Al ridisegno del volto dell'Ente Camerale messinese parteciperà anche - con proprie figure di spicco - Confimprese Messina. Tra i problemi da affrontare, il crollo del PIL regionale del 2,7% e la disoccupazione giovanile
Un PIl in caduta libera. Una contrazione degli investimenti che lascia languire l’industria in una progressiva inattività. Il crollo dell’edilizia, che registra sempre minori richieste sia per il comparto delle opere pubbliche che per quello delle costruzioni residenziali. La sensibile flessione delle compravendite in questo settore con la diminuzione dei prezzi anche in termini nominali. E ancora, il crollo dei consumi interni che denuncia la riduzione del reddito reale delle famiglie. Il pericoloso gonfiarsi del tasso di disoccupazione che, per il sesto anno consecutivo, vede frustrate le aspettative in primis dei giovani, che per la prima volta fanno capolino nel mondo del lavoro.
Saranno questi i problemi – che attanagliano la nostra isola e che costituiscono solo una cartina tornasole della crisi economica in cui è precipitato l’intero paese – di cui i nuovi vertici dell’Ente Camerale di Messina dovranno farsi carico. “Agire per fare ripartire l’economia”, lo slogan martellante a cui ci si appiglia come unica soluzione di risollevamento.
Confimprese Messina ha fatto propri tutti questi indicatori di congiuntura sfavorevole, snocciolati dall’Osservatorio della Banca d’Italia in Sicilia, e ha indicato in un progetto concreto e largamente condiviso, che si svincoli definitivamente da “conservatorismi di maniera”, l’unica possibilità di rilanciare l’economia locale, privilegiandone il vero cuore costituito da piccola, micro e media impresa e imprimendo una svolta in primo luogo culturale.
La rigenerazione del background sociale è infatti – secondo quanto affermato da Confimprese Messina nel comunicato del suo presidente, Giuseppe Santalco, diramato agli organi di stampa – l’imprescindibile caposaldo di partenza attorno al quale abbarbicare l’ammodernamento imprenditoriale fatto di reti d’imprese e internazionalizzazione delle stesse.
Un obiettivo che richiede che, a capo del nuovo volto della Camera di Commercio di Messina, sia posta una persona in grado di intuire le sfumature più sottili e le esigenze meno evidenti del settore imprenditoriale, una persona che possegga una tale spiccata sensibilità proprio grazie a una formazione personale che lo cali inequivocabilmente nel mondo dell’impresa. Un imprenditore egli stesso, in altre parole, che si faccia promotore dell’imposizione della Camera di Commercio come ente di riferimento delle dinamiche del disastrato tessuto imprenditoriale di Messina e volano di rilancio dell’economia cittadina oltre che termine di confronto attivo per le altre istituzioni cittadine.
Attenzione anche, da parte di Confimprese Messina, a “Uniti per Messina”, il movimento che annovera al suo interno ben diciotto associazioni promotrici e che ha profuso un significativo sforzo nel monumentale tentativo di conciliare interessi datoriali e dei lavoratori attraverso l’avvio di una programmazione condivisa da ambo i fronti.
Uno scenario controverso che esige – secondo Confimprese Messina – “una guida autorevole con la capacità di rappresentare tutte le categorie presenti in seno al Consiglio”. Un contesto articolato e complesso, all’interno del quale l’organizzazione si propone di calarsi, designando un proprio rappresentante per ricoprire il massimo ruolo dell’ente camerale e provvedendo, inoltre, alla designazione condivisa di altre figure insieme a Confindustria e Confesercenti. (Sara Faraci)