesi formulato, al Presidente della Regione ed alla Deputazione regionale a rivedere i propri programmi di modifiche istituzionali. Perché non fare proprio, anche in Sicilia, con gli opportuni aggiustamenti, quanto di positivo vi è nel DDL Delrio? Perché non rimodulare l’art. 15 dello Statuto e prevedere le Province e le Città Metropolitane, come sancito dall’art. 114 della Costituzione? perché non seguire una strada maestra, libera di ostacoli, invece di andare dietro ad insidiose accorciatoie? E’ corretto in questa fase di riforme istituzionali, tagliare le spese ma anche creare sviluppo, crescita e buona occupazione. La storia siciliana ci dice che un ente intermedio tra la Regione ed i Comuni è indispensabile, quindi, manteniamo le Province, il cui Consiglio Provinciale sia formato dai Sindaci dei Comuni facenti parte, i quali eleggono il Presidente della Provincia. Circa le funzioni assegnate, possono trovare applicazione quelle del DDL Delrio, oltre a quelle devolute dalla Regione, che potrebbero essere in materia di lavori pubblici, di istruzione professionale, artigianato, turismo, servizi sociali abolendo i Distretti socio sanitari, inefficaci ed inefficienti, ecc…Per quanto attiene le Città Metropolitane, si rende indispensabile, per potere trovare piena applicazione in Sicilia, salvaguardare l’identità storica e l’autonomia di ogni Comune, incorporato. Non bisogna dimenticare il Patrimonio naturale, rurale, storico-culturale ed architettonico, di cui ogni Comune è geloso custode. Una volta c’erano i Comuni autonomi di Santo Stefano Briga, di Calvaruso, di Guidomandri, ecc…UNA RIFORMA POSSIBILE RIVOLUZIONARIA, molto accetta in questo momento di crisi, potrebbe e dovrebbe essere la seguente: ABOLIRE LE INDENNITA’ DI CARICA ED I GETTONI DI PRESENZA DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI.-. LA POLITICA E’ SERVIZIO E NON ATTIVITA’ LAVORATIVA.

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