Opportunità unica per completare l'operazione o "scippo" per la città di Messina?
MESSINA – Il nodo risanamento a Messina e la scelta di affidare al presidente Schifani il ruolo di commissario. Ma soprattutto la nascita di una nuova regia, con un organismo ad hoc, per gestire l’addio alle baracche. Opportunità unica per completare l’operazione o “scippo” per la città di Messina? Le divisioni politiche sono nette in seguito all’emendamento al decreto Milleproroghe che introduce la figura del subcomissario nominato dal presidente della Regione siciliana.
Si legge nell’emendamento: “Il commissario straordinario può nominare, con proprio provvedimento, in aggiunta al contingente di dieci unità, un sub-commissario, con durata fino al 31 dicembre 2024. Per le spese di personale e per il funzionamento della struttura di supporto all’attività commissariale è autorizzata la spesa pari a 163.856 per l’anno 2023 e in euro 347.000 per l’anno”. Sempre nell’emendamento si fa riferimento alla “partecipazione a bandi regionali e nazionali, privilegiando, previa modifica delle previsioni progettuali, ove necessario ai fini del rapido ricollocamento abitativo delle persone residenti nell’area perimetrata, l’acquisto di alloggi”.
Se il sindaco Basile ha avuto modo di esprimere in una fase iniziale la propria contrarietà alla decisione governativa, il presidente di Arisme, Vincenzo La Cava, preferisce non commentare la situazione d’attesa. Tuttavia, è chiaro che, sul fronte dell’Agenzia comunale per il risanamento, presidente e consiglio d’amministrazione s’interrogano sulle loro sorti, una volta che sarà nata una nuova struttura. Struttura che dovrà portare a termine lo sbaraccamento, con tanto di fondi e probabile sub-commissario l’ex presidente di Arisme, l’avvocato Marcello Scurria. C’è chi ipotizza pure che l’ex presidente dell’Agenzia, l’avvocata Alessia Giorgianni, sarà inserita tra i componenti dell’organismo. Ma è ancora presto per avere certezze sui nomi che faranno parte della nuova struttura.
Commenta La Cava: “Il risanamento, a mio avviso, deve essere gestito in sinergia con il sindaco di Messina. Tutti stiamo attendendo il subcommissario e l’unica personalità con la quale riusciamo a interfacciarci è quella della prefetta Cosima Di Stani, che come commissaria ha fatto un ottimo lavoro e che prosegue nel suo impegno. Abbiamo appena consegnato immobili a dodici famiglie. Non mi interessano, in generale, le beghe politiche purché il risanamento sia completato”.
La necessità di chiudere questo capitolo per Messina senza alimentare conflitti continui
La priorità è quella di completare l’attività di risanamento. In questi anni, i parlamentari Matilde Siracusano, Pietro Navarra e Francesco D’Uva, la ministra Mara Carfagna, il sindaco Cateno De Luca, l’allora presidente di Arisme Scurria, ognuno in base alle proprie competenze, hanno dato il loro contributo per avviare finalmente il processo di risanamento. Inutile, dunque, alimentare guerre politiche: da una parte il governo di centrodestra, con la sottosegretaria Siracusano e il commisssario Schifani, e dall’altra l’amministrazione comunale. Si proceda in tempi rapidi in una città nella quale le macerie sociali e le emergenze economiche e infrastrutturali non mancano. Non solo baracche, insomma, in una Messina terremotata da scelte dissennate dagli anni Sessanta in poi.