Dopo aver cassato il provvedimento di custodia ai domiciliari, il Tribunale di Messina ha detto no alla richiesta della Procura di aggravare le restrizioni per il consulente finanziario di Milazzo, denunciato da due ex soci che si sono rivolti alle Fiamme Gialle di Bagheria.
Il consulente finanziario M. B. non doveva essere arrestato. Lo ha stabilito il tribunale del Riesame di Messina (Presidente Genovese) che ha prima dichiarato l’inefficacia della misura cautelare ai domiciliari per il consulente aziendale di Milazzo, poi ha rigettato l’appello del PM di Barcellona, De Micheli, che aveva chiesto per Biondo l’arresto in carcere. Il Collegio ha dichiarato inammissibile l’appello del magistrato titolare del caso.
Entrando se pur limitatamente nel merito della vicenda, il Riesame ha fatto cadere l’aggravante contestata in relazione al reato di truffa, ipotizzata insieme a quella di autoriciclaggio. Precedentemente lo stesso Collegio, discutendo il ricorso dei difensori, gli avvocati Alessandro Lo Giusto e Sebastiano Campanella, aveva dichiarato non del tutto riscontrata, nei documenti prodotti dagli investigatori, il reato di riciclaggio.
M. B. era andato ai domiciliari all’inizio di febbraio dopo l’inchiesta lampo della Guardia di Finanza di Bagheria, che aveva raccolto la denuncia di alcuni imprenditori del luogo, ex soci. Gli atti erano poi stati trasmessi per competenza alla Procura di Barcellona che ha chiesto ed ottenuto, in prima battuta, l’arresto del professionista, tornato in libertà due settimane dopo.
Oggi non ha alcuna restrizione.