Il dirigente del dipartimento urbanistica risponde alla nota del consigliere Santalco sulla "Salvacolline" dalla quale emerge la distanza su alcuni punti con le decisioni dell'assessore De Cola
A distanza di due settimane dalla nota del capogruppo di Felice per Messina Giuseppe Santalco (leggi qui), il dirigente del Dipartimento Vincenzo Schiera replica sui vari punti e dalle sue parole emerge chiaramente come forse c’è stata un po' di fretta da parte dell’assessore De Cola nel trasmettere la Variante di salvaguardia in Commissione (dove è stata esitata con parere negativo ad inizio mese). Dalla nota emerge inoltre ancora una volta la posizione critica del dirigente nei confronti del PIAU come più volte evidenziato all’assessore, al punto che Schiera annuncia che qualora la delibera arrivasse in Aula prima della Variante, l’ufficio darebbe parere negativo.
“Anche a seguito di una mozione presentata dal Capogruppo Giuseppe Santalco, questo Dipartimento sta predisponendo una verifica puntuale degli elaborati della Variante Parziale di Tutela Ambientale al PRG. Tale verifica sarà completata entro il mese di settembre, tenuto conto del periodo feriale del personale del gruppo di progettazione. Successivamente, tramite emendamento o atto della Giunta Comunale, le risultanze di tale verifica andranno ad integrare gli elaborati di cui all'atto deliberativo in argomento”.
Stando a quanto scrive quindi le verifiche degli elaborati erano già in corso e sarebbero state comunque completate a settembre, un’attività di analisi che quindi era nota allo stesso assessore.
Relativamente alla vicenda dell’IMU e dei mancati introiti Schiera evidenzia come le risposte sul punto debbano essere date dal Dirigente del Dipartimento Tributi a cui il Ragioniere Capo pro-tempore aveva espressamente dato mandato.
Quanto al punto che riguarda la cosiddetta zona Q, il dirigente prosegue: “si ribadisce che non vi sono stati comportamenti illegittimi da parte degli uffici stante che questo Dipartimento ha con scrupolo attuato le direttive delle deliberazioni del passato governo cittadino integrandole con misure ambientali ritenute necessarie ad evitare le possibili pesanti sanzioni economiche derivanti dalle misure d'infrazione da parte del Consiglio Europeo. Infatti con alcune note del 2014 l'Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Sicilia fa espresso riferimento ad una procedura di infrazione avviata dalla Comunità Europea e richiama il Comune di Messina chiedendo, – per il "Principio di Precauzione" e nelle more che vengo definita la suddetta procedura di infrazione, – di limitare il rilascio delle autorizzazioni”.
Il Dipartimento, in seguito alla missiva della Regione ed all’avvio della procedura ha immediatamente disposto, con una nota del 16 dicembre 2014 di non rilasciare nuove ulteriori autorizzazioni qualora queste comportino un ulteriore consumo di habitat comunitari e prioritari. Successivamente l’ Ufficio, spiega sempre Schiera, ha provveduto a redigere uno studio sugli effetti cumulativi dì tutte le autorizzazioni rilasciate in area ZPS e SIC dall'anno 2007 al 31.12.2014 ed ha trasmesso apposita relazione all'ARTA Sicilia nel marzo del 2015. “A seguito di tale studio sugli impatti cumulativi, sempre per scongiurare la suddetta procedura di infrazione, si è scelto di inserire tra i criteri guida della Variante Parziale di Tutela Ambientale quelli emersi dallo studio degli impatti cumulativi che hanno evidenziato una elevata criticità ambientale per una eccessiva edificazione proprio nel sito "Q"; Ad avviso dello scrivente le opportunità socio – economiche possono venir fuori soltanto da città e territori vivi ed integri e mai da quelli ridotti allo svilimento. Pertanto il cercare di salvaguardare l'ambiente e la natura costituisce di per sé "un'apertura di credito" che unita ad una idonea promozione territoriale può rimettere in moto una economia che non miri come oggi al mattone ma alla cultura, al turismo e a tutte le valorizzazioni dell'area marina e lagunare esistente”.
L’ultimo punto riguarda la richiesta da parte del consigliere Santalco di affrontare in consiglio comunale il PIAU, ovvero la pianificazione che di fatto interessa tutti i volumi e le cubature spostate dalle colline in riva al mare e nelle zone ex Zir ed ex Zis.
Su questo punto, che ha visto, come pubblicato nell’inchiesta di Tempostretto sul Piau, l’architetto Schiera è stato più volte chiaro con l’amministrazione attraverso due note dettagliate nelle quali si evidenziavano le criticità (leggi qui).
“Per quanto riguarda il P.I.A.U. o programmi simili, come è possibile riscontrare in atti, lo scrivente ha sempre sostenuto di dover rimandarne la trattazione all'interno al nuovo P.R.G. Generale– scrive infatti Schiera in risposta a Santalco- Considerando qualunque altro strumento urbanistico, diverso dal PRG, operazioni progettuali che facilmente sfuggono ad una visione d'insieme, necessaria per affrontare un attesissimo disegno unico di città. Nella fattispecie alcune scelte del P.I.A.U. non redatto da questo Ufficio Piano non hanno incontrato, la condivisione di questo Dipartimento, per cui chiederne oggi l'esame di Consiglio contestualmente alla Variante equivale ad ottenerne, da parte di chi scrive, parere contrario”.
Schiera quindi coglie l’occasione per ribadire la sua contrarietà al metodo adottato dall’assessore che ha affidato lo strumento urbanistico del PIAU ad altro Ufficio, non tenendo successivamente neanche in considerazione le perplessità (ma anche le proposte) avanzate dal Dipartimento urbanistica sulla questione. In sintesi il dirigente evidenzia come, qualora il PIAU dovesse approdare in Aula prima del salvacolline avrebbe il parere negativo dell’ufficio proprio alla luce di quanto emerso attraverso lo scambio di note tra Schiera e De Cola. Uno strumento urbanistico di una tale portata quale appunto il PIAU non può non essere inserito nel PRG e seguire l’iter procedurale previsto.
Rosaria Brancato