Ennesimo atto vandalico alla Lelat. Ma per la Garufi l’elezione di Accorinti è una speranza

Ennesimo atto vandalico alla Lelat. Ma per la Garufi l’elezione di Accorinti è una speranza

Ennesimo atto vandalico alla Lelat. Ma per la Garufi l’elezione di Accorinti è una speranza

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martedì 25 Giugno 2013 - 15:26

Da quando, per difficoltà economiche, la comunità non è più residenziale ma solo diurna, dalle 9 alle 17, sono aumentati a dismisura i vandalismi. Diatriba per il campetto di calcio tra gli abitanti della zona. "Non abbiamo trovato - spiega la presidente della Lelat, Anna Maria Garufi - neanche un volontario disposto ad allenare i ragazzi di Mangialupi"

Questa volta si tratta del danneggiamento dei prodotti della serra coltivati con tanta fatica dai giovani della comunità. E il risvolto è diverso e più amaro perché è il frutto della lotta anche violenta per la fruizione del campetto di calcio, unico bene del quartiere, tra i ragazzi di Mangialupi e gli extracomunitari della vicina moschea.

Ma per la Lelat è una triste consuetudine, soprattutto da quando, per difficoltà economiche, la comunità non è più residenziale ma solo diurna, dalle 9 alle 17.

“Nelle ore in cui non ci siamo – inizia la lettera della presidente della Lelat, Anna Maria Garufi – è lotta per il predominio sul territorio e la comunità viene sistematicamente violentata. Ho tentato di regolamentare il flusso dei contendenti, concedendo all’imam della moschea la domenica pomeriggio, ai ragazzi della comunità (che poi sarebbero gli unici legittimati a fruirne) il sabato pomeriggio e ai ragazzi di Mangialupi gli altri cinque giorni. Finchè ci siamo noi tutto va più o meno bene (salvo che i bambini di Mangialupi non intendono sottostare a nessuna regola e danneggiano tutto). Dalle 17 in poi, quando noi andiamo via, la comunità è terra di tutti. Per cui agli attentati malavitosi e di rappresaglia si stanno unendo gli atti vandalici di ragazzi che, non possedendo altri spazi che gli stretti vicoli delle baracche, assaltano questo piccolo eden, appena ristrutturato, come uno sciame di cavallette. Avessero qualche spazio loro, potremmo interdirne (forse) l’ingresso, ma così ci dispiace cacciarli perché non hanno altro. Con qualche progettino finanziato avevamo iniziato a mettere qualche operatore che si spendeva nel fornire loro giochi e regole di vita. Ma senza finanziamenti, anche questo è finito. Come “operatori” disposti ad allenarli abbiamo trovato solo persone che di fatto volevano appropriarsi del campo, espropriandolo ai ragazzini del territorio, allenatori volontari di fatto non ne abbiamo trovati. Anche il volontariato è in crisi. C’è molta amarezza in questa mia considerazione”.

Dall’elezione di Accorinti, però, la Garufi intravede un segno di speranza: “I bei tempi in cui scavalcavamo i cancelli dell’Ex-Gil insieme a Renato con torme di bambini affamati di spazi, di sport e di saperi (quando pioveva ci sedevamo sotto la pensilina a parlare di pace e di legalità) sembra non aver trovato un ricambio generazionale. Però oggi, alla elezione di Renato a sindaco, ho assistito ad un miracolo, centinaia di giovani con occhi pieni di passione, speranze e gioia ed io, rimasta sulla breccia, malgrado la mia età, a lottare per la loro vita, per la prima volta dopo tanti anni mi sono sentita meno sola. Se i giovani di questa città, dopo la morte apparente di anni, riprendono a sognare, anche per i bambini di Mangialupi c’è una speranza”.

Un commento

  1. liliana parisi 26 Giugno 2013 14:00

    Nei vari aspetti della società, e in particolare nello sport, occorrono regole,poche ma chiare e rispettate: si stabiliscono i tempi per usufruire dello spazio,si nominano dei responsabili nei vari gruppi,e se un gruppo non rispetta i tempi o compie atti vandalici, gli viene tolta la fruizione dello spazio per un periodo più o meno lungo; e se non si individuano i responsabili, l’interdizione deve riguardare tutti. E “Chi rompe paga” e chi sporca ripulisce.Bisogna ritrovare l’autorevolezza(che non è autoritarismo)nell’educare: il buonismo e l’indulgenza rovinano i giovani, e questo è valido sempre ma in particolare nelle realtà “difficili”

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