Progetto finanziato il 27 ottobre 2015 ma due anni dopo il progetto risultava ancora carente. Niente accordo con l’Iacp e fondi revocati
La Regione decreta la revoca dell’ammissione a finanziamento “del programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile, per un importo di 20 milioni 402mila euro, determinato in favore del Comune di Messina”. E’ quanto recita il decreto numero 149 dello scorso 31 gennaio del Servizio 7 Politiche urbane e abitative dell’assessorato regionale delle infrastrutture.
Una graduatoria ministeriale del 2010, nella quale un intervento del Comune di Messina risultava al decimo posto, finanziato il 27 ottobre 2015 con 20 milioni 402mila euro, di cui 8 milioni 180mila di contributo Stato/Regione, 1 milione e 44mila euro di contributo comunale e 11 milioni 178mila euro di contributo da parte dei privati che hanno presentato il progetto. Si tratta di 106 nuove case popolari più opere di urbanizzazione da realizzare a Camaro Bisconte.
Il Comune avrebbe dovuto avviare le procedure necessarie ma, da quel momento, una lunghissima serie di deroghe e di minacce di revoca del finanziamento non hanno prodotto gli effetti sperati. Il progetto è stato trasmesso il 5 maggio 2017 ma è stato giudicato carente, così come le integrazioni presentate il 25 settembre 2017.
Così il 10 novembre viene convocata una riunione, anche alla presenza dell’Iacp, che è proprietario dell’area di intervento, per la quale bisognava raggiungere un accordo sulla cessione. Il 1 dicembre il Comune annuncia la formalizzazione dell’intesa “entro dieci giorni”, il 21 dicembre comunica che sarà definita “entro pochi giorni”, poi l’11 gennaio l’Iacp dice che “gli incontri non hanno prodotto alcun accordo”.
Adesso la Regione considera “il perdurante mancato rispetto da parte del Comune di Messina dei termini assegnati per la predisposizione del progetto e per l’impegno al cofinanziamento ed il tentativo di procrastinare la revoca del finanziamento, in mancanza di reali certezze sulla possibilità di acquisire l’area oggetto dell’intervento”.
Il 26 settembre 2016 il Ministero aveva indicato termini precisi per l’attuazione dei programmi, dando disposizione di procedere alla revoca dei contributi in caso di mancata attuazione nei termini assegnati e di scorrere la graduatoria, dando i fondi ad altri progetti. Per questo e “per non ledere i diritti dei Comuni utilmente inseriti nelle graduatorie”, la Regione revoca il finanziamento. Contro il decreto è ammesso ricorso al Tar entro 60 giorni o al presidente della Regione entro 120 giorni.
Una brutta gatta da pelare per il Comune e per il neo commissario dell’Iacp, Santoro, che assicura: “Parlerò subito col dirigente generale Bellomo per valutare cosa fare e recuperare questo importante finanziamento”.
LA COLPA NO E’ DEL COMUNE E’ DELL’AUTOBUS CHE E’ IN RITARDO AL CAPOLINEA CHE SI TROVA IN TIBET. QUANDO L’AUTOBUS SARA’ IN GRADO DI VIAGGIARE PORTERA’ ACCORINTI A MESSINA E CHIEDERA’ IL RIMBORSO DI QUESTI SOLDI, SE NON RICEVE UNA PERNACCHIA TIBETANA. QUESTA SAREBBE LA FAMOSA CITTA’ BEN GOVERNATA?
PROGRAMMA CARENTE ED ANCOR PIU’ CARENTE LE INTEGRAZIONI? LA FRASE STORICA DE PRESIDENTE AMERICANO LYNDON B. JOHNSON QUANDO HA GIUDICATO L’OPERATO DEL GOVERNO KENNEDY E’ LA STESSA CHE POSSIAMO RIVOLGERE AL SINDACO ACCORINTI E COMPAGNIA, LA FRESE STORICA CHE MERITA ACCORINTI, PER PARAGONARLA ALL’IPOCRITA FALSO BUONISTA KENNEDY E’ QUESTA: UNA BANDA DI RAGAZZINI