Continua la polemica con dichiarazioni dell'ex garante Costantino sui numeri delle famiglie con fragili. Ma nello sbaraccamento deve esserci un'idea di città
MESSINA – “Sarebbero solo 43 i nuclei familiari con disabili gravi, secondo le stime del sub commissario, ancora dentro le baracche su un totale di 1600. 43 famiglie su 1600 rappresentano solo il 2,68%. Ma se il numero dei fragili che vivono in baracca è così esiguo perché è stata emessa un’ordinanza che cancella il corridoio sanitario previsto dal precedente sub commissario? Ma chi può credere alla storia che la velocizzazione del risanamento passa dalla sistemazione di 43 famiglie pari al 2,68% degli aventi diritto?”. Così, con un commento polemico sulla sua pagina Facebook, l’ex garante comunale per l’infanzia, Angelo Fabio Costantino, affronta un argomento caldo. E parla di “tomba della politica quando le fragilità diventano freddi numeri”. Il tema è quello del risanamento a Messina dopo la nuova ordinanza del sub commissario Santi Trovato.
La guerra del risanamento a Messina, “revocate l’ordinanza sui fragili”
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A scatenare le critiche è stata la scelta di sbaraccare per aree omogenee. I fragili che saranno nel lotto da sbaraccare avranno la priorità. Ma chi non fa parte del lotto, pur avendo disabili gravi con patologie nel proprio nucleo familiare, dovrà aspettare: questo si teme. Poi ieri una nota dello stesso ingegnere Trovato ha ribadito che “i fragili rimangono una priorità”. Sotto la gestione del precedente sub commissario Marcello Scurria, su 261 istanze presentate e 154 soggetti fragili trattati, sono stati 137 gli alloggi assegnati e 17 quelli rifiutati. Ora l’ingegnere Trovato ha indicato in 43 le famiglie con priorità per gravi disabilità e patologie rispetto a più di 100 nuclei familiari (131) più volte indicati nell’ambito dei fragili e fragilissimi.
L’Asp di Messina soggetto attuatore per individuare le persone con disabilità grave”
In base all’ordinanza n. 2/2023 di Scurria, è l’Asp, Azienda sanitaria provinciale di Messina, il “soggetto attuatore per l’individuazione dei soggetti con disabilità grave e con patologie sanitarie e per la verifica delle esenzioni per patologie dei beneficiari di servizi sanitari”. E “l’obiettivo strategico dell’attività commissariale è rivolto alla tutela dei soggetti che abitano nelle aree baraccate, con problemi di salute e con disabilità, che necessitano di sostegno sanitario e socio-assistenziale, e, pertanto, individuare altresì, in via prioritaria, i beneficiari a cui assegnare l’alloggio”.
Bisogna dare un indirizzo politico al risanamento sociale di Messina
In ogni caso, qual è il tema vero di questa polemica? Oltre alla necessità di tutelare le categorie di fragili e fragilissimi, occorre dare un indirizzo politico al risanamento sociale di Messina. Sbaraccamento, rigenerazione urbana e Pinqua, valorizzazione del verde, e alloggi e residenze in una chiave non di “ghetto”, e senza cementificazioni, devono fare parte di un unico disegno. E le istituzioni devono dialogare tra di loro in una visione chiara di obiettivi e prospettive per la città e per i suoi abitanti.
Le potenzialità di Messina e la necessità di una visione
L’impressione è che Messina abbia grandi potenzialità di ripresa, in termini di progetti in cantiere, ma per mettere a frutto tutto serve una visione politica e sociale sul futuro. Solo così non si procederà in ordine sparso. Questi mesi di veleni e polemiche non sono stati d’aiuto, anzi, e rimane in più il nodo dei palazzi a Bisconte e Fondo Fucile in costruzione. Ma una politica, regionale e cittadina, che sappia dialogare e proporre una visione per Messina adeguata alle sue enormi necessità rimane una priorità.
Nello sbaraccamento deve esserci un’idea di città. Un modello. Un progetto. Un sogno, seppure ancorato a un’analisi rigorosa della realtà. A questo serve la politica.
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Le riflessioni del direttore sono interessanti e condivisibili. Purtroppo, c’è una realtà indefettibile con la quale fare i conti: il tornaconto elettorale. Lo sbaraccamento e l’assegnazione di alloggi popolari è stato, è, e sarà sempre, strumentale alla creazione di bacini di elettori bisognosi. Ovviamente è un modus operandi che si verifica ovunque, non soltanto a Messina.