Già pronto il maxi-emendamento dell'onorevole Forzese. Intanto, torna a dire la sua il deputato messinese del Pdl Germanà: “Non un taglio tout court ma una riforma ragionata”
Il ddl sull’abolizione delle province “inciampa” sulle obiezioni del commissario di stato. Il testo , che sarebbe dovuto arrivare all’Ars, torna in commissione Affari istituzionali per essere modificato dal maxi- emendamento presentato dal presidente dell’organo consiliare Marco Forzese, secondo le indicazioni del commissario di stato. Nel pomeriggio, Forzese ha infatti incontrato il prefetto Carmelo Aronica, il quale ha evidenziato i punti critici della riforma, che così come formulata è a rischio incostituzionalità, come aveva anche denunciato il coordinatore regionale del Pdl Giuseppe Castiglione
Il maxi emendamento di Forzese fissa il termine per regolamentare i liberi consorzi al 31 dicembre 2013, lo stesso termine vale anche per la scadenza del commissariamento delle province. Spetterà adesso alla commissione esitare il disegno di legge e trametterlo alla Sala d’Ercole, per l’esame dell’Aula.
Intanto, sulla riforma fortemente voluta da Crocetta , torna a dire la sua il deputato messinese del Pdl, Nino Germanà. “Non un taglio tout court ma una riforma ragionata” è la sula linea sua sulla vicenda Province. L’esponente azzurro sottolinea che “un cambio istituzionale alla pari fra Province e consorzi di Comuni non è praticabile poiché provocherebbe senza ombra di dubbio confusione anche amministrativa e delle competenze. E aumenterebbe – rincara la dose Germanà – i costi di gestione proprio quando l’obiettivo principe rimane, invece, la riduzione della spesa pubblica”.
“E, in ogni caso – conclude – non si potrebbero accettare commissariamenti politici delle attuali Province in attesa di una risoluzione positiva: se a questo si dovrà arrivare, dovranno semplicemente essere dei prefetti a prendere in mano le redini di questi enti locali”.
e certo manteniamo baracconi inutili se non per chi ci sguazza con premi di produzione approvati e bilanci in negativo, con buoni pasto da scontare ai supermercati a spese del cittadino. Confusioni amministrative e di competenze ????????? ma di che stiamo parlano di confusione c’è ne a quanta ne vuoi nel pubblico, baracconi creati ad arte non per dare un servizio ma per ingigantire un inutile macchina mangiasoldi, ma lo volete capire che è finita che piccioli non ci sono più, e ridurre le tasse pagate per mantenere questo o quell’altro ente, e finitaaaaaaa andate a lavorare …………….
La chiusura delle Provincie sarà una nuova fonte di sperpero dei nostri soldi pubblici. Chi pagherà tutte le spese che nessuno di coloro che voglio tale manovra ci confessa^
Chi paghera_
. nuove targhe per ogni porta degli uffici, dei corridoi, ecc,.
. nuovi timbri per gli uffici.
. nuova carta intestata,
. nuova segnaletica stradale, orizzantale e verticale.
Quanti milioni di euro ci costerà tutto questo,… e altro ancora?
La Sicilia attualemte a 8 Provincie comprensive di x comuni ciascuno, i nuovi Consorzi Comunali di quanti Comuni saranno composti? Quanti Consorzi nasceranno? Ogni Comune decide liberamente con chi consorziasi? Assisteremmo a uno spartimento selvaggio del territorio:
A me sorgono questi e tanti altri dubbi
Il problema non sono le province, ma l’apparato politico che le compone. Non comprendo cosa possa fare o proporre Germanà che è stato supportato nella sua campagna elettorale proprio dal presidente della provincia di Messina, Ricevuto.
Vanno colpiti proprio gli apparati politici riducendoli ad un consiglio di amministrazione composto max da 5 persone, presidente compreso. Ovviamente vanno eliminati tutti i contributi e compartecipazioni varie che sono le spine della spesa pubblica. Vanno eliminate le aziende nelle quali la provincia detiene quote. Va valorizzato il patrimonio immobiliare che finora non è stato minimamente considerato, ma sopratutto devono essere risanati i bilanci che l’attuale classe politica e dirigente non è in grado di fare.
Questi sono i tasselli iniziali. Tutte le chiacchiere servono solo a confondere.