Operazione Zefiro, 10 a processo per il parco eolico Alcantara

Operazione Zefiro, 10 a processo per il parco eolico Alcantara

Alessandra Serio

Operazione Zefiro, 10 a processo per il parco eolico Alcantara

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sabato 09 Aprile 2016 - 07:41

Rinviati a giudizio al 6 luglio gli imprenditori e i tecnici coinvolti nell'indagibe dei carabinieri sui subappalti per i lotti Alcantara Nord e Sud. Prosciolta una delle progettiste.

Va al vaglio dei giudici di primo grado l’operazione Zefiro, l’inchiesta dei Carabinieri sui subappalti al parco eolico Alcantara-Nebrodi.
Il Giudice per le indagini preliminari Monica Marino ha ritenuto sostenibili in giudizio le ipotesi d’accusa nei confronti dei 10 imputati, tra imprenditori, direttori dei lavori e altri professionisti impegnati, ed ha quindi rinviato a giudizio al sei luglio prossimo gli imprenditori Angelo e Filippo Rotella, Carmelo, Santino ed Antonino Gulino, Maria Patrizia Intagliata, Angelo Criffò, Luca Capria e Martin Ricardo Moro. Torna alla procura l’incartamento per Andrea Candelora – c’é stato un difetto nella notifica, quindi per lui dovrà essere nuovamente fissata e celebrata l’udienza preliminare. Prosciolta con formula piena invece la progettista Laura Vaccaro, di Francavilla, che esce dalla vicenda.

Nel mirino erano finiti i subappalti dei lotti “Alcantara Nord ed “Alcantara Sud”, quindi i pali e le altre opere a corredo che ricadono sul crimale nebroideo compreso tra i comuni di Fondachello Fantina, su un versante, e Francavilla dall’altro.

Quello discusso ieri costituisce un filone processuale di una più ampia indagine che ha riguardato l’intero parco eolico ed ha analizzato in particolare il coinvolgimento di diverso soggetti: il sindaco di Fondachelli, Francesco Pettinato, l’imprenditore Santi Bonanno e un altro imprenditore del movimento terra, Michele Rotella “il Barone”, recentemente scomparso, entrambi accusati di concorso esterno ai clan locali.
La vicenda risale al 2009: le imprese che inizialmente si erano aggiudicate l’appalto furono sottoposte alla morsa incrociata dei clan e dei tecnici del Comune per far sì che i lavori in loco andassero alle ditte “vicine”.
Alessandra Serio

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