“Indietrononsitorna” e la nuova città: “Fuori dalla crisi con progetti possibili”. Il punto di De Cola

“Indietrononsitorna” e la nuova città: “Fuori dalla crisi con progetti possibili”. Il punto di De Cola

Marco Ipsale

“Indietrononsitorna” e la nuova città: “Fuori dalla crisi con progetti possibili”. Il punto di De Cola

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sabato 07 Marzo 2015 - 14:10

L’assessore all’Urbanistica spiega le logiche della variante di salvaguardia, il percorso verso il nuovo Piano Regolatore Generale ed i piani particolareggiati in corso d’opera. In arrivo 16 milioni per la messa in sicurezza del territorio ed altri 30 milioni, in particolare, per la riqualificazione ambientale del torrente Bisconte – Catarratti e delle aree limitrofe. LE FOTO di SERENA CAPPARELLI

“A nord l’area di Capo Peloro non è valorizzata come dovrebbe. La rada San Francesco era un luogo bellissimo ed è diventata area di stoccaggio per i tir, così come il viale Boccetta. Per la Zona Falcata si era immaginato uno sviluppo industriale sbagliato e ora è rimasto abbandono. Maregrosso potrebbe essere il waterfront più bello d’Europa ed invece è solo degrado. In zona sud c’è stata una crescita urbanistica fallita clamorosamente, con case ammassate l’una sull’altra”. E’ sconfortante il quadro tracciato da Elio Conti Nibali, rappresentante dell’associazione “Indietrononsitorna”, in apertura del convegno su “Riprogettando Messina”, al Teatro Cristo Re. E’ però dalla crisi che possono partire le esperienze migliori. “Andare avanti e svoltare – è questa l’idea di Conti Nibali – per realizzare una città migliore per i nostri figli, che vorremmo se ne innamorassero così come ne siamo innamorati noi, nonostante le tante difficoltà”. Come farlo? “Senza chimere – chiarisce – che vengono utilizzate perché poi in realtà non si faccia nulla. Alcune, per fortuna, ce le siamo tolte. Ora è il momento di realizzare progetti possibili”.

Un’analisi tecnica è stata presentata dall’arch. Marina Arena, docente di Urbanistica all’Università di Reggio Calabria. “La crisi – afferma – è di tipo sociale, ambientale e di mobilità ed ha colpito soprattutto il ceto medio, comportando un aumento delle distanze tra ricchi e poveri. Molti si lamentano che Messina offra poco ma al contempo dicono che è bella soprattutto perché ne amano il paesaggio. C’è uno ‘scudo ambientale’ che resiste e che l’uomo non è riuscito a distruggere. Purtroppo nell’ultimo secolo, dopo il terremoto del 1908, non si è agito nel modo giusto. Le città virtuose riaggiornano spesso i Piani Regolatori, che rappresentano la nuova visione che si ha del territorio. A Messina, invece, c’è stato il Piano Borzì nel 1910, poi solo una lunga serie di varianti e programmi sempre in emergenza. Il Prg Tekne risale al 1976, poi ancora una variante nel 1990 ed un’altra nel 1998 fino al vigente del 2002. Molte città, come ad esempio Bilbao, sono riuscite a reinventarsi con l’immagine e le firme di architetti di fama mondiale. Altre con i grandi eventi, come le olimpiadi a Barcelona e a Londra, che hanno saputo disegnare una visione a lungo termine. Non così Atene, che si ritrova con molti impianti abbandonati. E’ questa visione futura che si deve avere, capendo che il Prg non riguarda solo l’edilizia, visto tra l’altro che il suolo è già stato tutto consumato, ma riguarda anche tanti altri aspetti di recupero e riqualificazione ambientale”.

Il Comune di Messina vuole agire proprio in questa direzione. Lo ha spiegato l’assessore all’Urbanistica, Sergio De Cola, che ha fatto il punto sull’iter in corso. “Quando ci siamo insediati – dice – abbiamo trovato un Prg con vincoli scaduti e una serie di piani bloccati alla Regione. Mancava un raccordo adeguato ed un ragionamento unico sulla città. E’ quello che invece vogliamo fare noi, non in tempi biblici, pensando ad un nuovo piano di sostenibilità ambientale, sociale, energetica ed economica, con regole, non solo urbanistiche, per migliorare la qualità della vita di una città in decremento demografico soprattutto per problemi relativi all’occupazione”.

Quali le azioni concrete per realizzare questo piano? “Anzitutto la variante di salvaguardia – spiega De Cola -. Abbiamo un territorio bellissimo, con 70 torrenti e 60 chilometri di coste, ma ad alto rischio sismico ed idrogeologico, come dimostrano i tragici eventi di Giampilieri o le mareggiate che flagellano il litorale. Nel 2007 è stata poi istituita la Zona a Protezione Speciale e siamo anche in un’Iba, Important bird area, in quanto passaggio per gli uccelli migratori. Per questo bisogna tenere conto dei vincoli ambientali dell’Unione Europea che, con la direttiva Habitat, ci chiede di lasciare quelle aree al massimo della loro naturalità e di intervenire solo per specifici motivi socio-economici e solo dopo attente valutazioni. Tutti questi elementi formano la sintesi della variante di salvaguardia, che cancella circa 2 milioni di metri cubi edificabili da quelle zone e li trasferisce su nuovi strumenti urbanistici che concentrano la città. Le possibilità per il settore edile, allora, restano tutte, anche tramite progetti per la messa in sicurezza delle zone rosse, un’idea che trova riscontro concreto nei fondi sulla programmazione europea e sul programma governativo ‘Italia Sicura’, che stanzierà 7 miliardi nei prossimi anni. Un primissimo stralcio da 110 milioni è destinato alle 15 città metropolitane e, di questi fondi, 16 milioni sono stati destinati a Messina, una somma superiore rispetto a quella di altre città grazie ad una serie di progetti che abbiamo tirato fuori e messo in ordine con la collaborazione del Genio Civile e dell’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Maurizio Croce. Con lui stiamo lavorando anche da un altro progetto per il quale siamo ad un passo dall’ottenere un finanziamento di 30 milioni, la riqualificazione ambientale del torrente Bisconte-Catarratti e delle aree limitrofe”.

Insieme alla Regione, il Comune sta portando avanti altri piani di recupero ambientale. E’ stato così risolto il problema della mancanza di Vas (Valutazione ambientale strategica) sul Prg vigente, che ha comportato una procedura di pre infrazione dell’Unione Europea per molti Comuni. “La Regione ci aveva chiesto di fermare tutto – prosegue l’assessore – ma ci siamo presi la responsabilità di non farlo perché comprendiamo l’importanza del settore edilizio. Abbiamo invece prodotto un documento in cui sono state evidenziate le procedure in corso ed il fatto che non ci sono stati di recente grossi impatti sul territorio. Adesso la tensione si è allentata”.

Oltre che sulla variante di salvaguardia, l’amministrazione comunale è al lavoro per il nuovo Piano Regolatore Generale, ribattezzato PiCo che è l’acronimo di Piano Condiviso. “Abbiamo chiesto idee e suggerimenti alla città – ricorda ancora De Cola – ed è stata realizzata una mappa di tutte le proposte arrivate per ogni circoscrizione. Alcune, in particolare nella zona sud, sono state ritenute prioritarie e già inviate alla Regione per chiedere i relativi finanziamenti. Le richieste riguardano soprattutto esigenze di mobilità, con la costruzione di strade previste già nel Prg vigente ma mai realizzate, e di sviluppo turistico, ma anche la salvaguardia del territorio, principalmente delle fiumare, e la possibilità di recuperare terreni agricoli”.

Un occhio anche ai piani particolareggiati, specialmente al Piau (Piano innovativo in ambito urbano) perché riguarda l’area più preziosa della città, quella centrale vicino al mare che va dalla Stazione al viale Gazzi. Un’area per la quale era stato bandito un concorso per la progettazione, vinto da una società veneta di ingegneria, che adesso dovrà presentarla entro l’estate. “Ma già prima – dichiara De Cola – apriremo la fase di confronto con la città. Si utilizzeranno i volumi provenienti dalla variante di salvaguardia, con modifiche rispetto al piano precedente, che era stato pensato nell’ottica Ponte sullo Stretto e senza binari. Ora la situazione è cambiata, anche perché finalmente Rfi ci ha detto quali sono le aree che possiamo usare. Abbiamo escluso anche l’ipotesi ‘grattacielo’ perché riteniamo che se si debba realizzare un nuovo riferimento visivo simbolico per la città deve essere previsto nel Prg e non in un piano particolareggiato”.

Nessuno stravolgimento, dunque, ma piccole azioni per recuperare l’esistente e limitare il consumo del poco suolo rimasto. Si punta, ad esempio, sulla premialità con uno sconto sugli oneri concessori per chi costruisce con elevati standard energetici e di sicurezza. Ed infine, l’assessore De Cola lo aveva detto al nostro giornale mercoledì scorso, i fondi per il risanamento saranno utilizzati per acquistare alloggi sul mercato e non per costruire nuove palazzine. Le aree sbaraccate, così, resteranno libere per la realizzazione di nuovi parchi e piazze da restituire alla città.

(Marco Ipsale)

4 commenti

  1. Dott.Elio, verissimo che indietrononsitorna ma andare avanti nel buio assoluto si rischia di cadere in un burrone, se ti va bene ti si rompe solo il collo.

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  2. Dott.Elio, verissimo che indietrononsitorna ma andare avanti nel buio assoluto si rischia di cadere in un burrone, se ti va bene ti si rompe solo il collo.

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  3. L’idea migliore e’ non espandersi ma rivalutare l’esistente…bene

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  4. L’idea migliore e’ non espandersi ma rivalutare l’esistente…bene

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