Si conclude la vicenda area Tribò, la Regione deve al Comune 10 milioni di euro

Si conclude la vicenda area Tribò, la Regione deve al Comune 10 milioni di euro

Serena Sframeli

Si conclude la vicenda area Tribò, la Regione deve al Comune 10 milioni di euro

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lunedì 27 Aprile 2015 - 06:26

Dopo cinque anni il consiglio di giustizia amministrativa riconosce le ragioni dell’amministrazione che si era vista sottrarre il finanziamento per la realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale.

Una vicenda lunga cinque anni che volge finalmente al termine in maniera positiva per il Comune di Milazzo che ha diritto al finanziamento di 10 milioni di euro già assegnato nell’ambito della programmazione del Po-Fesr 2007-13 per la realizzazione del progetto di monitoraggio ambientale nell’area Tribò.

A deciderlo il Consiglio di giustizia amministrativa con il parere vincolante reso in adunanza delle sezioni riunite del 24 febbraio, depositata nei giorni scorsi in accoglimento del ricorso straordinario presentato dal legale dell’ente Claudio Rugolo.

Un provvedimento articolato e molto argomentato quello dei giudici (presidente Zucchelli, segretario Chiofalo, estensore Anastasi) che riconosce le ragioni dell’Amministrazione comunale che aveva giudicato un “autentico scippo” la decisione, formalizzata con una semplice lettera della Regione, di revocare quel finanziamento già accordato.

Ma facciamo un passo indietro.

Nel luglio del 2010 l’Amministrazione Pino, insediatasi da appena un mese, presentò alla Regione istanza per partecipare al bando del Po-Fesr 2007-2013 finalizzato ad ottenere risorse per la realizzazione di un sistema di monitoraggio ambientale. Nel 2012 il progetto viene dichiarato ammissibile per l’importo di 10 milioni di euro. A seguito del via libera del finanziamento, il Comune di Milazzo ha acquisito dalla Raffineria, a titolo gratuito, l’area e i fabbricati oggetto di intervento di circa 56.000 metri quadrati con destinazione funzionale vincolata alla realizzazione del “Sistema integrato per il monitoraggio e la riduzione del carico inquinante finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria in zona dichiarata ad elevato rischio ambientale”.

Sei mesi dopo, l’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente contesta al Comune la mancata presentazione del progetto e avvia il procedimento per revocare il finanziamento; il progetto era stato presentato e gli uffici di palazzo dell’Aquila riescono a dimostrarlo tempestivamente.

Quando sembra tutto definito arriva a palazzo dell’Aquila arriva una lettera con la quale si comunica che il progetto è dichiarato decaduto dal novero delle iniziative finanziabili. A questo punto il Comune di Milazzo decide di impugnare il provvedimento di esclusione con un ricorso straordinario al presidente della Regione; dopo mesi di attesa la pronuncia dei giudici amministrativi che, richiamando anche alcune recenti sentenze della Corte di Cassazione, boccia la decisione della Regione.

Giustizia è stata fatta, – afferma il sindaco Pino – l’intransigenza dell’Amministrazione ha dato i suoi frutti; sin dal primo momento ho ritenuto il provvedimento della Regione assurdo, irragionevole e contrario ad ogni logica. A nessuno è lecito ammettere prima a finanziamento progetti e poi cercare di bloccare i fondi con futili motivazioni. Per tale ragione non ho mai ceduto, anche quando mi sono state prospettate possibili soluzioni di compromesso. Ho preferito lottare anziché abdicare alla difesa dell’intero finanziamento precedentemente assegnato. Su tutela della salute e rispetto dell’ambiente questa Amministrazione è stata sempre in prima linea, al di là della demagogia e delle basse speculazioni politiche. Alle chiacchiere preferiamo rispondere con i fatti. Questo finanziamento che orgogliosamente abbiamo difeso rappresenta storicamente la prima risposta concreta ai bisogni di un territorio di disporre di un sistema di monitoraggio ambientale in tempo reale dall’istituzione dell’area ad alto rischio di crisi ambientale”.

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