Nell'analisi del prof. Ginatempo I limiti di un'operazione politica, che si intesta il rinnovamento ma è condizionata dall'alleanza con partiti che, a vario titolo e in diverse fasi, hanno contribuito allo sfascio della Sicilia
Autorevoli commentatori sostengono che Crocetta per la sua storia personale, in particolare per il suo impegno antimafia, appare il candidato più credibile sul piano del rinnovamento della Sicilia. Io non sono d’accordo.
Intanto proprio la storia personale di Crocetta genera dubbi. Crocetta negli anni ha militato in tutti i partiti di sinistra e centrosinistra, da Rifondazione al Pd, passando dal Pdci di cui era diventato il portabandiera in Sicilia ed anche nel resto d’Italia. Si convertì sulla “via di Bruxelles” quando quasi terminati i due mandati da sindaco Veltroni gli offrì la candidatura al parlamento europeo nel Pd. Per quanto riguarda le esigenze di cambiamento, di cui si dichiara espressione, dato il suo appoggio totalmente acritico alla giunta Lombardo (peraltro anche di quasi tutti i pezzi grossi del Pd) nonché il suo spendersi per il candidato Ferrandelli a Palermo si potrebbe dire che di “cambiamento” è sicuramente un esperto. E, comunque, non è certamente il solo candidato degli attuali che che possa rappresentare le esigenze del radicale rinnovamento di cui i siciliani necessitano. Sul fronte delle battaglie antimafia è stato certamente un bersaglio e gli si deve stima e solidarietà per questo, ma se bastasse ciò a farne un candidato alla presidenza della regione avremmo l’imbarazzo della scelta fra dozzine e dozzine di nomi prestigiosi di tanti partiti (per lo meno nella sinistra e nel centrosinistra) e della società civile.
Ma oltre a questo, la giusta attenzione bisogna porre su coloro che dovrebbero sostenere Crocetta nel realizzare impegni chiari di rinnovamento. Oltre al Pd, dovrebbe essere l’Udc di D’Alia (e probabilmente anche il FLI di Briguglio) ad appoggiare Crocetta nel trasformare la struttura della Regione da Ente di distribuzione di finanziamenti, consulenze, nomine, cioè da macchina per il voto clientelare in efficiente macchina per i servizi ai lavoratori e le imprese siciliane? Ricordo che questi personaggi hanno contribuito da sempre a rendere la regione così com’è e ad usarla per i loro fini elettorali. Dovrebbero essere questi personaggi a trasformare il sistema della formazione regionale da macchina di voti in sostituto (comunque improprio) del sistema scolastico ed universitario? Potrei naturalmente e facilmente citare qualche centinaio di esempi relativi ad altre questioni (sanità, rifiuti e discariche, acqua, energia, cementifici, aree industriali ed artigianali, inquinamento della Valle del Mela, di Augusta-Priolo e Gela, dissesto del territorio ed abusivismo, trasporti e turismo, i forestali ed i precari della pubblica amministrazione, ecc., ecc. …) per le quali i partiti ed i personaggi che appoggiano Crocetta, nonché quelli che ancora corteggia, hanno credibilità zero, secondo me e non solo me. Il problema è dunque la credibilità di chi il rinnovamento della Sicilia vuole effettivamente realizzare, e non soltanto prolungare la propria carriera politica. Altri candidati hanno avuto più coerenza ed hanno pagato di persona l’attaccamento alle proprie convinzioni.
Le proposte di innovazione nel modo di gestire la cosa pubblica in Sicilia per essere credibili devono partire da una profonda operazione di verità dicendo che il lombardismo è stato un cuffarismo2.0 e chi l’ha appoggiato ha fatto una operazione trasformista di potere non l’interesse dei siciliani ed ha commesso un errore di cui non si può ipocritamente tacere. Bisogna prendere atto dell’inaffidabilità sul piano del cambiamento dei partiti che, a vario titolo, hanno sin qui governato la Sicilia e avere il coraggio e la coerenza di non cercarne l’appoggio per scegliere, invece, una chiara opzione di rinnovamento popolare. Altri candidati lo stanno facendo.
Ora, ci sono tre principali modi di fare politica, secondo me. Il primo e più nobile è impegnarsi per “migliorare la qualità della vita di tutti”. Io ritengo che questo sia di sinistra e do atto, p.es., a Rita Borsellino, a Don Ciotti e molti altri di comportarsi così. Un modo di destra è impegnarsi per “migliorare la qualità della vita di pochi”, meglio se amici o potentati. Il terzo modo è tristemente bipartisan e consiste nel cercare di “migliorare la qualità della vita di sé stessi e basta”. Questo è, purtroppo, il più diffuso in Sicilia ed il trasformismo di tanti, cui stiamo assistendo in questi giorni, ne è la prova più lampante.
Beniamino Ginatempo
il quarto modo è quello di dire “ma quanto sono bravo, ma quanto sono bello, sono solo io che ho ragione e voi no”
Anche questa è un’analisi che parte da un ottimo contenuto di analisi e si perde nella strumentale vocazione ad un colore specifico, ad una bandiera, quella della sinistra, che il Professore ha inteso servire comunque.
Caro Sig.Beniamino Ginatempo, anche lei come alcuni giornalisti non date un giusto servizio all’informazione.
Franco Tiano