112 alloggi a Bisconte, un parco attrezzato, la copertura del torrente Bisconte-Catarratti, la baraccopoli di Fondo Fucile. Ancora tanti i nodi da sciogliere nel territorio della terza circoscrizione.
Qualche progetto era stato fatto. Ma giace nel cassetto e da mesi ormai non si hanno più notizie. Nel frattempo intere zone della città attendono quegli interventi di risanamento che avrebbero dato un po’ di respiro a quartieri che invece restano nel degrado.
Quando si parla di risanamento in città, contare le emergenze o le questioni irrisolte è difficile. Il rischio è di trovarsi di fronte ad un elenco troppo lungo. Oggi a puntare ancora una volta il dito contro l’operato dell’amministrazione di Palazzo Zanca nel delicato settore del risanamento è il consigliere della terza circoscrizione Libero Gioveni. L’esponente Udc chiama in causa direttamente l’assessore al ramo Roberto Sparso per avere risposte su una serie di problemi che riguardano il territorio del terzo quartiere.
Gioveni ricorda che “a Bisconte dovevano sorgere 112 alloggi e un parco attrezzato, ma di questo progetto non si ha più nessuna notizia ufficiale. Poi c’era quello che prevedeva la copertura e la riqualificazione ambientale del torrente Bisconte-Catarratti, un progetto da venti milioni di euro e per il quale non c’è alcuna certezza di copertura finanziaria perché nel progetto esecutivo non è ancora stata inserita la parte economica”.
Continuando il suo viaggio tra le emergenze del terzo quartiere, Gioveni ricorda “la baraccopoli di Fondo Fucile, una vera e propria bomba ecologica per la massiccia presenza di amianto in quasi tutte le casette del popoloso rione”. Nei mesi scorsi il consigliere aveva anche lanciato una proposta per risolvere l’emergenza amianto a Fondo Fucile: destinare i fondi della Protezione Civile agli interventi di risanamento di questa zona. Proposta che, a quanto pare, è rimasta inascoltata.
Sotto la lente d’ingrandimento del consigliere finisce anche il nuovo Regolamento sull’assegnazione degli alloggi popolari, un documento importante e che dovrebbe definire criteri certi nella caotica assegnazione degli alloggi: “Da troppo tempo – ribadisce Gioveni – circa 900 domande per l’emergenza abitativa sono chiuse nei cassetti del Dipartimento politiche della casa a discapito di chi vive il dramma di aver perso la casa con sfratto esecutivo o ordinanza di sgombero. Anche su questo punto si aspettano risposte, nonostante già qualche mese fa l’assessore Sparso aveva dichiarato che il dipartimento non avrebbe potuto prendere in considerazione le 900 richieste a causa della totale mancanza di alloggi”.
Gioveni va comunque oltre il regolamento e propone di “emanare un bando che regolamenti la mobilità negli alloggi popolari, documento che servirebbe a tener conto delle modifiche dei requisiti originari grazie ai quali ogni nucleo familiare ha avuto in assegnazione un alloggio popolare. Insomma, i problemi sono tanti e adesso si chiede chiarezza”.
Il consigliere Gioveni spera che “arrivino delle risposte dall’assessore Sparso, ma soprattutto che, a pochi mesi dalla fine del mandato di questa Amministrazione, arrivi la necessaria svolta che serva a gettare le basi per un futuro più roseo ed ottimistico in uno dei settori più delicati come quello del risanamento delle aree degradate”.
Per il risanamento della città di Messina non esistono finanziamenti. La Regione lo ha detto e scritto (vedere i bilanci). Il consigliere Gioveni ne chieda conto ai suoi “superiori” di partito che scaldano le poltrone a Palermo. Puntualizzando comunque che quelli degli altri partiti non sono da meno.