Il consigliere replica a Legambiente, che aveva espresso il suo parere favorevole alla costruzione di nuove case per il risanamento
“Sarebbe più corretto, dopo la presa di posizione sui fondi Pinqua, che Legambiente dei Peloritani si ridenominasse in Legambiente… dei palazzinari”.
Con questa provocazione il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, replica alle dichiarazioni di Legambiente in merito al loro sì netto a costruire palazzine nelle aree sbaraccate, pubblicate dal nostro giornale.
“Al netto del fatto che personalmente ho espresso la mia chiara contrarietà solo sui 40 alloggi dell’Annunziata mentre su Bisconte in particolare ho chiesto un nuovo approfondimento e una opportuna condivisione dei progetti – evidenzia Gioveni – non ci si può sottrarre dallo stropicciarsi gli occhi leggendo la nota di Colavecchio e compagni. Basta leggere la missione dell’associazione per capire come la nota rappresenti una sorta di tradimento ideologico verso tutti coloro che, aderendovi, tuttora combattono contro l’inquinamento atmosferico, contro la cementificazione selvaggia e operano in difesa delle aree verdi e per la salvaguardia dei beni paesaggistici”.
“Perché – si chiede il consigliere – anziché esternare pensieri scriteriati definendoci addirittura “contestatori”, i rappresentanti di Legambiente non chiedono ai bambini dell’Annunziata (gli stessi che se è il caso hanno partecipato ad una loro iniziativa denominata “festa dell’albero”) in quale parco o villetta vanno a giocare dopo la scuola?”.
“Oppure – insiste l’esponente di FdI – perché non chiedono ai residenti della miriade di complessi residenziali che si trovano intrappolati nella strettissima carreggiata a ridosso del torrente Annunziata se gradiscono che altre 40 famiglie, magari possessori ognuna di due auto, facciano loro compagnia mentre si “imbudellano” nel caos viario della zona a respirare gas di scarico? Chissà, può darsi che siano quegli stessi residenti che avranno partecipato a un’altra loro iniziativa per l’ambiente, “EcoATTIVIamoci” e che quindi, anche loro, saranno rimasti basiti da queste dichiarazioni”.
“Quindi per cortesia – conclude Gioveni – l’associazione ci risparmi almeno l’ipocrisia di nascondere il suo chiaro sostegno a questa Amministrazione dietro questa presa di posizione dissennata, perché noi “contestatori” con po’ di pelo sullo stomaco non abbiamo di certo il prosciutto negli occhi”.
Cacciotto: “Contemperare le esigenze di tutti”
Sulla stessa linea Alessandro Cacciotto, presidente della III Municipalità. “Ho solo preso atto non solo di alcune fallimentari esperienze edificatorie passate, che hanno messo in piedi veri e propri casermoni, ma anche del sentimento, cosa di non poco conto, di chi, dovrebbe “subire” territorialmente l’azione edificatoria. Aver lamentato poi l’assenza di condivisione dei progetti con alcune Istituzioni e soprattutto con il territorio non significa essere penoso o demagogico quanto piuttosto realistico e tendente al coinvolgimento piuttosto che “subire” scelte calate dall’alto”.
“Evidenziare che probabilmente una rimodulazione del progetto, con un edilizia più dolce, possa contemperare da una parte il diritto alla casa e dall’altra la rigenerazione urbana non significa essere penoso o demagogico quanto piuttosto avere probabilmente una visione bilanciata delle cose. Evidenziare che probabilmente i residenti delle zone in cui dovrebbero essere costruiti i nuovi palazzoni a 6 ed 8 piani vorrebbero conoscere anticipatamente il loro destino non significa essere penoso o demagogico quanto piuttosto farsi interprete del sentimento della gente, di quella stessa gente che abita i territori interessati e che ancora non sanno se con i nuovi palazzi dovranno o meno lasciare la loro abitazione.
Insomma credo che ognuno abbia il sacrosanto diritto di dire la propria ma comprendo anche che il garbo non appartiene a tutti. Credo dunque che l’ Amministrazione Comunale faccia bene, rendendosi probabilmente conto, a rivedere la proposta edificatoria legata ai fondi Pinqua, cercando di bilanciare l’interesse alla casa con l’interesse ad una rigenerazione urbana che tante periferie ancora oggi attendono”.