Anni fa i due ospedali erano stati riuniti per tenerli aperti entrambi. Nel 2016 sono stati separati per salvare il Piemonte. Nel 2018 si pensa a riunirli per salvare il Papardo
La presentazione del ddl per riunire il Papardo al Piemonte ha innescato nei giorni scorsi varie reazioni a catena. "Non abbiamo molto tempo a disposizione – dice il deputato regionale Luigi Genovese -. L’applicazione del decreto Balduzzi, che dovrà entrare in vigore entro il 31 dicembre 2018, qualora non vi sia un’inversione di rotta rispetto all’attuale condizione in cui versa l’ospedale Papardo, si tradurrà nella morte dello stesso. Negli ultimi anni il Papardo è stato vittima di un declino trasversale: economico, professionale, strutturale. A fronte di evidenti eccellenze specialistiche che hanno dato lustro e autorevolezza all’azienda, emergono criticità fondamentali, su tutte il forte indebitamento. Non va trascurato un dettaglio cruciale, cioè la forte sperequazione nella distribuzione dei posti letto fra il Comune di Messina e la provincia: una forbice che dovrà restringersi, giocoforza, a vantaggio della seconda".
Per il deputato esistono solo due strade. "La prima, che allo stato attuale rasenta l’utopia, è la possibilità (sbandierata da qualcuno) che al Papardo venga riconosciuto un Dea di II livello, per ottenere il quale sarebbe necessario un ampiamento delle funzioni di più alta qualificazione e un conseguenziale aumento di posti letto, che invece il decreto Balduzzi impone di ridurre. La seconda, evidentemente meno fumosa, è probabilmente l’unica via che possa garantire la continuità della struttura: l’accorpamento ad un’altra azienda sanitaria. E in questa direzione, la struttura che per caratteristiche meglio si presterebbe a fondersi con l’Azienda Papardo è, appunto, l’Irccs Piemonte, che non ha doppioni".
Quanto alla richiesta di ritirare il disegno di legge, "sono assolutamente disposto a farlo, ma solo a fronte di una proposta migliore. Proposta che, come detto, al momento semplicemente non esiste. E allora, non mi resta che concludere con due parole: fatevi avanti".