Il primo cittadino: "Dal terremoto del 1908 ad oggi si sono alternati 67 governi della Repubblica e in 112 anni il problema del risanamento non è mai stato risolto"
Cinque progetti di rigenerazione urbana e per la definitiva eliminazione delle baracche nelle quali abitano circa 8mila cittadini. È questo il risultato della città di Messina, prima nella graduatoria del bando nazionale “Qualità dell’abitare”, pubblicata giovedì dal Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Le aree interessate da interventi di riqualificazione riguardano Camaro Sottomontagna, Giostra, Annunziata, Fondo Fucile, Rione Taormina e Camaro-Bisconte dove si procederà alla rigenerazione urbana attraverso lo sbaraccamento, la rimozione di materiali inquinanti, tra questi l’amianto, e la successiva realizzazione di alloggi e servizi di comunità.
Ottenuti 172 milioni di euro con un solo bando.
“In totale – dice il sindaco Cateno De Luca – saranno realizzati o acquistati 692 alloggi, tre asili, due edifici polifunzionali, 2 parchi e diversi alloggi di transito su un’area di oltre 230 mila metri quadri. Nessuna Amministrazione ha mai ottenuto un totale di oltre 172 milioni di euro con un solo bando. Nel giugno 2018 ho assunto quale punto imprescindibile del mio mandato politico ed amministrativo l’impegno di affrontare definitivamente il problema socio-ambientale più grave della città di Messina: la presenza da oltre cento anni di una baraccopoli in pieno centro urbano estesa in 9 ambiti da risanare per oltre 230mila metri quadrati, con unità abitative caratterizzate da tetti in eternit che sprigionano letali fibre d’amianto, prive di servizi fognari e con bagni esterni spesso in comune, dove regna sovrana la presenza di ratti, nonché spazi angusti in cui i bambini sono costretti a vivere ed a giocare.”
Il problema del risanamento non è stato mai risolto
“Queste sono le condizioni di estremo degrado – prosegue De Luca – dove vivevano e in parte vivono ancora 2mila nuclei familiari, oltre 8mila persone, 8mila italiani che da oltre tre generazioni sopravvivono in ‘lebbrosari’, privi di ogni requisito di salubrità e di sicurezza sismica tanto ai margini del perimetro urbano, quanto in pieno centro urbano con sacche di intollerabile degrado. Dal terremoto del 1908 ad oggi si sono alternati 67 governi della Repubblica e in 112 anni il problema del risanamento non è mai stato risolto nonostante gli svariati interventi normativi finalizzati all’eliminazione delle strutture abitative incompatibili con il requisito dell’abitabilità e del rispetto minimo delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza impiantistica. Oggi abbiamo messo la parola fine a questa vergogna nazionale”.
Caro sindaco…tu credi ancora a babbo natale! Messina é condannata dai suoi stessi cittadini a soccombere nel degrado e incuria totale…i messinesi nn meritano Messina. Su NZIVATI!!!
Vediamo quando la favola di Biancaneve si trasformerà in realtà: per adesso a parte le chiacchiere del magico pifferaio in un cumulo di macerie e baracche vuote ancora lì diventato ormai ricettacolo di tutto. Buona giornata
Perché “solo” tre asili?
La richiesta di accesso agli asili è molto elevata in città.
Come è stato determinato questo numero?
Sempre il solito bommacaro,ha fatto tutto lui a Messina e mai la città è stata in uno stato di abbandono e di lordia. Erbe che sono diventati alberi, basta fare un giro in lungo e largo via Manzoni e traverse limitrofe. Per non parlare di strade più importanti come viale Regina Elena sul marciapiedi. E questo ancora parla di risanamento. Il cervello vi dovete risanare. Stendiamo un velo pietosissimo sulle sue chiacchiere perché quelle il sindaco le sa fare bene.