Risanamento. Senza nuove costruzioni qual è l'alternativa?

Risanamento. Senza nuove costruzioni qual è l’alternativa?

Marco Ipsale

Risanamento. Senza nuove costruzioni qual è l’alternativa?

giovedì 21 Novembre 2024 - 07:00

C’è chi dice no ma le proposte non sono tante… E puntare solo all'acquisto di case non basta

Dal 1994 al 2019 consegnate 500 case popolari; dal 2019 al 2024, invece, 650. La sproporzione è evidente ed è frutto, oltre che dell’accelerata politica, dell’idea vincente di acquistare case sul mercato invece che costruirle.

Peccato che in baracca restino ancora circa 1600 famiglie. Anche mantenendo la media degli ultimi cinque anni, e non è semplice, potrebbero servire ancora dodici anni per completare il risanamento.

Ecco perché il progetto PinQua (Programma innovativo Qualità dell’abitare) prevede sì l’acquisto di altre 300 case ma ne prevede anche la costruzione di altre 400 a Bisconte, rione Taormina, Fondo Fucile, Camaro Sottomontagna, Annunziata e via Cuore di Gesù, a Giostra.

Le case sul mercato

E perché non l’acquisto di 700 case sul mercato senza costruirne nuove? Perché le case in vendita devono rispettare stringenti requisiti di legge, devono avere certificato di agibilità ed il prezzo deve essere giudicato congruo rispetto ai metri quadri e al valore di mercato.

Non è così facile, insomma, trovare case adatte. E’ una strada che si continuerà a perseguire perché porta buoni frutti ma non sufficienti per velocizzare – e concludere – il risanamento. Di recente si stanno valutando anche case incomplete o con piccole ristrutturazioni da fare.

Diverse strade

Un esempio virtuoso è quello dell’acquisto della Caserma Sabato, i cui lavori sono in corso, dalla quale si potrebbero ricavare 66 case popolari. Un’altra idea riguarda l’ex scuola Marconi, di proprietà della Curia. Il Comune parteciperà anche ad un’asta per l’acquisto di 11 lotti di appartamenti finiti e utilizzabili su un edificio di 18 appartamenti e un lotto di edificio gemello lasciato a rustico da completare, in via Bisignano, a Contesse, nell’ambito del fallimento della ditta Anfa Costruzioni.

Ci si muove su più fronti, insomma, per cercare di velocizzare al massimo l’operazione risanamento. Perché se è vero che, rispetto al passato, c’è stata una forte accelerazione, è anche vero che le baracche rimaste in piedi sono ancora tante. Una stima di altri fondi necessari è di 200 milioni di euro.

I quartieri più belli

Che i bambini di Fondo Fucile vogliano un quartiere più bello è normale. Risanamento non è solo dare case popolari, è anche risanamento urbano, sociale e culturale. Il progetto di Fondo Fucile, ad esempio, su un’area di 14mila metri quadri, prevede che 4mila siano destinati a nuove case e 10mila ad un parco e altre opere di urbanizzazione, utili a non creare i temuti ghetti. Le baracche ad un piano occupavano spazi enormi, palazzi moderni a più piani liberano spazi per la socialità. Lì dove sono previste nuove case sono previsti anche asili, centri sociali e campi sportivi.

No alla costruzione di nuove case. L’alternativa?

Acquistare tutte le case sul mercato, in tempi brevi, sarebbe certo la soluzione ideale. Si può anche non essere d’accordo sulla costruzione di nuove case, in linea teorica tutti preferiscono solo la realizzazione di piazze e spazi per i cittadini. Ma se di case sul mercato, a condizioni adeguate, non se ne trovano abbastanza, dire no a nuove costruzioni rischia di tardare ancora il risanamento. Così, ad esempio, ridurre da sei a tre le palazzine previste a Bisconte. Con sei palazzine si crea un ghetto e con tre no?

Un risanamento che si è trascinato per 25 anni, riuscendo a bonificare appena il 20 % delle aree baraccate, e che negli ultimi 5 ha avuto una decisa accelerazione. Per completare il percorso, però, la strada è ancora lunga e per compierla, oltre ai no, servono proposte concrete.

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