Il dirigente e capogruppo di progettazione dell’Ufficio Piano Regolatore sposa in gran parte la tesi dell’Ordine degli Architetti e spiega che, nelle attuali condizioni, è impossibile portare avanti il compito. Niente somme in bilancio e Ufficio pieno di lavoro. Se le cose non cambieranno, si dice pronto a concludere l’esperienza per il nuovo Prg
“E’ stato chiesto, con largo anticipo, che venisse creata una struttura autonoma, permanente, dedicata, adeguata, avulsa dal contesto lavorativo ordinario dei Dipartimenti, blindata ad ogni interferenza esterna che potesse occuparsi unicamente del nuovo Prg della città di Messina. Se altre realtà, molto sensatamente, sono riuscite a far tutto ciò (come ad esempio Leoluca Orlando a Palermo), non si vede per quale ragione non debba provare a farlo anche questa città. Tutto questo l’ho detto nell'occasione che l'Ordine degli Architetti ha voluto ricordare, ma l’ho anche affermato in altri incontri istituzionali, come qualche consigliere comunale ricorderà certamente”.
In merito alla controversa questione che coinvolge l'Ufficio Piano Regolatore, sollevata dall'Ordine degli Architetti, il dirigente Vincenzo Schiera vuole fare alcune precisazioni. “Dispiace dovere constatare come ciò, al di là delle buone intenzioni – dice – ancora non abbia avuto le adeguate risposte dal "Palazzo" lasciando così credere e pensare esser prioritarie soltanto le questioni contabili ed amministrative, relegando il Prg della città, magari sol perché formato principalmente da disegni e tavole grafiche, ad una astrusa problematica di pianificazione urbanistica, insomma roba da tecnici. Per i pochi che la pensassero davvero così e che addirittura stiano ancora banalmente fermi sull’equazione Piano/Urbanistico=Aria/Fritta occorre loro tenacemente ricordare quanto uno Strumento Urbanistico Generale, purché innovativo, creativo, razionale e sostenibile, contribuisca concretamente allo sviluppo e al rilancio sociale di una intera comunità (come alcune città italiane ed estere dimostrano). Occorre, allo stesso tempo amaramente, constatare come nel Bilancio dell'esercizio corrente – nonostante puntuali prenotazioni – non siano state ascritte neppure le somme minime per fare fronte agli studi propedeutici al Prg (Geologico, Agricolo Forestale , Vas, VIncA, Microzonizzazione Sismica, Cartografia di base). Senza contare che non è stato ancora nominato il responsabile unico del procedimento secondo le procedure correttamente indicate dall'Ordine degli Architetti. In ultimo altre recenti disposizioni unilaterali hanno ulteriormente sovraccaricato il Dipartimento di adempimenti che vanno automaticamente a gravare sugli stessi funzionari e quindi sulla medesima struttura; un po' come caricare massi su di un barcone, dove sei dentro, fin quando questo non vada a fondo. D'altra parte anche i recenti concorsi e bandi riguardanti nuove assunzioni di personale interessano ingegneri ed architetti in numero irrisorio rispetto ad altre figure e al fabbisogno effettivo. Senza andare lontano basta scorrere la cronaca di questi giorni per scoprire che i dipartimenti più esposti e su cui gravano le maggiori responsabilità necessitano urgentemente di figure tecniche preparate e qualificate per scongiurare gravi disservizi e pericoli che incombono sull’ambiente e sulla cittadinanza. Il problema dunque non sta su coloro che già compongono l’Ufficio Piano (compreso il responsabile del procedimento, peraltro, eccellente coordinatore del Sit Gis, ovvero del portale digitale dell'ente), in quanto tutti funzionari operativi e meritevoli di encomio, per quello che stanno facendo e che hanno già fatto e dimostrato sulla Variante di Tutela Ambientale, ma sul come la questione nel prosieguo debba essere posta ed affrontata stante che elaborare un nuovo Prg non è una "robetta da nulla" né tantomeno "una passeggiata di salute". Se l'impostazione dell'intera problematica e le condizioni di lavoro non troveranno alcun ripensamento, nel senso sopra indicato, dovrò mio malgrado considerare conclusa la mia partecipazione al nuovo Prg, non sussistendo, in atto, le benché minime condizioni per poter procedere. D'altra parte, sarebbe perfettamente inutile e defatigante prodigare impegno in una missione impossibile alla quale – per riuscire – bisognerebbe davvero credere fino in fondo e che necessiterebbe dell' arruolamento a tempo pieno delle migliori professionalità, oggi presenti nell' Ente, oltre che dell’ irrinunciabile condivisione generale del "Palazzo", intendendo con ciò: non training autogeno collettivo ma massima priorità".
non sarebbe una grossa perdita
non sarebbe una grossa perdita