Capo Peloro, Cucinotta: valorizzare “la grande bellezza” lasciando perdere le grandi opere

Capo Peloro, Cucinotta: valorizzare “la grande bellezza” lasciando perdere le grandi opere

Gabriele Quattrocchi

Capo Peloro, Cucinotta: valorizzare “la grande bellezza” lasciando perdere le grandi opere

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domenica 09 Marzo 2014 - 08:31

L’assessore alle politiche del mare svela la ricetta dell’amministrazione per riqualificare l’area rendendola più vivibile e ricettiva. . In merito al progetto della Mortelle-Tono, afferma: «Altro non è che una violenza al paesaggio locale ed un inutile spreco di denaro pubblico”

Da giorni non si fa altro che parlare di bellezza, de “La grande bellezza” in particolare, il film di Sorrentino, premio Oscar, osannato dai più come un inno patriottico, un simbolo di speranza, la storia di un’Italia che rinasce. Si tratta però soltanto di mistificazioni. Chi ha visto il film, andando oltre la semplice lettura del titolo, ha certamente colto il senso di malinconia trasmesso dal regista. L’Italia di Sorrentino è futile, vuota, per non dire misera. Eppure, i critici “ottimisti” del film, su una cosa hanno ragione, siamo circondati dalla bellezza. Forse è poco curata, poco considerata, ma c’è. Opere dell’uomo e della natura arricchiscono tutta l’Italia e, nella sua dimensione, anche Messina. Il mare è indubbiamente il suo punto di forza e Capo Peloro è senz’altro uno dei luoghi più affascinanti. Tuttavia, la bellezza non rispetta dei canoni oggettivi, occorrono le lenti giuste per vederla e molta cura per mantenerla.

La bellezza di Capo Peloro deve essere percepita e curata e, in questo, tutti sono chiamati a dare il loro contributo, cittadini ed enti competenti. Una cura che passa da piccoli gesti di ordinaria civiltà e da interventi di riqualificazione, non solo di una spiaggia ma di un’intera area urbana. E questo lo sa bene l’assessore alle risorse del mare Filippo Cucinotta. “Io e gli assessori Cacciola e Ialacqua stiamo concordando un piano per risolvere gli annosi problemi di viabilità e di pulizia che affliggono la zona” dice Cucinotta. “L’estate scorsa la situazione era indecorosa”.

“La viabilità è senza dubbio un nodo fondamentale” per l’amministrazione comunale. “In estate, lì si concentra moltissima gente e il parcheggio diventa un problema”. L’intenzione sarebbe di “valorizzare l’area delle ‘torri Morandi’ di Via Pozzo Giudeo per alleggerire il traffico viario con un progetto che richiederà tempi opportuni di finanziamento e realizzazione”.

Si tratta di risistemare l’area delle ‘torri’ convertendola in parcheggio stabile e costruire una nuova strada su terreni da espropriare, consentendo la pedonalizzazione di tutta la zona a mare, quella del Pilone e dell’ex Sea Flight per intenderci. Si potrebbe arrivare a Capo Peloro, lasciare l’auto e poi raggiungere facilmente qualsiasi punto dell’area a piedi”. “Sulla zona ex Sea Flight”, totalmente abbandonata o, tutt’al più, utilizzata nel periodo estivo come parcheggio abusivo, “la questione è molto complessa a causa di una diatriba legale, ma già esiste un progetto del Comune di sviluppo e rilancio”. Inoltre, lo stesso “sindaco mi diceva di voler portare il presidente Crocetta sul Pilone per mostrargli l’area e cercare un supporto economico per i progetti dell’amministrazione”.

“Nel breve periodo”, sostiene Cucinotta, l’amministrazione ha programmato “interventi mirati di cura dell’esistente, sistemazione delle strade e pulizia. Tutto partirà per tempo. Inoltre, martedì ci sarà un incontro con la Capitaneria di porto per mettere a punto una strategia di recupero degli affacci a mare che sono stati abusivamente chiusi, specialmente in Via Dei Due Mari”.

L’assessore, poi, ci tiene aricordare che non si tratta di una spiaggia o di un monumento ma di un pezzo di città che può essere riqualificato attuando un programma trasversale che riguarda tutti gli assessori, il sindaco e gli uffici compenti”. Cucinotta non parla di “grandi opere”, anzi. “Il termine ‘grandi opere’ ci ricorda brutte disavventure del passato”, dice l’assessore, “soprattutto, grandissimi sprechi, grandissimi annunci e costruzioni faraoniche mai realizzate. Per esempio, il progetto della Mortelle-Tono, altro non è che una violenza al paesaggio locale ed un inutile spreco di denaro pubblico”. L’approccio dell’amministrazione è, dunque quello di proporre e realizzare piccole opere di riqualificazione del territorio, in armonia con il paesaggio.

La grande opera, già presente, è il Pilone. Un’opera del passato, un simbolo di attaccamento alla città, attorno alla quale dobbiamo programmare e costruire il futuro”. Il piano strategico “Messina 2020, così come sbandierato da Scoglio, resta su carta, ma Messina ha un suo futuro e arriverà pronta al 2020 se avrà sfruttato adeguatamente le risorse di Europa 2020”.

D’altra parte non bisogna trascurare il risvolto economico della bellezza. Al di là del suo valore naturalistico e paesaggistico, Capo Peloro potrebbe essere un volano per l’economia del territorio. “L’area costituisce sicuramente uno dei punti più belli della città, della Sicilia e dell’intero meridione”, dice Cucinotta. “Lo sviluppo economico è attivabile nel momento in cui il territorio è curato e ricettivo. Il compito del Comune è, in primo luogo, sviluppare sinergie con le reti turistiche, perché è un’area che nonostante la sua bellezza è completamente fuori dai tour organizzati, invece, potrebbe attirare tanti appassionati di fauna, canottaggio, pesca-turismo e, in secondo luogo, riattivare l’info point di Torre Faro che è stato vandalizzato due volte e ristrutturato a spese del Comune. Potrebbe essere un importante tassello per pubblicizzare e per fare rete”.

Tuttavia, la cura della bellezza non interessa solo Capo Peloro. Anche altre zone richiedono protezione. Mantenendo l’attenzione sul mare, non si possono ignorare due fenomeni che minacciano le nostre coste: il degrado e l’erosione. “Quest’amministrazione ha agito alacremente per ripristinare un tratto di litorale molto bello e anche molto grande che riguarda la zona sud”, afferma Cucinotta, “quello che va da Contesse alla Via Santa Cecilia, anche se finora, siamo intervenuti solo fino a Gazzi. La riqualificazione ha riguardato la demolizione di tantissime opere abusive, la rimozione di tantissime discariche e di rifiuti speciali. Adesso la foce del torrente Gazzi offre una spiaggia che la città non sapeva di avere”.

La difesa delle coste”, continua l’assessore, “esige interventi estremamente costosi. La protezione costiera non è stata mai programmata bene e, peraltro, non è di competenza comunale ma regionale. Ad ogni modo, abbiamo ricevuto un finanziamento per la protezione di Galati, tenuto due tavoli tecnici giovedì e venerdì per chiudere il progetto a livello comunale e trovato delle soluzioni innovative da presentare alla Regione che permetterebbero di risparmiare molti soldi, o meglio, con le stesse risorse, di proteggere un tratto di costa più lungo”.

Vivibilità e ricettività sono elementi essenziali della bellezza di un territorio, raggiungibili solo attraverso la sinergia tra comportamenti virtuosi dal basso e interventi mirati dall’alto.

‘Grandi opere?’ Quelle lasciamole agli Oscar.

Gabriele Quattrocchi

8 commenti

  1. Madre Natura donò ai messinesi il territorio ideale per farne una MILANO MARITTIMA, con la grande differenza di un panorama splendido, suggestivo, inesistente nella cittadina romagnola. Ganzirri con la sua collina e i suoi laghi, Faro e Capo Peloro con il mare dello Stretto. Un binomio naturale unico al Mondo, vi sfido a trovarne uno simile. Se avessimo avuto una borghesia ILLUMINATA dall’amore verso la Urbs Messana, quello spazio sarebbe stato fonte di ricchezza inesauribile. In quella collina, una volta verdeggiante, invece di un dormitorio per messinesi benestanti, campi di golf, tennis, alberghi immersi nel verde, percorsi naturalistici fino ai laghi, con le nostre cozze e tutte quelle manifestazioni, sportive e turistiche, che un lago possa offrire. E poi tanti negozi, trattorie, ristoranti, pasticcerie, gelaterie, discoteche, ludoteche, passando per il Faro fino a Capo Peloro, con una spiaggia attrezzata. Infine il mare dello Stretto con il suo effetto lago, secondo voi i turisti andrebbero in piscina come a Milano Marittima, pagherebbero senza fiatare i lidi a disposizione, per assaporarne le sensazioni. Invece caos automobilistico, puzza, nevrosi, case utilizzate un mese l’anno, forse. Oggi senza opportunità di lavoro, con i nostri figli e nipoti in partenza o se fortunati a €500 al mese, spesso senza contributi, vi chiedo: ne valeva la pena per quel mese al mare o un posto in quel dormitorio per un paesaggio sempre disposizione, di cui non assoporate più la bellezza? Le idee del giovanisssimo ingegnere in discipline nautiche, l’assessore Filippo CUCINOTTA, sono le benvenute, ma sono per una economia tutta interna alla nostra città, una partita di giro tra messinesi, in quel territorio si doveva PRODURRE TURISMO, siamo ancora in tempo?

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  2. A parte che “la grande bellezza” tutto è tranne che un bel film, a parte che le parole non sono di proprietà di nessuno e quindi non si possono virgolettare tre parole facendone un brand specialmente se riferite ad un filmetto pretenzioso che oltre ad aver vinto un oscar per questioni di opportunità e ritorni economici diffusi non ha da offrire che dei minuti di evasione come tutti i filmetti.
    Inizio a pensare che è da preferire il ponte…….

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  3. Dispiace dover amaramente constatare l’ingenua illusione di cui e’ vittima , si spera in buona fede, gran parte della nostra classe politica e dirigente. Infatti, a sentirli… neanche se si mettessero di buzzo buono a lavorare per decenni riuscirebbero a realizzare il loro sogno di rendere Messina una città attrattiva e competitiva sul mercato turistico internazionale.
    Nessuno di loro ha purtroppo il talento ed la necessaria esperienza manageriale in grado di garantire risultati apprezzabili e men che mai gli ambiziosi programmi illustrati.
    Senza voler essere “uccelli del malaugurio” ma col pianto nel cuore, scommettiamo che fra non molto dovremo registrare l ‘ennesimo insuccesso, corredato dalle immancabili infantili accuse “scaricabarile”.

    I loro “sogni” … che non riusciranno mai a realizzare, inclusa la necessaria riprogettazione del territorio si sarebbero potuti realizzare SOLO se si fosse dato avvio alla più innovativa e grandiosa opera mai progettata dall’uomo : il ponte, l’ecoPonte sospeso più lungo e bello del mondo. Senza i soldi del ponte e le opere connesse ..moriremo poveri e pacci ” brutti e sporchi cattivi e ” mendicanti”..anche uelle poche risorse che tral’altro arriveranno, se arriveranno, col contagocce purtroppo.

    Livelli insuoerabili di ilarità… si raggiungono poi.. allorché si sostiene : ” la grande opera , già,presente, e’ il pilone.”
    Si resta di stucco! …sperando ovviamente di essere smentiti. Ma se così non fosse ..il peso della responsabilità storica peserà sulla coscienza delle classi dirigenti messinesi come un macigno insostenibile.

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  4. invelatosempre 10 Marzo 2014 00:16

    Il cantante è Giorgio Gaber, la canzone è. ” Destra-Sinistra”.

    http://www.youtube.com/watch?v=SzUoAfcyPsk

    Ma si sentono quando parlano?

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  5. Si il ponte è un’occasione perduta, ma oramai non lo fanno. Quindi dobbiamo essere destinati per sempre all’oblio? Solo il ponte ci potrebbe salvare? Allora è meglio chiudere la città, di un ponte stabile se ne parla da troppo tempo, bisogna andare oltre, altrimenti mi spiace dire che si trasforma nella solita scusa per non fare nulla e disprezzare ogni cosa rimanendo nel proprio inesorabile immobilismo.

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  6. RIAPRIRE GLI ACCESSI A MARE …Importantissimo liberare gli accessi a mare in via torre bianca sono chiusi abusivamente e impediscono di fruire al bellissimo mare

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  7. Nella speranza che le parole si trasformano in fatti e nel più breve tempo possibile.

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  8. No caro jerico, non e’ così . Il ponte era diventata dopo decenni opera “cantierata”. Si stava procedendo agli espropri ed ai primi lavori. E’ arrivato un “contrordine compagni” e la città ha ubbidito da tradizionale ottusa colonia. Il Nord ha vinto ancora una volta . La vittima ama e proteggie il suo carnefice. La città, purtroppo, senza Ponte può CHIUDERE. Lei non ci crederà perché la speranza e’ l’ultima a morire. La città può chiudere. Non c’è traccia di attività produttiva (di ricchezza) . Dovrà vivere di elemosina e quindi sarà vassalla di poteri esterni.

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