Dopo il parere negativo del Ctr, la Ram ha sessanta giorni per adottare le misure necessarie per evitare la chiusura e sottolinea: "Siamo in contatto con il Comitato tecnico regionale per trovare soluzioni"
Rischio chiusura per la Raffineria di Milazzo: è ciò che potrebbe succedere dopo la bocciatura della sicurezza degli impianti da parte del Comitato tecnico regionale di controllo.
Con delibera n. 191 del 12 settembre 2013, il Comitato Tecnico Regionale per la Sicilia, in sede di valutazione del rapporto definitivo di sicurezza (aggiornamento 2010) presentato dalla Raffineria di Milazzo S.c.p.a., ha concluso esprimendo parere negativo sull’analisi di rischio in esso rappresentata.
“Per l’effetto, il C.T.R -si legge nella nota diramata dal Ctr- ha diffidato il gestore, ai sensi dell’art. 27, comma 4, del D.Lgs. n. 334/99, ad adottare le necessarie misure, dandogli un termine non superiore a sessanta giorni, prorogabile in caso di giustificati, comprovati motivi. In caso di mancata ottemperanza è ordinata la sospensione dell’attività per il tempo necessario all’adeguamento degli impianti alle prescrizioni indicate e, comunque, per un periodo non superiore a sei mesi. Ove il gestore, anche dopo il periodo di sospensione, continui a non adeguarsi alle prescrizioni indicate l’autorità preposta al controllo ordina la chiusura dello stabilimento o, ove possibile, di un singolo impianto di una parte di esso”.
Giuseppe Marano, esponente dei Verdi/Green Italia da sempre attivo nella lotta per la tutela dell’ambiente e salute e da poco citato in giudizio da Eni per “allarme sociale”, alla luce di tutto ciò, insieme a Fabio Granata, uno dei fondatori di Green Italia, in una conferenza ha sottolineato la pericolosità della situazione. “Si è verificato – spiega Marano – che il cronoprogramma previsto con prescrizioni del Ctr non è stato eseguito, e questo nuovo verbale boccia definitivamente la sicurezza dell’impianto. Sono ormai quasi passati anche i sessanta giorni previsti per gli interventi e ora non resta che la sospensione o la chiusura dello stabilimento finchè non si sarà messo a norma”.
“Tra l’altro – prosegue Marano – questa bocciatura di fatto non permette l’installazione del nuovo impianto Idrogeno perché quest’ultimo, come previsto, dovrebbe interfacciarsi con le altre infrastrutture già bocciate. Ci chiediamo oggi perché i sindaci dei Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, nel cui territorio è ubicato lo stabilimento gestito dalla Raffineria di Milazzo non hanno adottato le misure e prescrizioni atte a prevenire o impedire il pericolo o il danno per la salute pubblica, anche chiedendo all’autorità competente di verificare la necessità di riesaminare le autorizzazioni rilasciate, o ancora hanno adottato i provvedimenti, anche contingibili ed urgenti, previsti dalla legge in caso di emergenze sanitarie”.
“Ci chiediamo- continua Marano- perché non interviene il Prefetto di Messina che potrebbe far ricorso ai poteri previsti in caso di urgenza o grave necessità pubblica, per motivi di sanità e sicurezza pubblica. Non abbiamo notizie poi di provvedimenti della Provincia di Messina, della Regione o del ministero dell’Ambiente tutti assenti su questo tema. Ad oggi poi ancora non sono stati riveduti ed aggiornati i Piani di Emergenza interno ed esterno della Raffineria con le previste consultazioni rispettivamente del personale che lavora nello stabilimento e della popolazione né sono state attivate le dovute linee di informazione sul rischio industriale nei confronti di tutti coloro che potrebbero essere interessati dagli effetti di un incidente rilevante”.
La raffineria di Milazzo fa sapere che “questo verbale è stato notificato solo ad ottobre e ancora il termine di sessanta giorni non è scaduto”. Sottolinea poi che “alcune prescrizioni sono state seguite e che per altre, essendo strutturali, i giorni previsti non basteranno ma siamo in contatto con il Ctr per trovare soluzioni”. Infine la Ram spiega che “la priorità è la sicurezza e che tra due giorni anzi verrà festeggiato il traguardo dei tre anni senza alcun incidente”.